ANDREA 56 – E’ la notte prima degli esami: ci sono quelli che sei sicuro di superare e quelli che vai solo a provare, consapevole che il pomeriggio stesso sarai tornato alla tua stessa condizione, sugli stessi libri, nella stessa camera, con la stessa porta chiusa per isolarti. E riprovarci. E’ la notte prima degli esami per l’Italia e per la versione italiana del virus. Il test non è a riposta multipla. Esiste solo il sì o il no. Il controllo non è più affidato così tanto alle forze dell’ordine, che da domani allenteranno loro malgrado la presa, per una evidente incapacità di controllare chi sono e dove abitano tutti i nostri congiunti fino al quarto grado, come vuole il decreto. Il controllo sarà affidato a noi stessi e al verdetto dei prossimi (almeno) 30 giorni. Saremo stati capaci di attuare il distanziamento “personale”? Non sociale, come ha giustamente fatto notare Francesco, una vita da professore di italiano al Liceo Classico. Il distanziamento sociale non l’abbiamo mai attuato, abbiamo dimostrato di volere e di potere avere una condizione sociale da subito: cantando tutti insieme dai balconi o imparando a fare gli aperitivi, il pranzo di Pasqua e le feste di compleanno in videochiamata.
E’ la notte prima degli esami: dall’altro capo dei 1000 km rossi vi siete preparati meglio . Avete studiato almeno il 50% dell’esame e domani iniziate a scendere in strada con il libretto in mano, pronti per firmarlo: pochi dubbi di riuscire a prendere almeno 18, se non 25. Per il 30 ci vuole ancora tempo, ma nelle vostri voci, nei vostri commenti, nelle passeggiate che già vedo nella pedonalità del lungomare di Napoli o del Vomero il vento sta cambiando.
E’ la notte prima degli esami anche da questo lato, leggasi Piemonte, ma noi abbiamo studiato il 10% dell’esame e molto del nostro prossimo destino dipende dalla fortuna di avere o no la domanda giusta, l’unica che sappiamo di questo esame. Esiste anche un’altra possibilità: che il professor Covid mi dica: “Bello, non voglio metterle 18, ritorni a casa, si chiuda a studiare e torni la prossima volta”. Gli risponderei, come ho sempre fatto, che “18 va bene”. Voglio passare oltre questo esame.
MIRIAM 56 – Caro Andre, è proprio vero. E’ questa la sensazione che ho addosso, quell’emozione mista a paura. Ma più che quella degli esami universitari, la mia è quella degli esami di maturità. Quella consapevolezza netta che domani inizieremo un percorso importante, lungo poco meno di un mese, un percorso per diventare grandi e responsabili, per far si che il nostro futuro possa essere migliore. Alla maturità ti giochi, per la prima volta nella tua vita, il tutto per tutto, e sai che quel numerino che leggerai accanto al tuo nome su quella bacheca ti aprirà o chiuderà le porte agli studi che sognavi, sarà il metro di giudizio per il tuo primo datore di lavoro. La maturità dura quindici giorni, tra esami scritti e orali. Sarà più o meno lo sesso tempo che dovremo aspettare noi, per sapere se siamo stati promossi e con quanto. Saranno i numeri a determinare le nostre vite, anche stavolta. Sarà la nostra preparazione a giocare un ruolo fondamentale, e la nostra responsabilità, ma, come dicevi tu, ci sarà sempre la variabile delle domande della commissione esterna alle quali potresti non saper rispondere. Io, come feci allora, getterò uno sguardo al cielo e dirò “Pensaci tu!” e poi mi lancerò, preparata al 50%, emozionata al 40% e preoccupata al 10%. Che se tutto andasse come andò, ventidue anni fa, il nostro esame di maturità saremmo a cavallo, amico mio.
Ciao a tutti!
Ho un occhio aperto e l’altro chiuso per il sonno. Ma un giorno così importante non lo posso non raccontare.
Io oggi non ho fatto granché, ho visto un intera serie su Netflix che si chiama Summertime e si svolge a Cesenatico; vedere il mare, la spiaggia e tante altre cosa mi ha fatto volare con la fantasia. Ma non penso che quest’estate sarà come tutte quelle del passato.
Io gli esami di maturità non li ho fatti, ma ne ho fatti tanti lo stesso: come diceva Eduardo De Filippo “gli esami non finiscono mai”, ci sarà sempre qualcosa dove dovremmo metterci alla prova, qualsiasi età avremo. Sinceramente non sono in ansia e non sono emozionata, parenti da abbracciare qui a Reggio non ne ho. Avrei le mie amiche che sono la mia famiglia del Nord, ma come sapete non si possono incontrare, quindi a me cambia quasi nulla; il lavoro comunque partirà tra un mese circa. Comunque sento che l’aria è cambiata: esco già più volentieri, mi ripeto che il peggio è passato e penso al mare, sogno il mare, desidero tuffarmi nel mare nuovo che mi aspetta con giorni in cui sarà calmo, agitato, caldo, freddo, limpido e torbido. Mi farò trasportare solo dalle emozioni positive, voglio sperare che andrà tutto bene, che saremo capaci di arrivare ad una piena libertà. Insieme ce la faremo.
Un abbraccio ♥️
Faccio davvero fatica a credere, che domani entreremo ufficialmente nella fase 2. Altro che notte prima degli esami. Una notte in cui abbiamo solo la voglia di spostare le lancette in avanti. Una notte che vogliamo che passi in fretta, solo per vedere le prime luci del mattino e dire “sono libero”. In realtà sarà realmente così? Mi auguro che man mano, i nostri sacrifici siano serviti e che la libertà arriverà quanto prima. Venditti dice che è una “notte di lacrime e di preghiere”. Immagino che siano lacrime di gioia, non di paura. Immagino che dobbiamo essere fieri del nostro impegno sociale, dobbiamo essere fieri che non ci siamo piegati difronte al nemico. E proprio adesso che entreremo nella fase 2, dobbiamo stringere i denti. Venditti canta ancora:
“E quando penso che sia finita
È proprio allora che comincia la salita
Che fantastica storia è la vita”.
Ebbene si, la vita è una storia fantastica. Questo blog è la testimonianza che per 56 giorni abbiamo condiviso in nostri momenti di pura intimità, le nostre singole paure, le nostre singole emozioni. Abbiamo condiviso tanto e adesso stiamo pregando e sperando che la fase 2 vada bene. Ora è la fase più difficile, richiede lo sforzo maggiore. Ci vuole maturità e saggezza. Siamo arrivati fino a qui e adesso dobbiamo dimostrarci ancora più uniti. Non mandiamo in frantumi in nostri sforzi. Non mandiamo all’aria i sogni e i desideri di tutte quelle persone che stanno lottando da 2 mesi e poco più. Non è passato tanto tempo dal punto di vista cronologico. È volato via nei nostri cuori, nelle nostri menti e tra le nostre mani. Non lasciamo di non poter stringere il tempo. Meritiamo di costruire e di riprendere la nostra vita da dove l’abbiamo lasciata. Adesso, ci vuole solo un po’ di pazienza, ma domani sarà un giorno migliore. Ad maiora.
Buonasera ragazzi.
Stasera ci sentiamo tutti così quando la notte prima dell’esame, nel mio caso mi sono fermata a quello della maturità, in cui ansia, preoccupazioni e insonnia capeggiavano nei nostri pensieri. Ricordo che ripetevo gli argomenti ma non ci capivo nulla, la mia mente era vuota e mi sentivo un granello di sabbia davanti ad una montagna. Con queste riflessioni mi avete riportato a 20 anni fa e mi chiedo: ma da dove son passati?
Da domani sarà proprio così per me, inizierò a lavorare anch’io e mi sentirò proprio come 20 anni fa: inadatta, inesperta, impreparata. Ho paura di fare scena muta.
Abbiamo avuto più di 50 giorni per studiare e ci auguriamo che una volta sciolta l’agitazione iniziale riusciremo a portare a casa dei risultati soddisfacenti mettendo ko il prof. Malefico.
La prova che però più mi preoccupa e della quale ho timore è quella che devo superare attraverso l’umore di mio marito. Lui domani al contrario mio non andrà a lavoro perché l’azienda con la quale collabora non ha ancora raggiunto gli “stimoli” giusti per poter ripartire. Lo vedo preoccupato anche se fa di tutto per non dimostrarlo, cerco di rassicurarlo ma non è semplice. Spetta a noi donne il compito di tenere gli umori alti in casa nonostante le difficoltà che si presentano e spero di riuscire anche in questa impresa. Intanto da domani mattina sarà impegnato a fare il mammo aiutando il piccolo con le videolezioni e io nel frattempo mi preparerò a tornare a casa sfoggiando il mio sorriso migliore e così via per tutto il tempo aspettando che la situazione si sblocchi in modo favorevole.
Non vedo l’ora di poter tirare quel sospiro di sollievo come quando alla fine degli esami in bacheca scorrendo con il dito fino all’iniziale P leggo il mio nome con la scritta AMMESSA e il voto finale che per me 20 anni fa fu 75 centesimi.
Auguro a tutti voi un forte in bocca al lupo per domani, per l’inizio della fase 2.
Vi abbraccio.
Che strana questa mia domenica… Mi sono svegliata, ho fatto colazione, ho svutato la lavatrice perché nel frattempo aveva finito il suo ciclo e ho steso i panni all’aperto perché oggi a Bergamo c’era un sole bellissimo che io però non ho assaporato per nulla. Ho passato la domenica tra letto e divano senza forze e con tutti i classici dolori che ogni donna può capire. Persino la gatta, preoccupata perchè non mi alzavo dal letto si è accovacciata sulla mia pancia e mi faceva le fusa… un po’ come a dire “forza Francy! alzati e combatti”. Ma la testa diceva una cosa e il corpo un’altra e io, questa volta, ho dato retta al corpo e sono rimasta dove ero.
A pranzo ho potuto mangiare i casoncelli, quelli fatti secondo la tradizione, i miei erano piuttosto bruttarelli ma la zia dice che per essere la prima volta tutto è normale.
Nel pomeriggio sono riuscita anche a dormire un paio d’ore intervallata dall’arrivo delle vicine di casa che, non vedendomi in giardino, erano preoccupate che mi fosse successo qualcosa. Spiegato l’arcano mistero una delle due mi ha anche offerto dei panini al latte fatti da lei. Era super soddisfatta e io mi sono sentita profondamente a disagio nel rifiutare ma..l’allergia al lattosio non mi avrebbe permesso di gustare in serenità quella prelibatezza.
Che strana questa domenica passata a fare niente.
Che strana questa sensazione di disagio che vivo sapendo che domani molte cose ripartiranno..un misto di ansia e preoccupazione per quello che potrebbe essere e che, per come l’abbiamo vissuta qui a Bergamo, non vorremmo proprio che si ripetesse in nessuna parte dell’Italia.
Cari amici seduti su questo divano rosso… Qualcuno di voi domani riprenderà la vita lavorativa..vi raccomando state attenti e proteggetevi. In ogni caso, se non strettamente necessario cercare di non perdere l’abitudine di passare parte de vostro tempo tra le mura di casa. Sono la sicurezza che il mondo fuori non è in grado di darvi.
Questa sera sono preoccupata ma guardo avanti perché, sono certa, i giorni che verranno ci aiuteranno a credere che il futuro sarà migliore.
Vi abbraccio,
Francy
Ciao a tutti!!
Anche io penso che questa sera non riuscirò a dormire, come se fosse una NOTTE PRIMA DEGLI ESAMI!!! Amo questa musica!!
Uff… mi sento davvero in euforia, ho già importunato i miei vicini ascoltando musica dal alto volume, ho mangiato troppo cioccolato… sempre in attesa di domani, in verità vorrei che il tempo passi presto. Spero, col cuore, che il contagio non aumenti da me e da voi!! Speriamo bene!!
Bacione a tutti!!!
Sento il cuore a mille. Finalmente da domani potrò rivedere i miei amati nonni:coloro che mi hanno cresciuto. La mia notte prima degli esami sarà il prossimo anno,già immagino che sarò agitata,ansiosa,emozionata un po’ come stasera: da domani inizia una nuova fase,dobbiamo agire con cautela sperando che questo mostro invisibile se ne vada e speriamo che con il caldo se ne vada. La vita è fatta anche di speranze e io voglio tornare a sperare e a guardare la vita con gli occhi di una diciassettenne dove i problemi sono “dove si va il sabato sera?” Oggi,domenica passata ad allenarmi cercando di rimanere in forma e poi un buonissimo gelato al kinder cereali e cremino.
Buonanotte a tutti!
Notte prima degli esami… Non è solo una canzone che adoro di Venditti, ma anche uno dei miei film preferiti. Ai tempi comprai persino il cofanetto delux. (amo tantissimo il cinema italiano)
Tuttavia a proposito di altri esami, quelli di maturità, l’altra volta vi ho rivelato di essermi diplomata nel 1998, ma non vi ho detto il giorno. Ebbene, era venerdì 17 luglio del 1998. (adesso capite molte cose vero? :-D)
Oltre ad essermi diplomata in un giorno molto poco gradito (soprattutto in ambito artistico) sono stata anche l’ultima alunna della scuola ad essere interrogata nell’ultima maturità con il vecchio “ordinamento”, ovvero commissione esterna e membro interno dove il voto più alto era 60.
Ricordo di aver preso voti abbastanza alti, mi ero impegnata tanto, soprattutto nel tema. Avevo scelto il tema “libero” nonostante abbia sempre amato la letteratura; odiavo fare temi su Leopardi o Pascoli o altri autori. Ancora non lo sapevo ma la blogger che c’è in me stava piano piano uscendo. Alla maturità scelsi quindi il tema libero e parlai delle nuove tecnologie che ai tempi erano “internet”. Chi di voi ha più o meno la mia età sa che internet non era così diffuso e soprattutto ricorda il rumore che faceva il modem quando tentava di connettersi. Perciò capite la mia voglia di raccontare ciò che per me era assolutamente nuovo… Scusate mi sto perdendo nei ricordi…
Nei temi a scuola i miei insegnanti non hanno mai apprezzato la mia vena “giornalistica” e quindi dicevano che ero troppo “stringata” pertanto i miei voti si aggiravano intorno al 5 o al 5,5.
Invece alla maturità ho preso 6,5 e vi assicuro che per me è stato molto più soddisfacente del mio 7,5 di inglese che invece era la mia lingua straniera preferita e nella quale avevo voti decisamente più alti.
Quel giorno sono stata brava non solo perché avevo studiato e mi ero impegnata ma perché in quel momento mi stavo giocando il mio riscatto “accademico”. I primi quattro anni di superiori li ho passati in un altro istituto, quello della mia città. Alla fine della quarta superiore per vari motivi piuttosto gravi, sono stata costretta a cambiare istituto (stessa tipologia di scuola, sede diversa) e mi sono allontanata. Ho cambiato classe, insegnanti e città “scolastica”. E’ stato un sacrificio ma alla fine ne è valsa la pena. Ho avuto il mio riscatto.
Quindi adesso l’esame finale di questo periodo di reclusione non mi spaventa.
Se a 17 anni (età piuttosto critica) sono stata così audace da cambiare istituto, compagni di scuola, insegnanti e fare mezz’ora di pullman tutti i giorni (andata e ritorno) per studiare, posso affrontare anche questo momento così delicato.
Prima si trattava della mia istruzione e dignità personale, adesso si tratta della salute di tutti, forse le condizioni sono diverse, ma ad ogni modo ora arrivata la prova più importante: tornare a vivere bene!
Io sono pronta!
Un abbraccio a tutti!
Giulia
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E’ proprio vero, 15 giorni come la maturità. Tra 15 giorni sapremo come siamo andati. Posso usare una parolaccia? Ho una paura fottuta. La nascondo pensando alle prime corse vicine al mare alle sei del mattino, la nascondo con la gioia di tornare in studio se non a tempo pieno quanto meno con una certa assiduità, magari alternandomi con la mia collega con cui condivido una piccola stanza. 15 giorni in cui davvero ci giochiamo tanto, fosse pure la possibilità di farci qualche giorno di vacanza. Andrea tu sei davvero così fiducioso in noi napoletani? Io non è che sia proprio ottimista. Dalle nostre parti la tendenza a non rispettare le regole, l’abitudine a dire “Vabbuò, che fa, e jamm marescià…” è viva e vegeta. Scontiamo una certa arretratezza sociale e culturale che spesso confonde le cose. In troppi, in fila al supermercato, in banca, alla posta,mostrano una certa disinvoltura. Parliamoci chiaro: qui non saranno gli ospedali COVID appositamente attrezzati a salvarci e Il nostro sistema sanitario ha retto perché i numeri erano tutto sommato bassi. Miriam ha giustamente parlato di esame di maturità: dentro o fuori. Una finale play-out per non retrocedere. Play-out serie C, dove si gioca sul serio,è una delle partite più cattive che si possano giocare. Ho paura e domani spero di non cadere, di non farmi bloccare. Saranno 15 giorni tosti, non sono ammessi errori, non ce lo possiamo permettere. A stare in casa perché costretti siamo bravi tutti, il difficile viene adesso. Spero che in questi giorni ci si possa tenere compagnia,sarà più difficile ma sarebbe bello provarci. Vi abbraccio tutti, mai come stasera ne ho bisogno.
hahahaha Ciccio… “vabbuò” lo sò come si dice, ma cercavo qui a scoprire come si dice questo “jamm marescià” e cose significa hehe!! Notte!!
Ciao Ciccio comunque tutto il Mondo è paese anche qui di furbetti ce ne sono.
Ciao Andrea, ciao Miriam e ciao Blog.
Sembra che finalmente davvero ci siamo, da domani ricomincerà a SUONARE LA SVEGLIA, e dovrò tornare a rimettere al polso l’orologio, che di solito considerandolo l’emblema dello stress per eccellenza, quando sono in ferie o in riposo, non metto mai.
La tensione sale, le gambe cominciano ad avere la tremarella, quando sono seduto batto continuamente il tempo con mani o piedi, schiocco le dita, tanto che mia figlia a tavola mi chiede giustamente di smettere, il passaggio dal limbo di questa vita sospesa a quella normale, ha due alternative l’una opposta all’altra, PARADISO che noi speriamo, oppure INFERNO che ci auguriamo di non riprovare mai più.
La paura a cui però preferisco non pensare, è che dopo la felicità iniziale (Paradiso) per la tanto attesa LIBERAZIONE, ci possa attaccare alle spalle ancora una nuova angoscia (Inferno) per il prevedibile aumento di contagi che, con gli allentamenti delle restrizioni potrebbe concretizzarsi secondo il parere degli esperti.
La speranza è che questo non porti ad azzerare gli sforzi sin qui già fatti facendo tornare tutto da capo, non lo sopporterei.
Oggi in famiglia, abbiamo rispettato la consuetudine della quarantena, domenica = partite a carte, poi ho anche preparato la mia mountain bike, ho telefonato a 2 amici chiedendo loro se avessero voglia di programmare magari già dalle prossime domeniche qualche uscita sulle rive dell’Adda insieme a me, ed ho avuto la loro conferma, non ne può davvero più nessuno di stare rinchiuso, si sente forte il desiderio di tornare a vivere e a respirare.
Cammino su e giù per la casa, mi fermo guardo fuori dalla finestra, mi sporgo per vedere ancora più lontano all’orizzonte, per cercare di riuscire ad immaginare cosa troverò domani sulla mia strada, tutto è pronto, i piedi sono già puntati sui blocchi di partenza, in attesa dello sparo dello starter che darà il via a questa nuova, vecchia esperienza.
Penso proprio che questa notte non riuscirò a dormire, sarà una notte di grandi pensieri, proprio come se fosse una “NOTTE PRIMA DEGLI ESAMI”, una notte di quelle passate a guardare il soffitto ad occhi sbarrati, dove ti torna in mente tutto ciò che hai passato per arrivare fino a qui, e non capisci ancora quale insegnamento ne porterai a casa, e soprattutto quale sarà il tuo destino futuro…
Buona serata a tutti voi amici del Blog
Fabio
La mia canzone di oggi, non poteva che essere questa: Antonello Venditti “Notte prima degli esami”, che duplico senza pudore ripetendo la vostra 😉 🙂