MIRIAM 51 – Caro Andre, il nostro blog è sempre stato una finestra sincera sulla nostra quotidianità. Oggi, sinceramente, per me, giornata strana, rallentata, piena di pensieri cupi sull’imminente futuro. Piena di dubbi veri e profondi su cosa succederà da qui a una settimana, come ad esempio sul mio lavoro e sulla sua ripresa che al momento non viene ancora contemplata tra le varie fasi. Ho scelto un lavoro che potesse permettermi di mettere fuori le emozioni, e proprio quelle sono le più penalizzate, in questo momento. Come si può raccontare amore senza baci, affetto senza abbracci, complicità senza tocco? E poi penso ai miei figli, oggi. Mi chiedo quanto abbiano davvero capito quello che è successo, quali saranno su di loro le conseguenze di questa clausura forzata, senza amici, senza riferimenti, senza i nonni. Se prima o poi, a distanza di quanto tempo, il mostro tornerà a fargli visita nei pensieri, nei sogni. Vittoria ieri ha chiuso la sua giornata di lezione gridando a tutti i compagni e alla maestra “vi voglio bene!” e poi ha detto a me, a bassa voce -quasi a volersi giustificare per quell’impeto di affetto che probabilmente aveva immaginato fuori luogo- “e che devo fare, mi mancano…” . Non puoi fare nulla, le avrei voluto dire.
Nessuno di noi può farci nulla.
E pensare che ho sempre cercato, come fanno tutte le mamme, di proteggere i miei figli da tutto quello che potesse in qualche modo turbarli. Invece stavolta siamo tutti stati travolti, e la battaglia non è finita, anzi. Scusa il mio pessimismo di stasera, ma ho l’impressione, oggi, in maniera chiara, per la prima volta, di aver perso.
ANDREA 51 – Ho il privilegio di avere un antidoto per questi momenti. Anzi due. Tre. Quattro. Tanti. Sono le persone con cui condividi o hai condiviso momenti leggeri. Quelli che sanno come prendere la vita meno sul serio. Anche in questi momenti. Una volta, non so se sotto un effetto alcolico, qualcuno li ha definiti “illuminati” (ci ha definiti, in realtà, perché facevo parte anche io di questa cerchia). Quelli che sanno ridere o farti ridere anche durante le tragedie. Quelli che qualche anno fa si sono ritrovati tutti insieme, tutti (o quasi) in una città che non gli apparteneva. Che una sera hanno trasformato lo scongelamento di un freezer pieno di pesce in una serata di cibo e schitarrate. Dalle nostre ugole sono passate tutte: la ragazza di Ipanema, Caruso, ma soprattutto, in quegli anni, Perdere l’Amore. Era il nostro inno. Una metafora della nostra condizione di single. Erano gli anni di Solomare. Era nato un format, che riuniva gli amici che volevano passare il tempo, mangiando bene e cantando. Senza altro, solo leggerezza. Oggi siamo a casa, non sentiamo più il suono della chitarra in salone, ma apriamo la nostra chat e ogni giorno è Solomare. Antidoto. E poi ci sono quelli che, invece, più o meno tutti insieme si sono trovati a lasciare la città che gli apparteneva e si ritrovano una sola volta all’anno, seduti intorno al tavolo a decidere i destini dei loro weekend per tutto l’anno. Quelli con cui hai diviso gran parte del primo pezzo della tua vita (fino ai 25 anni almeno) e con i quali non puoi che condividere una delle più grandi gioie di settembre: l’asta di Fantacalcio. Priorità numero uno del post ferragosto, prima ancora che l’organizzazione del ritorno a scuola dei figli si pensa all’aereo da prenotare per sedersi tutti insieme, ben sapendo che si litigherà ancora via chat per un anno intero, con un’intensità e una coerenza, che se mettessimo nel nostro lavoro saremmo già tutti amministratori delegati. Lo facciamo da 26 anni. Gli anni del Fantacorrado. E ora che il campionato è fermo la nostra chat, formata da tutti napoletani e un oriundo catanese si è trasformata in “Stat a cas”. Dove il calcio, anzi il Fantacalcio divideva, la Pandemia ha unito. I risultati che si commentano no sono più quelli dei goal entrati, ma quelli delle pizze uscite dai nostri forni di casa. Ogni sera schiaccio un’icona verde di whatsapp e mi diverto. Semplice. Il miglior canale che possa guardare sono i miei amici che mi fanno stare senza pensieri. Ho il privilegio di avere un antidoto, anzi tanti.
Sai che da voi ho imparato una parola nuova per me in Italiano: SFIDA!!! Bello, ah!!! Da noi in portoghese: DESAFIO!! Quante sfide abbiamo affrontate da qui, e quante ne proveremo ancora nella fase 2!!! Bacione!
Buongiorno, Famiglia!!
Anche io ieri non mi sentivo bene. In verità questo ritorno al 04/05 mi sta lasciando molto tesa, nervosa. In nostro lavoro (Defensoria Pública – avvocati pubblici) si lavora con molta gente, gente povera, e che più degli altri adesso hanno molto bisogno della nostra prestazione. Non potevamo più aspettare, anche se la curva epidemiologica nel Brasile cresce ad ogni giorno di un modo pauroso. Prima di ricominciare, però, da 44 gg mio ANTIDOTO stà essendo leggere la Ilíada, di Homero, studiare matematica, mangiare il cibo della mamma (sono dai miei in questi giorno, abito e lavoro in una città vicina), saltare un ora di corda al giorno ascoltando musica – non mi immaginavo a farlo mai -, fare lo yoga tramite la videochiamata tre volte alla settimana con la professoressa ed i miei colleghi, che come sucede alla filha di Miriam, anche i miei mi mancano da morire!!! Ah!! Anche in questi 44 giorni ho fatto un corso di Portoguese (mi sto sempre studiando il portoguese, é difficile anche se la mia madrelingua) e studiando molto lo italiano!! E così mi passa… mi mancherà questo período di “dentro”, perché gli antiditi mi stanno funzionando. Ma vi confesso… mi manca davvero avere un amore… uffff. bacione a tutti!!!
Ciao Andrea, ciao Miriam e ciao Blog, anche per me ieri (perché oggi scrivo di mattina) è stata una giornata un po’ strana, ho ricevuto una richiesta di appuntamento per lunedì mattina, primo giorno di fine LockDown che poi ho confermato, ma vi confesso che questo mi ha un po’ destabilizzato.
Fino a qualche giorno fa, dicevo tra me e me, che non vedevo l’ora di ricominciare, e adesso che si ricomincia, mi rendo conto di avere una “paura fottuta”, sono incerto su tutto, ho mille dubbi e timori ed allora ho deciso di non pensare, di concentrarmi sull’evento e di liberare la mente dalla negatività.
Probabilmente per come sono fatto io, in questo momento la cosa giusta è proprio questa, camminare leggero sopra i problemi e le preoccupazioni, sorvolarli con pensieri che mi portino ad altro, ai momenti felici, alle persone che mi vogliono bene e che mi trasmettono forza, fiducia, allegria e stimolo a tenere duro e ad andare avanti.
Si ve lo confermo, il mio ANTIDOTO odierno a questa incertezza, è liberare la mente dalle cose cattive, fare programmi, pensare e cercare il positivo della giornata anche nelle piccole cose, lasciarmi scorrere addosso tutto il male che c’è intorno, un po’ come si fa con gli ”Haters” nei social, loro ti provocano con l’unico scopo di ottenere la tua reazione di rabbia della quale si nutrono, è difficilissimo riuscire a farlo, ma io ho imparato a mie spese, che la miglior reazione è ignorarli, non rispondere e non farmi condizionare dal nero della loro anima, è così voglio fare anche oggi.
Dunque provo a tenermi occupato inventandomi qualcosa da fare, guardando al passato che ci insegue e cercando di auto convincermi che tutto il peggio sia ormai alle nostre spalle, e provando con la mente a correre più veloce di lui verso il mio/nostro nuovo futuro tenendo conto degli errori fatti, delle regole da rispettare, ma soprattutto delle mie aspirazioni e desideri.
Non so se questa sia la giusta ricetta, ma so che al momento è l’unica che mi porta un po’ di sollievo.
Buona giornata a tutti voi amici del Blog.
Fabio
La canzone di oggi è una che mi ha sempre dato una certa carica: Loredana Bertè “in alto mare”, dove tuttora siamo noi, ma ancora per poco (spero).
Alla fine mi ero ripromessa che avrei scritto ieri sera ma poi la stanchezza ha preso il sopravvento per cui eccomi qui, mezz’ora prima di uscire di casa a scrivere quello che avrei voluto condividere con voi ieri sera.
Ho scoperto quale può essere l’antidoto giusto per me e, magari anche per voi, dopo una videochiamata per caso ieri pomeriggio con alcuni dei miei ospiti. Ascoltando la conversazione mamma figlia ieri è venuto fuori che il budino al cioccolato aveva aiutato la signora a sentirsi più tranquilla. Ora, lo sappiamo bene tutti che non è il budino a fare la differenza perché chissà quante altre volte lo avrà mangiato lei e pure molti di noi… Ma io sono convinta che il cioccolato ieri l’abbia aiutata a migliorare l’umore. Le ho promesso che oggi pomeriggio le avrei fatto recapitare dell’altra cioccolata perchè, un pezzettino al giorno, sono certa la potrà aiutare a sentirsi un po’ più felice o per lo meno ingolosirla un po’.
L’antidoto in questi giorni così complicati per me non è uno solo: è tornare a casa e trovare ad accogliermi Amelie che tra fusa e testate mi dimostra quanto sia contenta di avermi di nuovo in giro per casa;è il negozio che crea fasce sbarazzine che mi avvisa di aver creato a mano delle nuove mascherine in tessuto davvero strepitose; è la mia collega che mi chiede di cercare delle musiche per un progetto di cui per ora è tutto ancora nella sua mente e passo la serata tra autori famosi e canzoni (alcune delle quali) manco sapevo l’esistenza; è il piccolo Filippo che passando passa i pomeriggi dalla nonna (mia vicina di casa) e quindi anche con me!
Non so cosa succederà oggi o nei prossimi giorni.. quello che ho imparato è cercare sempre un antidoto alla paura, alla rassegnazione, alla tristezza. Perché c’è sempre un motivo per essere felici… nonostante tutto quello che stiamo passando.
Adesso è davvero tardissimo!!
Vi abbraccio 🙂
A stasera (se non mi addormento prima) 🙂
Buongiorno,
Un giorno che inizia prima ancora che termini del tutto il precedente, almeno il mio.
È stata una notte faticosa… Prendiamo le misure col piccolo, ma ogni giorno lui cresce un po’ di più e quindi ciò che pensavi di aver capito ieri, in realtà è già superato dal domani. Quando accade la giornata no, sento un po’ il mondo crollare. Quando invece penso di procedere “correttamente” è come se ricevessi una dose di carica che mi basta.
Il resto, l’enorme resto che ci angoscia da mesi, me lo dimentico.
Vengo da una giornata e una nottata no, e stavo appunto pensando alle conseguenze che si porteranno dietro i bambini, e a maggior ragione penso a tutte quelle che ci porteremo dietro noi mamme: perché i bambini hanno una capacità innata di andare avanti, che fatichiamo a ritrovare noi da adulti.
Riflettevo proprio su questo, il mio pargolo è ancora troppo piccolo per fortuna, ma quando l’altro giorno ho visto in foto mio nipote di quasi 4 anni con sul viso una mascherina, ho provato tenerezza.
Tenerezza perché ha un nasino talmente piccolo che la mascherina puntualmente gli cade.
Ho provato tenerezza perché lui sa che non si può uscire perché c’è un virus cattivo e si sarà preoccupato quando ha saputo che il papà ieri ricominciava a lavorare.
Ho provato tenerezza e preoccupazione perché penso consapevolmente che questa cosa sarà faticosa da gestire per la mamma e per il papà. Più faticoso di restare a casa 50giorni e passa, lo sarà convincerlo ad uscire senza incutere timore.
E ripenso alla mia situazione particolare, e mi viene da sperare che oggi sia una giornata si. Perché oggi ho bisogno di quella dose di carica, di quel pieno d’amore che mi faccia stare bene anche se devo semplicemente sostare altrove nell’altrove.
Chiara.
Ciao a tutti!
Oggi cielo grigio qui in Padania, ed anche io particolarmente giù di morale, i bambini non ce la fanno più, gli manca la loro vita di prima che chissà quando ritornerà, gli amici comunque non li potranno vedere almeno per adesso, Francesco dovrà accontentarsi di vederli una volta a settimana su Meet.
Nella mia testa pensieri tristi.
È tutto sempre più incerto, oggi sono andata a fare la spesa che orami e diventata una delle cause della mia tristezza anche andare al supermercato, e non so spiegarmelo, ho comprato un vaso perché voglio piantarci delle piantine di basilico, sarebbe la prima volta che lo faccio, speriamo bene. Ho provato a fare il gelato con la gelateria che mi sono regalata ma niente non è riuscito.
Il mio antidoto è stato il film con Miriam, mi è piaciuto molto ed ho passato un oretta e mezza di evasione. Miriam se davvero bravissima!
Un abbraccio ♥️
se da un lato ci hanno dato la speranza di ripartire e tutto sembrava portarci verso u passo in avanti pultroppo oggi si è sentito parlare di nuovi condagi e questo personalmente mi a buttato giù di uovo il morale, personalmente non so io cosa avrei fatto al posto delle istituzioni e giusto che si riparta anche per far ripartire l’economia ma mi spalenta il fatto che ancora oggi nonostante i divieti molte persona fanno ciò che vogliono per poi sentire notizie di nuovi condagi.
se da un lato ci hanno dato la speranza di ripartire e tutto sembrava un passo in avanti pultroppo oggi si è sentito parlare di nuovi condagi e questo personalmente mi a buttato giù di uovo il morale, personalmente non so io cosa avrei fatto al posto delle istituzioni e giusto che si riparta anche per far ripartire l’economia ma mi spalenta il fatto che ancora oggi nonostante i divieti molte persona fanno ciò che vogliono per poi sentire notizie di nuovi condagi.
Ciao a tutti..manco da un po’ nella scrittura, ma vi ho letti tutte le sere, siete stati una dolce compagnia in questi giorni di quarantena.
Oggi per me è stata una giornata strana..non so se positiva o negativa..tutto oggi mi riportava ad un anno fa: un sabato di diluvio, in cui dentro di me dovevo affrontare la paura di un tumore scoperto da poco e una sfida che si apriva davanti e non sapevo né come né se sarei riuscita a combatterla..tutto oggi mi ricordava quel 28 aprile 2019: la pioggia, gli odori, i pensieri..poi il miracolo, o come piace chiamarla a me, la Provvidenza: un raggio di sole, il medico sentito quasi per caso che mi dice “Una passeggiata attorno a casa puoi farla”..e allora è scattato qualcosa..ho indossato jeans, felpa e maglietta, sciarpa, scarpe e mascherina e ho fatto qualche giro dell’isolato, mezz’oretta..è stato BELLISSIMO! Non uscivo dal 6 aprile, ultimo giorno di radioterapia, se non per fare i 100 passi per buttare le immondizie, la spesa me la portano a casa..mezz’ora di aria aperta è stato come rinascere..e anche se tornata a casa ha iniziato a diluviare, tutto il resto del pomeriggio è stato in discesa! E prima di upas, leggendo le notizie, ho anche scoperto che è stato messo in Gazzetta Ufficiale il bando per i concorsi della scuola che noi insegnanti aspettavamo da tempo..
..E allora ho pensato davvero che era Provvidenza..che non sarà facile questa fase 2 che mi spaventa molto, che ci sarà tanto da darsi da fare, ma si sta aprendo una porta sul futuro di tutti noi. E oggi ho deciso che farò di tutto per entrare e per non restare fuori!
Una serena notte a tutti!
Valentina
🌈#ANDRÀTUTTOBENE
Ps: la colonna sonora di oggi è questo video bellissimo, che mi emoziona ogni volta che lo vedo..semplicemente MERAVIGLIA!
https://youtu.be/GBaHPND2QJg
Dopo varie giornate positive e belle per me (che non dimentico e tengo nel cuore), oggi è stata una giornata turbolenta e farò molta fatica a spiegarvela.
Nonostante io ami la scrittura e pensi che sia lo strumento più bello per esprimermi, spesso faccio fatica a tirare fuori i miei sentimenti più reconditi.
La scrittura è un po’ come la recitazione, se un personaggio si arrabbia anche tu ti devi arrabbiare perché devi entrare in quel sentimento per poterlo esprimere bene, anche se chi lo rappresenta in quel momento non sei tu. Non vi dico quando durante il corso di teatro ho dovuto interpretare i “Buffoni” quelli brutti, sagaci e cattivi del ‘500. Il mio poi era particolarmente intenso e per me è stato molto faticoso. (Piccola digressione: ho ancora il video di quello spettacolo e l’altro giorno l’ho rivisto, mi sono spaventata da sola 😀 )
Tuttavia sai che in quel momento è solo finzione e non realtà, quindi anche se devi entrare in quel ruolo poi ne puoi uscire. con le tue modalità e tempistiche. Insomma la situazione è gestibile.
La vita invece ti porta a provare le stesse sensazioni ma che sono lì, reali e stanno invadendo proprio la tua anima e non quella di qualcun altro.
Per varie ragioni (oltre la quarantena) sono costretta a vivere con i miei genitori che non rispettano affatto i miei spazi, le mie idee e ciò che voglio essere.
Per loro sono e sarò sempre la ragazzina adolescente che ( io dico giustamente, era il mio “mestiere”) si ribella ai no, sarò sempre anche la donna mediocre che non ha una posizione reale nella vita e che si è scelta un semplice magazziniere con l’hobby del disegno.
Perciò i nostri rapporti sono già tesi di natura.
Nonostante mi abbiano educato loro, non assomiglio in niente a loro (se non nel fisico). Credo che in me sia scattata una sorta di ribellione a determinate cose che, studiando, leggendo e appassionandomi all’arte, ho ritenuto non corrette.
Perciò gli screzi sono frequenti e oggi ho perso veramente la pazienza. Non è semplice farmela perdere, pur essendo una donna sanguigna, ho un limite di pazienza piuttosto alto, ma dopo quarant’anni di ostacoli adesso sono veramente stufa.
Tuttavia non mi sono mai demoralizzata e non lo farò di certo ora. Se penso al mio passato, mi dico che in fondo questo è solo un momento, che ho passato tempi nettamente peggiori e che i litigi ci saranno sempre ma poi starà a me prendere in mano la mia vita e cambiarla.
In tutto questo sapete quale è stato il mio antidoto di oggi? Lo sapete dai! E’ la scrittura ovviamente. L’attesa del nuovo articolo di Miriam e Andrea e l’attesa di avere un momento solo mio con gli amici sul divano mi ha fatto sopportare tutta la tensione che ho provato oggi.
Grazie per regalarmi momenti solo tra noi, come i veri amici di una volta.
Un abbraccio,
Giulia
Nel nostro corpo si sono incorporati due “tasti”: day off e day on. A seconda della giornata, ci sentiamo accesi oppure spenti. Succede e non significa essere deboli, sopratutto quando si deve fingere per il bene degli altri. Quanto ci costa questa bugia a fin di bene? Quanto ci costa questa bugia bianca? Sembra un nulla eppure pesa. Questi giorni di reclusione si fanno sentire sempre di più. Stiamo vedendo la luce eppure sembra così piccola e leggera che sembra inesistente. I bambini hanno una sensibilità magica. Dovremmo imparare dalla spontaneità dei bambini perché loro non hanno mai peli sulla lingua. Ammettano di sentire la mancanza senza girarci intorno. Hanno una forza d’animo incredibile. Sorridono sempre, ci cullano e ci coccolano. Non è che i bambini sono più adulti di noi? I bambini hanno colto più di noi il senso della quarantena. Il mondo sarà anche nelle loro mani. Un bambino di 10 anni lo ricorderà le sue giornate in casa, le lezioni online, i giochi fantasiosi e l’arduo desiderio di voler giocare a calcio nel campetto. Sono speciali per questo. Chissà come sarebbe un modo fatto da adulti con i cuori puri e sinceri dei bambini.
Ciao a tutti. Andrea con la sua chat mi ha ricordato di alcune delle: Symposium, Studi Illegali, lo Scoglio. La prima è la chat di noi filosofi contemporanei, la seconda è un chat con qualche collega praticante disperato, la terza è la chat degli amici delle vacanze. Sono state uno dei tanti appigli di questi 51 giorni: dalla vignetta per maggiorenni, ai progetti per un estate che chissà se vivremo, passando per strampalati questioni giuridiche. In realtà erano antidoti alla noia quotidiana, ai momenti di down e adesso sono l’antidoto alla paura per quello che sarà. Guardo con molta, moltissima paura al 4 maggio, saremo davvero pronti? Sapremo gestire la riapertura? Come ci comporteremo, come e quanto saremo cambiati. Oggi pomeriggio ero al telefono con un amico, è un artista, sempre con la testa tra le nuvole, anche troppo e dai suoi discorsi assurdi ho capito che c’è chi è meno pronto di me e ammetto di essere preoccupato per lui. Anche perché se dovesse combinare un guaio già so chi dovrebbe risolverlo…
Però dopo proprio su Symposium con un battuta al limite della diffamazione ho capito che sarà il solito gruppo soccorso ad intervenire. Così come sulla chat delle vacanze uno di noi ha lasciato un vocale che mi ha emozionato. Alla fine l’antidoto è uno, l’amore. Perchè alla base delle preoccupazioni per un altro quello c’è. Alla base di una battuta, quello c’è.
Adesso scusatemi ma c’è un bellissimo film con la nostra padrona di casa e vi assicuro che è un gioiellino.
Cara Miriam, Caro Andrea…
Sono 51 giorni che vi leggo aspettando quasi ansiosamente ciò di cui parlate: il famoso argomento del giorno.
Giorno dopo giorno in questi lunghi 51 giorni mi sono rispecchiata tange volte nei vostri racconti.
Sono lunghi e pensanti e pieni di incognita i giorni che sono passati, ma lo saranno ancor di più quelli che arriveranno.
Mi ricordo quel 9 marzo – sembra una vita fa – quanta forza e determinazione avevo nell’affrontare tutto questo. Mi ripetevo costantemente “vedrai sono solo 15 giorni cosa vuoi che sia”. Se ne sono sommati tanti altri di 15 giorni e con essi è andata scemando la voglia, l’adrenalina del correre da sola questa guerra col nemico invisibile.
Sbalzi di umore continui, vite messe in standby da un giorno all’altro.
Abbiamo riscoperto tante cose , certo, ma tante della vecchia vita mancano e mancheranno e qualcuno, in qualche modo, deve restituircele.
Oggi, come te Miriam, la mia giornata numero 51 di quarantena, o come la definisco io di carcerazione senza aver commesso reato, è più pesante del solito.
Poca voglia di scherzare, poca voglia di parlare, poca voglia di sorridere, poca voglia di ascoltare.
Guardo fuori dalla finestra e il tempo che c’è oggi a Napoli sembra la cornice perfetta a questo quadro interiore che sto vivendo.
Qualche settimana fa scrissi fiduciosa una poesia e l’ho titolata “Torneremo”… oggi in questo giorno così strano, se la rileggo, mi dico “quanto sei stata coraggiosa a scriverla”.
L’antidoto possiamo esser noi stessi o possono essere gli altri nessuno di noi può saperlo.
Io oggi mi sono fermata più degli altri giorni che si sono preceduti.
Mi sono fermata ad aspettare di intravedere la luce in fondo al tunnel ancora troppo blanda e troppo lontana.
Oggi mi sento persa… domani chissà!
Miriam ti capisco e mi dispiace tantissimo. Pure a me capita molto di pensare al futuro,a quello che succederà e se soprattutto tutto tornerà come prima. Non mi sarei mai aspettata che un mostro invisibile riusciusse a sconvolgere le nostre vite,a cambiare così tanto le nostre abitudini. Spero comunque che ne usciremo presto e che tutto ritorni alla normalità. Ci stiamo rimettendo tutti troppo: ci sono molte vittime, bambini costretti a stare in casa senza vedere amici,nonni…anche a me inizia a pesare questa situazione. Mi mancano i miei amici,uscire andare in discoteca… mi dispiace molto anche per upas e per voi attori e come hai detto te capisco che sia difficile girare un film senza baci,senza abbracci,e mantenendo le distanze di sicurezza. Speriamo bene,la mia colonna sonora sta diventando andrà tutto bene di Nesli,speriamo!!!
Un bacioo
A casa mi sento protetta e non so se voglio uscire. La fase due mi spaventa forse di più della precedente perché l’incertezza continua a bloccarmi il respiro e mi impedisce qualsiasi tipo di progettualità che vada oltre le prossime 24 ore e la spesa con cadenza bisettimanale. Mi sento come qualcuno che dopo un bombardamento si guarda intorno cercando di ritrovare vie, luoghi, volti che fino ad un attimo prima erano così familiari e quotidiani da poter essere riconosciuti ad occhi chiusi. Vorrei che fosse solo un gioco come diceva Benigni nella vita è bella, ma in realtà mi sembra un incubo ad occhi aperti e uscire dal pozzo profondo in cui siamo piombati sarà difficile. Vedere la finalmente l’uscita è il traguardo per cui stiamo lottando tutti, ma ho paura che questo voler rimettere in moto il paese in tutta fretta, possa allontanarci ancora di più dalla luce del giorno. Andate piano vi prego, che chi va piano va sano e va lontano.
Proprio vero questo detto: chi va piano va sano e va lontano!!!! Mi sto sempre imparando da voi. Baci