ANDREA 57 – La città invisibile. Siamo andati a fare aperitivo dopo il lavoro stasera. Abbiamo voluto, a modo nostro, toccare la fase 2. E così siamo usciti, per la prima volta senza autocertificazione e senza un motivo valido, senza qualcosa che fosse riconducibile ad un una sopravvivenza, come comprare medicine, cibo o mascherine o buttare la spazzatura. Abbiamo fatto più di cento passi e abbiamo trovato la città invisibile. Sembrava un luna park con le giostre spente. Quando le macchinine dell’autoscontro sono coperte dai teli di protezione. Erano le 20, l’orario in cui i venerdì sera quando tornavo da Londra ci fermavamo spesso in una vineria di via Monferrato. Aveva aperto da poco, c’erano due tavoli da quattro fuori e quattro, cinque all’interno. Nelle belle serate di settembre e ottobre non avevamo mai trovato posto fuori, ma ci piaceva lo stesso fermarci a bere un bicchiere di vino e mangiare i mini hamburger compresi nel tris iniziale. Oggi i tavolini di fuori erano legati accanto alla stufa per esterni e sotto una pianta di mimosa appassita, tanto per ricordarci che il lockdown è iniziato l’8 marzo. Allora abbiamo fatto altri quattro passi e abbiamo visto tre ragazzi fare aperitivo sulla riva del Po. Senza mascherina, a molto meno di un metro l’uno dall’altra, con due birre e una sigaretta. All’inizio ho provato un po’ di rabbia, perché non stavano rispettando l’ultima legge. Poi ho immediatamente sentito malinconia. Non approvo, ma mi fanno tenerezza. La normalità che si respira di giorno, con le macchine che passano, le salumerie e le farmacie aperte, al tramonto si perde. Siamo andati a fare aperitivo dopo il lavoro stasera, ma lui non c’era. E la città era invisibile.
MIRIAM 57 – Oggi è bastata una manciata di minuti perché questi due ultimi mesi diventassero solo un brutto sogno. La voglia di normalità e il desiderio di ricominciare hanno preso il sopravvento e hanno reso tutto superabile: le mascherine obbligatorie, il distanziamento, i guanti. Oggi, quegli oggetti un tempo estranei, quel modo tutto nuovo di stare al mondo, quella fatica che negli scorsi giorni abbiamo fatto per abituarci alla nuova normalità, tutto è servito per uscire a guardare di nuovo il mondo. Il grande mondo esterno e il nostro piccolo mondo. E lo abbiamo fatto senza fatica, senza rimpianti, senza fastidi. Lo abbiamo fatto sorridendo. Con lo sguardo, si, ma abbiamo sorriso lo stesso. Siamo usciti a riprenderci la vita, gli affetti, e soprattutto le persone che amavamo proprio lì dove li avevamo lasciati, spesso non eravamo neanche riuscire a dire loro un arrivederci guardandoli negli occhi. Gli abbracci dati senza sfiorarci, le strette di mano fatte alzando la testa, l’amore espresso con gli sguardi. Oggi la mi giornata è stata questa, e nemmeno un attimo ho rimpianto la vecchia normalità, perché questi due mesi mi hanno insegnato l’importanza di sacrificare una parte della mia libertà per il mio futuro, e l’ho fatto senza chiedermi perché.
Oggi, care Andre, il mio aperitivo l’ho fatto con i miei genitori: non li vedevo da prima della mia partenza per Milano il 19 Febbraio. E abbiamo ripreso tutto dove l’avevamo lasciato, senza parlare mai di questi due mesi. Come se non fossero mai esistiti, come se fossero stati un sogno svanito con le prime luci dell’alba. Il sole sta sorgendo, che sia finalmente una buona giornata per tutti noi.
Buongiorno. Ieri apparentemente qualcosa è ripartito ma mai come adesso dobbiamo usare le dovute precauzioni e il buon senso. Le città iniziano a svegliarsi da un inverno troppo rigido e anche le temperature fuori ci spingono ad uscire fuori dal guscio che ci siamo costruiti in questi mesi.
Ieri sera finalmente sono uscita a fare la mia passeggiata (il mio aperitivo), l’ho fatta durare poco perché mi sentivo fuori posto, sentivo che quello che mi circondava non mi apparteneva e che stavo commettendo un reato. Siamo stati talmente bombardati da tante notizie negative che adesso ci sembra essere mirati a distanza da un qualcuno pronto a colpirci se sbagliamo un passo. Sono sensazioni che ci trascineremo dietro per un bel po’ di tempo, però cavolo com’è stato bello mentre camminavo sentire di nuovo quell’aria che pizzicava gli occhi, quel senso di “libertà” che mancava da abbastanza tempo ma che è ancora lontana dalla nostra quotidianità.
Una nota negativa è che ieri c’erano tanti ragazzi in gruppo e lì ho capito che hanno bisogno dei loro spazi. Anche a me come ad Andrea hanno fatto incavolare ma poi ho provato a vedere questo periodo attraverso i loro occhi, non li giustifico ma non mi sento nemmeno di biasimarli.
E’ vero Filomena! Appena vediamo un gruppetto anche solo di due o tre persone tendiamo a giudicarli. Dobbiamo resistere a questo giudizio altrimenti ci condizionerà. Dobbiamo pensare che ciò che abbiamo passato è stato solo temporaneo e lo abbiamo fatto per il nostro bene e per quello degli altri.
Non avere paura, la vita fuori ci aspetta, è solo questione di attesa!
Giulia
Ciao Miriam, ciao Andrea e ciao Blog.
Io l’aperitivo me lo sono fatto da solo quando sono tornato a casa alla sera, un ottimo spritz con qualche patatina, e me lo sono gustato come fosse la cosa più buona del mondo, come fosse il brindisi ad una nuova vita.
La mia prima giornata di “libertà” si è svolta più o meno come una normale giornata di lavoro di “prima del MOSTRO”, (con l’unica differenza che indossavo mascherina e guanti) e questo al momento, è davvero TANTA ROBA.
Infatti, dopo essere riuscito a dormire bene, contrariamente a quanto immaginavo ieri, vista la tensione e la sensazione di incertezza, alle 06.30 è suonata come previsto la DOPPIA SVEGLIA, si, ne avevo messe due per sicurezza, erano 2 mesi che mi alzavo con molta più calma e senza orari ed avevo paura di non svegliarmi ed arrivare in ritardo al primo appuntamento di lavoro.
Dopo colazione presa la macchina, mi sono avviato veloce verso la mia meta, ascoltando la radio come se nulla fosse, cosa che non facevo da due mesi, e mi sono reso subito conto che in ogni canale sul quale mi sintonizzavo, stavano leggendo messaggi della gente che era entusiasta di poter ricominciare con la vita di sempre, messaggi che mi davano forza e coraggio, messaggi che ci facevano sentire uniti ed avere speranza nel futuro, e complice la bella giornata di sole, il mio umore se n’è giovato immensamente fino a sera.
Finito l’appuntamento con i clienti, che si è svolto praticamente in modo “quasi canonico”, sono andato a trovare i miei genitori, come era già nel mio “programma vincolante del primo giorno”.
Loro mi hanno accolto con molta emozione che traspariva dagli occhi lucidi e dal sorriso che potevo percepire da sotto le mascherine, ci siamo istintivamente mossi l’uno verso l’altro per abbracciarci, ma poi ci siamo trattenuti rispettando le regole, e questa cosa contronatura mi ha provocato una sensazione di dispiacere che porterò per sempre con me, ma alla quale rimedieremo presto.
Di seguito nel pomeriggio sono andato con mia moglie anche a trovare anche mia suocera e mia nipote con la meravigliosa “piccola peste” di sua figlia, ed anche li la commozione è stata davvero molto forte.
La cosa che però, mi ha fatto più impressione oggi, e che vi confesso mi ha messo addosso anche un po’ di ansia, è stato il vedere in giro tanta tanta gente come se fosse stato dato il “via libera a tutti per tutto”, anche se in realtà non è così.
Decine di macchine e di persone in giro ovunque, quasi tutte rigorosamente con mascherina e guanti, tanto che mi è sembrato per un attimo, guardandoli tutti così bardati, di essere atterrato su un altro pianeta e di trovarmi di fronte a tantissimi alieni, ma le condizioni di sicurezza per poter uscire sono purtroppo queste e bisogna giustamente rispettarle, la vita deve per forza ricominciare così, bisogna camminare leggeri e trattenere il respiro come se fossimo “sulla Luna”.
Il primo passo è fatto, ora siamo scesi di nuovo in pista, speriamo di guidare con prudenza e di “non toccare qualche cordolo” che ci butti di nuovo fuori, speriamo che ci sia rispetto delle regole, perché dopo tutto ciò che abbiamo dovuto passare per ritornare a correre, sarebbe un vero peccato dover rientrare ai box per un’altra sosta che stavolta sarebbe davvero disastrosa per tutta la nostra economia.
Buona giornata, buona vita ed un grande abbraccio a tutti voi amici del Blog.
La mia canzone di oggi è dei POLICE “Walking on the moon”
Sono in ritardo anche oggi ma ieri sera sono crollata nuovamente…e così mentre sono in attesa che il veterinario visiti Amelie decido di approfittare per scrivervi.
Ieri ho vissuto emozioni contrastanti. Uscita di casa presto per andare al lavoro mi sono sentita serena vedendo che le strade continuavano ad essere vuote..mi sono detta “la gente ha capito che deve essere responsabile, che è cambiato poco rispetto a prima, che il mostro è ancora in giro ma ci viene data una grande opportunità:ripartire… Piano piano.”
Tutte le mie sensazioni positive sono miseramente crollate quando sono arrivata in casa di riposo… In paese c’erano tantissime persone in giro, così, senza motivo apparentemente valido. E mi sono arrabbiata. Perché è vero che una passeggiata si può fare ma le regole vanno rispettate… Perché è un attimo tornare a quando eravamo bloccati in casa.
Ci hanno dato una fantastica opportunità. Usiamo la Testa.
Scusate se oggi il mio commento non è proprio positivo, ma la paura che tutto possa ripartire è tanta.
Vi abbraccio,
Francesca
Ciao a tutti!!!
La mia fase 2 è iniziata alle 5:45, come di solito prima, per andare in palestra. Uff… ma con la mascherina, e così in fretta, per 45 minutti, mi sembrava tutto il tempo di mancare l’area. Non respiravo. Anche ero da sola, senza i soliti amici che, assonati, così prestissimo, sempre avevano un sorriso di buongiorno. È diverso, è difficile, ma è quello che ne abbiamo ora – essere soli in certe cose.
Dopo mi è piaciuto truccarmi gli occhi per andare al lavoro, mettere il mio profuno Escape, da CK, anche se ho usato tutto il giorno la mascherina (da fare male alle orecchie) e nessuno si è avvicinato a me per sentirlo. Ma era per me stessa 🙂 !! Sentirmi viva!
Ma allora… L’aperitivo!!! Sapete che io ho imparato cosa significa questa parola quando ho studiato a Macerata nel 2010. La classe dei stranieri, nella prima notte, è ricevuta con un gran aperitivo. Di quella bella serata una collega mi ha fatto una foto, col bicchiere di vino in mano ed un grandissimo sorriso – ero davvero felice li -, che ora è diventata un dipinto che abbellisce il muro della mia stanza. A volte guardo quella ragazzina dei capelli neri, frangetta, e un sorriso innocente, e non mi riconosco. Pure viene la voglia di abbracciarla, datto il dolore che sento per quello che lei passerebbe nei prossimi 9 anni per diventare chi ora sono.
Ma cosa siamo che non la nostra propria storia, sucessi, difetti ed opportunità perse, no? E anche vabbene così. Anche diventeremo altri dopo questo periodo strano della nostra vida, ci basta ancora mantenerci dentro le regole per salvare la salute e dei nostri!!!
Dai… vi aspetto nel nostro aperitivo, pure un giro in bici, no?!
Bacione a tutti!!
Ciao a tutti!
Io oggi sono rimasta a casa; tutta questa voglia di uscire non ce l’ho avuta, anche perché non c’era nessuno che potessi rivedere dei miei affetti. Fuori si respirava aria diversa: si sentivano più auto passare, le risate dei bimbi che giocavano; mi sono affacciata e c’era la figlia adolescente della mia vicina in cortile che chiacchierava con le sue amiche, erano a distanza di un metro, le ho trovate molto carine e responsabili. Ho preparato due tipi di dessert da proporre domani al mio titolare per il menù estivo del pub: una sorta di cheesecake da condire a piacimento con frutti di bosco o Nutella, ed un mascarpone con scaglie di cioccolato, una culis di arance ed amaretti sbriciolati. Li ho creati apposta facendo in modo che il costo sia basso e che siano veloci da preparare: sono molto orgogliosa del risultato, mi auguro che almeno uno dei due entri nel menù.
Al pub di aperitivi ne abbiamo fatti tanti ed a tutte le ore: l’aperitivo te lo gusti tanto in questo periodo e qui in collina ci sono dei posti dove puoi ammirare il panorama, ridere con le amiche e fare progetti. Per adesso ancora a casa li dovremo sorseggiare, mi sento speranzosa e che se non oggi, domani, tra un mese o un anno torneremo ad essere liberi come una volta.
Un abbraccio ♥️
Maria Rosaria wow! Sono già buoni così, solo “leggendoli”! <3
Grazie Giulia ♥️ quando finalmente ci incontreremo tutti vi porterò qualche stuzzichino.
Dai, Maria, lo provo io… vorrei uno alla Nutella!!! 🙂
Grazie Telma♥️ ok, se ci sarà la possibilità te lo farò assaggiare!
Cia Miriam ciao Andrea e ragazzi del blog oggi è il secondo giorno dall’inizio della fase due tante persone ritornano al propio lavoro e tante ritornano alla colazione al bar, agli aperitivi, alle corsette nei parchi, alle uscite con la bici, ad iniziare quella che era la rutin cuotidiana ma niente sarà più come prima dovremmo abituarci tutti a queste nuove regole di dstanziamento, per alcuni sarà più facile abituarsi pernso alla mia famiglia e perché no anche a me stesso gente che non è unassidua frequentatrice di bar ristoranti e tanti altri posti affolati se non qualche festa paesana, rispetto ad altri che anno avuto una vita più frenetica, più movimentata sarà un po più difficile stare a queste nuove regole ma dobbiamo farlo questa ripartenza deve essere grande senzo di responsabilità da parte di ciascuno di noi e di chi ci offre un servizio oggi stare qui a chiederci di chi sono le responsabilità di questa pandemia non giova a nessuno dobbiamo solo essere disciplinati oggi per stare meglio domani e tornare a riprenderci la nostra dignità spesso calpestata dall’errore umano con la presunzione di voler stare al disopra di colui che ci a creati che a creato questo mondo.
La tradizione e la Scuola (ho usato apposta la maiuscola) della pasticceria Torrese non sbaglia mai! Avrà di certo successo.
Grazie Ciccio! Non vedo l’ora di gustare una bella frolla!
li vogliamo assaggiare 😉
Ve li farei assaggiare volentieri 😊
Maria Rosaria hai fatto colpo con i tuoi dessert 😋😉
Oggi la mia giornata è stata speranzosa e malinconica allo stesso tempo… E’ un po’ che non mi concedo un aperitivo, da prima di questo miserabile pasticcio.
Quando lavoravo a Milano io e i colleghi spesso il venerdì ci fermavamo un pochino di più e andavamo in uno dei tanti locali di Porta Venezia.
All’inizio ero sempre restia, perché non volevo prendere un treno troppo tardi. Arrivata alla mia fermata, avrei dovuto prendere la macchina per tornare a casa e il tragitto dalla stazione all’auto di sera non mi è mia piaciuto. Così non sempre partecipavo.
Tuttavia era un momento in cui tutti potevamo rilassarci e scherzare fra di noi.
Ricordo che era un gruppo piuttosto affiatato ed io, appena arrivata, ho fatto fatica ad inserirmi ma piano piano quegli aperitivi hanno fatto sciogliere quel patto di affiatamento che li legava così tanto e finalmente hanno accolto anche me.
L’aperitivo è spesso una scusa per conoscersi, parlare, aprirsi e non pensare troppo.
Mi manca quella sensazione di spensieratezza che accompagnava uno Spritz rosso fiammante.
Però io so che quei momenti torneranno, ne sono sicura!
Un abbraccio “spritzoso” a tutti!
Giulia
Allora un abbraccio spritzoso!!!! 🙂
Ciao Miriam e Andrea, ciao amici del blog🙂oggi Finalmente un po’ di normalità ma da un altro sapore… l ho potuta apprezzare questa sera con una lunga passeggiata al parco, passeggiare sul prato e sentire dopo tanto tempo l erba sotto i piedi e quel profumo di primavera mi ha fatto dimenticare i 2 mesi di assenza e l amarezza di non aver vissuto i cambiamenti più belli che la natura ci riserva in questo periodo è poi non poteva mancare una visita al mare, che con le sue onde accarezzate dai raggi di una dolce luna che questa sera brillava in maniera particolare lissu’ tra il blu del cielo e le stelle, mi ha dato un senso di serenità e insieme di malinconia, anche perché tutto intorno come diceva Andrea nel suo diario di questa sera sembrava un luna park a luci spente…. Una normalità surreale, malinconica con il sottofondo della primavera con i suoi colori e i suoi profumi, dove tutto sembra uguale a prima o chissà forse tutto è cambiato..
Ciao a tutti. La mia fase due è iniziata alle 5:45. Sono balzato giù dal letto, messo tuta, scarpette, una delle mie amate felpe con l cappuccio e via! Ho guidato per pochi minuti fino al molo di ponente. Sono stato fermo per cinque minuti a guardare il mare, Capri di fronte, Napoli sulla destra. Poi ho iniziato a camminare, cuffiette nelle orecchie, lungo il muraglione. Avanti e indietro a passo sostenuto e… senza mascherina! (Ero nel pieno rispetto dell’ordinanza regionale per l’attività sportiva ed ero completamente solo) D’ora in poi se mi dovessero chiedere un esempio di felicità parlerò di questa mattina. Troppo fuori allenamento per correre ho camminato per circa un’ora, poi ha iniziato ad affollarsi e ho preferito tornare a casa e se ne riparla mercoledì mattina, forse. Oggi pomeriggio sono passato in studio e abbiamo cercato di fare il punto sulla situazione, buttato giù qualche piano logistico per i prossimi tempi. Ah, io ho messo la cravatta! Lo avevo detto e l’ho fatto. Ma voglio dire anche ho visto un po’ troppa libertà, un atmosfera da gabbie aperte. C’è una linea sottile che tiene insieme fase 1 e fase 2. Dobbiamo essere consapevoli che siamo in una sorta di purgatorio, e che “a riveder le stelle” non sarà facile.Da questo momento ogni nostra azione avrà delle conseguenze potenzialmente devastanti. Avete visto la festa in strada Milano? Oggi non è festa. Non è festa perché c’è gente che ancora lotta in ospedale, per riaprire un bar, perché c’è gente che continua a morire, o a studiare per un vaccino. No. Non si può mollare adesso, sarebbe il punto di non ritorno e nessuno potrebbe salvarci. Nessuno. Possiamo farcela. Dobbiamo farcela!
P.S. Appena sarà possibile devo offrire un aperitivo ai nostri ospiti, sopportare uno come me che arriva e straparla è cosa davvero difficile!
Un aperitivo lungo 1000km! Aiutooo! Però immagina un tavolo lungo mille km, ognuno di noi seduto al proprio posto per un unico aperitivo, non sarebbe bello?
Io ci conto! Dobbiamo incontrarci tutti appena si potrà sarà bellissimo.
Siii, brava!!
Sei bravo per la cravatta!!! A me, invece, è piaciuto oggi, prima di andare al lavoro, usare il mio meglio profumo da CK!!!
Ho chiuso gli occhi ed ho immaginato i panorami che hai descritto Ciccio, e mi è venuta voglia di tornarci ancora in quella meravigliosa città che è Napoli, io la adoro, mi piace tutto di Lei, l’ultima volta ci sono stato lo scorso ottobre e con i miei amici che abitano li l’abbiamo girata parecchio in 4 giorni, ho visto molte cose che non ero riuscito a vedere le volte precedenti.
Ho una gran voglia di ritornarci, buona giornata e buona ripresa Ciccio.