MIRIAM 41– Oggi sento, caro Andre, che è tempo di fare i conti con quello che succederà tra un po’ e di cui si inizia a parlare sempre più spesso, negli ultimi giorni. E’ tempo di fissare una nuova data sul nostro calendar, un nuovo traguardo, o un orario di atterraggio, per richiamare il concetto di ieri. E’ tempo di chiedersi se siamo davvero pronti. Io, a questa domanda, oggi non so rispondere. In maniera istintiva ti direi “si” con tremila punti esclamativi. E te ne ho parlato anche ieri, immaginando l’emozione di toccare di nuovo terra. Ma se mi fermo un secondo in più a pensarci, la risposta cambia, e diventa un sospirato e più ragionato “non lo so”. Finché siamo dentro, siamo fermi, è vero, ma siamo al sicuro. E soprattutto è al sicuro la nostra memoria, la memoria dei luoghi e delle persone che quotidianamente frequentavamo fino a quaranta giorni fa. Il bar, il parcheggio, la rai, il set, i camerini, quelle strade di Napoli che non vedo da più di un mese.
Hai presente le audiocassette di quando eravamo ragazzi? Ci registravi sopra le canzoni che amavi di più, “rubandole” dalle radio, e poi le conservavi gelosamente. Ma capitava spesso che, per sbaglio, premevi di nuovo rec quando una di quelle cassette era nello stereo e cancellavi un pezzo di canzone, riscrivendo sopra altro. Io non voglio riscrivere sulla mia memoria. Non voglio scoprire che i luoghi che amavo sono diventati altro, non voglio che il set dove lavoravo sia altro.
Non sono pronta a cancellare e riscrivere: quelle canzoni sono la mia colonna sonora quotidiana.
ANDREA 41 – C’è una parte dell’Italia a cui ho sicuramente scritto e per cui ho sicuramente scritto, ma che non ho toccato da vicino in questi 41 giorni. La mia quarantena sinora ha avuto “soltanto” la preoccupazione di difendersi dal virus. La salute prima di tutto. Finchè c’è la salute c’è tutto. Basta che c’è la salute. Leggetelo come vi pare, ma questa è stata la mia priorità. Chiuso in una quarantena privilegiata (grazie al gruppo per cui lavoro) ho potuto dedicarmi a tanto lavoro, ad alcuni progetti nuovi e stimolnanti, alla cura del blog, alla gestione delle scorte familiari di cibo e a godermi anche le telefonate di sera con i miei genitori, una volta assicuratomi che non avessero strane idee anche solo di fare la spesa in strada, ringraziando ogni giorno lo “sceriffo” De Luca per la rigidità dei controlli in Campania. Certi pensieri mi hanno preoccupato, intristito, ho provato a fare qualcosa per chi mi ha chiesto aiuto, ma mi ripetevo che “la salute prima di tutto”. E salute era solo difendersi dal Covid. Ora, però, mi rendo conto che c’è un altro aspetto della salute che non può più aspettare: la salute di un paese, che non è soltanto un indice economico da discutere nelle riunioni del Parlamento Europeo. La salute del paese è una somma di tanti elementi: è la salute delle persone che stanno perdendo il lavoro in un paese fermo e che, onestamente, non hanno la possibilità immediata di riconvertire le attività che avevano prima delle zone rosse. E’ la salute dei bambini, degli adolescenti, dei ragazzi che stanno perdendo il tempo della formazione, della cultura e delle feste dove conoscersi e darsi i primi baci. E’ la salute dei nonni che, dopo 41 giorni senza contatti con nessuno e un dito in cancrena per rispondere alle videochiamate dei figli e dei nipoti, avrebbero tutto il diritto che andassimo almeno a salutarli sotto casa. E’ la salute di quelli che lavoravano di notte per farci assistere ai concerti e a qualsiasi tipo di evento, di quelli che ci hanno accolto per anni nei bar per il primo caffè della mattina, la salute delle pizzerie e delle trattorie che hanno reso celebre l’Italia nel mondo. E’ l’altro aspetto della salute di questo paese, che sta quasi arrivando a toccare il livello di priorità della battaglia al Covid. Non bisogna uscire stupidamente dalla quarantena, non c’è da fare feste in strada, perché il livello di allerta e di contagio, soprattutto qui da noi è ancora alto. Ma occorre guardare a questo altro aspetto della salute, altrettanto importante ora. Bisogna farlo con un piano. A mano a mano.
Ciao a tutti,
Salute e Sicurezza: su queste due parole io c’ho costruito la mia professione in questi anni, eppure mai come in questi ultimi mesi ho sentito il carico addosso, pesante e inesorabile…
Non posso negare di avere avuto paura in questi 41 giorni, certo non tutti i giorni e non per me che, come tanti, lavoro da casa, davanti ad un pc, ma per gli operai del Cantiere che seguo come Responsabile della Sicurezza sì, ogni giorno, più volte al giorno…
Le mie paure erano/sono sempre le stesse: abbiamo fatto il massimo per garantire la loro sicurezza o forse era meglio fermarci e mandarli a casa, anche se i Decreti ci permettevano di proseguire?
All’inizio la risposta propendeva per la seconda opzione, ovviamente…però poi pensavo siamo proprio sicuri che non abbiamo alternative alla cassa integrazione? Siamo proprio sicuri che non ci siano attività da poter riprogrammare che magari potrebbero evitare a qualcuno di loro questa soluzione drastica? E ogni volta qualcuno rimetteva mano alla programmazione…
Certo perché essere drastici non è la soluzione migliore sempre e comunque… Pensateci bene, mica ogni volta che una pianta si ammala la si estirpa, no…? Se fosse così non ci sarebbero alternative, dovremmo sempre aspettare il Fato come Damocle con la spada sulla testa… E invece a volte l’analisi delle opzioni può evitare scelte drastiche e permettere che in un futuro quella pianta possa regalare un bellissimo fiore..
Questa serenità nell’affrontare le difficoltà però non è nata spontanea, lo devo ammettere!, anzi… è arrivata dopo una telefonata una sera di qualche settimana fa quando una delle imprese mi disse una frase che non dimenticherò mai… “Senta Ingegnere, io se non sono sicuro non li mando fuori a lavorare i ragazzi!”.
E lì mi accorsi che anche il più indisciplinato dei datori di lavoro, quello che ti fa penare per vederlo presente alle Riunioni di Coordinamento, bè anche lui, non si sa come né quando prima o poi ti sorprenderà… Quella sera, mi sono resa conto che, al di là dei ruoli e delle incomprensioni che ci possono essere anche nelle più serafiche squadre, potevo essere davvero orgogliosa delle imprese con cui lavoro, inoltre in qualche modo eravamo diventati una squadra che remava tutta dalla stessa parte…
Ecco in quel momento mi sono sentita maledettamente ripagata dalla fatica di queste settimane, perché ho capito che non ero più sola, tutti volevamo vincere questa battaglia, facendo ognuno del nostro meglio: stando attenti certo, ma non lasciando indietro nessuno, perché dietro ogni impresa, ogni cantiere, ogni lavoro c’è un indotto, fatto di lavoratori autonomi, di fornitori, di consulenti, di trasportatori, ecc che non si vede ma è fatta di persone che meritano la nostra attenzione e il nostro rispetto….
Così da quella sera, non mi sono più lamentata perché non trovavo altre mascherine per me, ho pensato che uscendo ancora meno ne avrei usate di meno e questo era il mio modo per garantire a questi lavoratori silenziosi il grado di sicurezza che meritano per permetterci domani di rialzarci vittoriosi…
Un abbraccio a tutti voi
P.S. Ho letto che c’è chi si scusava dell’essere stato prolisso, questa volta forse ti ho battuto… 😛
Buongiorno famiglia, si perché questo per me non è un blog ma una grande famiglia.
Oggi è domenica, anche se ormai i giorni sono tutti uguali,ma cerco almeno la domenica di renderla una giornata diversa,noi non potendo fare altro ci prepariamo l’aperitivo 😁
Nel vostro diario Andrea e Miriam oggi mi rispecchio in entrambi. Prima di tutto la salute,perché come dice sempre mia nonna che ha 88 anni, senza di lei non vai da nessuna parte. E poi il dubbio di cosa e come sarà dopo, e qui devo ammettere che con il passare del tempo cresce dentro me la paura dell’incognito, dell’incertezza. Tante le domande di come sarà,ma non so rispondermi ,so solo che non troverò come ho lasciato prima di partire,ma anch’io sarò diversa, sento che qualcosa dentro me sta avendo una metamorfosi,ma ancora non ho capito se questo mi piacerà, ho paura di non ritrovarmi più, di fare un nuovo inizio anche con me stessa..tutto questo probabilmente lo capirò quando sarò a casa tra le mie mura e ricomincerà la conta per i 15gg di isolamento preventivo… la vita è piena di sorprese… Buona domenica famiglia..
L’importanza di avere un piano. Andrea riprendo la parola che tu hai utilizzato ieri sera, nel finale del tuo diario. E la collego, almeno ci provo, senza alcuna presunzione di riuscire a farlo, a quanto detto invece da Miriam. Un altro aspetto della salute. Quest’ultima fondamentale per poter continuare a sperare e combattere nell’attesa(altra espressione che ritorna) del riscatto.. Quella stessa salute, e direi anche lucidità, che prima ci sembrava così scontata nella routine quotidiana, e che invece ora dobbiamo imparare a preservare. Per il nostro bene.
In effetti, le persone anziane, inclusi i miei nonni, sono le persone a cui il mio pensiero si rivolge più spesso. Persone sole, che nella maggior parte dei così non chiedono nulla in cambio, solo un po’ di affetto e di cure per i loro “acciacchi” dell’età. Persone a cui magari basta una visita, una telefonata, un aiuto in casa, una frase di conforto, per essere un pizzico più serene. Oppure un qualcosa di più semplice, a parole, come un po’ di spesa, medicine, vestiti, eccetera. Ecco, quando mi ritrovo nei miei momenti di “riflessione”, loro sono sempre nelle mie preghiere. Se noi tutti siamo adesso “fermi”, in una fase di stallo momentanea, gli anziani lo sono ancora di più, all’ennesima potenza. Sono uno dei principali motivi per cui dobbiamo evitare di arrenderci.
Faccio molta,molta fatica, io che ero abituato ad andarli a trovare(parlo dei miei nonni) a stare lontano da loro. Le merendine comprate di nascosto, le partite a carte in cui magari ti lasciavano vincere, le fughe in cerca di protezione quando si facevano arrabbiare i propri genitori. Quindi capisco benissimo, Andrea, ciò che dici. Ciò che stai provando dentro.
E Miriam, la paura di trovare tutto diverso, come hai detto tu, ce l’ho anch’io. Specie in ambiti ove risulta molto importante il contatto, il lavoro di squadra( come il cinema o il teatro stesso, o prendere un semplice caffè nel bar sotto casa chiacchierando con gli amici). Più che altro mi chiedo che persona sarò, quando le porte si riapriranno. Ma persona nel mio rapporto con il mondo esterno. Sarò in grado di riabituarmi ad una società del tutto nuova? Con regole diverse? I luoghi in cui sono cresciuto, nei quali ho lasciato un pezzo di me. Hai detto di non essere ancora pronta per pensarci davvero. Un momento ti dici di sì, e subito dopo ti torna in mente tutto il resto. Di certo non mi permetto di darti io una risposta, rischierei di “peccare” di falsa presunzione nei tuoi confronti. E nei tuoi, Andrea. E nei vostri, scrittori del blog.
Io stesso come è normale che sia ho le vostre stesse sensazioni, posso dirvi che andrà bene, ma senza sapere dove, come e quando( la palla di vetro l’ho ordinata su Amazon ma ancora non arriva😎).
Quello che mi permetto di fare( e sono solo consigli) e’ dirvi anche oggi in che modo cerco di ricablare le mie giornate. Miriam, se non sei pronta a capire come sarai e come sarà il mondo nuovo che troveremo, non ti forzare. Non ci forziamo. Ripeto, pensarci e’ doveroso, quasi naturale,basta accendere la televisione e tutto torna in mente. Nessuno è pronto ora come ora.
Quindi perché voglio collegare quanto scritto dai vostri due diari( un altro aspetto della salute e l’importanza di iniziare ad avere un piano) a ciò che vi dico adesso? Secondo me i due aspetti possono collaborare insieme. Ogni volta che vi leggo mi “costringete” a ragionare su cose che magari prima praticavo o facevo già, senza rendermi conto.
Buon piano porta a miglior salute. Mi spiego meglio. Se vogliamo intenderlo come piano generale( cosa farò, dove sarò, se ci sarò, come reagirò) stiamo già lavorando con il cervello, ma purtroppo si tratta pur sempre di supposizioni effimere. Ora, e’ così. Ma se adattassimo quel piano ad ogni singolo giorno? Avete mai provato, appena alzati la mattina, a pensare a cosa fare? Intendo proprio scriverlo. Crearsi una sorta di planning giornaliero. Scrivere proprio su un foglio le cose più importanti che ci si impegna a fare( o che si devono fare) nelle successive 24 ore. Io lo facevo già prima. Esempio, scrivere, spesa, lavorare al pc, piegare i panni(si, Sto imparando a piegarli dritti), guardare una serie, ascoltare musica( ecco un altro termine che ritorna), giocare con i figli, esercizio fisico, costruire cose nuove, anche portare la spesa agli anziani, certo.. insomma l’elenco può essere infinito. Sembra stupido, ma quando lo faccio il mio pensiero si sposta su quello. Mi sento vivo, solo leggendo i vari compiti da svolgere, e la mia salute migliora( parlo sempre di me, naturalmente)
La situazione generale rimane, si. Ma la mia mente viene messa in moto e orientata verso impegni costruttivi, che possono tenermi occupato e migliorami. Mi impedisco per la maggior parte del tempo di mettermi sempre lì a rimuginare di continuo. Magari lo faccio, ma quel momento me lo lascio alla sera, il mio momento più malinconico, quando il planning sarà stato completato e rispettato. Mi sarò mosso.
È un ago in un pagliaio. Eppure è un inizio. Non è quello che facevamo prima. Non è quello che eravamo abituati a fare. La’ fuori c’è molto di più. Non ho usato l’espressione ” molto di meglio”. Perché il meglio lo troveremo se e quando saremo pronti per farlo. Ancora non è il momento, per poterlo fare.
Quindi in breve utilizzo questo schema(si sono molto pratico):
Tenermi occupato=salute migliore, mi sento meglio, un po’ più vivo=piano migliore
Quando migliora il mio stato d’animo il piano poi lo creo con maggior trasporto. Compresa la domenica, ripeto, qualsiasi cosa si voglia fare.
Per fare un altro esempio( poi concludo) ho scelto( quando riesco almeno) di dedicarmi a questo diario in questo preciso periodo della giornata. Inizialmente avevo preso l’abitudine di farlo la sera. Ma per me è meglio evitare( per me). Verso le 9:30-10, dopo la cena, inizio appunto a provare quel senso di malinconia di fine giornata. Scriverei solo cose troppo ” malinconiche” e inizierei a parlarvi di come ero bello da bambino molti anni fa( e voi commentereste ” che noia che barba”😂).
Quindi è opportuno anche capire cosa fare in base a ciò che amiamo noi, e in che orario/momento farlo. Si,ho finito… anzi no..
Ps Sono contento di vedere anche persone che vi scrivono dall’estero, addirittura dal Brasile.. che bello😀
Questo blog tra un po’ farà scintille, ne sono sicuro! Buona domenica a tutti!🤠
Buona domenica a tutti voi.
Andrea la penso esattamente come te sulla salute. Lei è più importante di qualsiasi altra cosa. Ci siamo chiusi nelle nostre case per poterla salvaguardare da questo maledetto, abbiamo posto sotto la campana di vetro i nostri “vecchietti” perché sono i più delicati in questo casino separandoli spietatamente dai loro adorati nipotini (ma ancora non si capisce per quale motivo i bambini sono “pericolosi”). Abbiamo detto loro e ripetiamo ancora “va fatto per salute, per proteggervi” ma i nostri nonni iniziano a sentire il peso di questo grande sacrificio.
Tutte le sere facciamo la videochiamata con i miei suoceri e ogni volta prima di staccare è una stretta al cuore. I miei bimbi sono cresciuti con loro, tutti i giorni hanno avuto il privilegio di poterli vedere, il più piccolo addirittura grazie alla scuola fino a 41 giorni fa ha mangiato a pranzo insieme a loro.
Che prezzo può avere la salute? Lo so la salute è importante ma per questo i nonni si stanno ammalando di solitudine e di nostalgia.
Poi c’è l’altra faccia della salute, quella dell’Italia intera, l’economia. Molto di noi temiamo che quando ci sarà questa ripartenza dovremo fare i conti con una realtà che in alcuni casi non sarà piacevole.
Adesso quello che conta è la salute di tutti noi ma abbiamo bisogno anche di ripartire per poter star bene. Di ritrovare tutto quello che c’era prima ma in uno scenario completamente diverso, ovvio.
E chissà se su quella musicassetta possiamo fare ancora tante altre belle registrazioni di musica che ci piace e ci fa star bene.
È vero Fabio! Non scusarti per i tuoi post lunghi… È bello esprimersi e non avere paura di farlo😊
Mi hanno fatto tenerezza le parole di Andrea, dove dice che i nonni si meritano di essere salutati almeno sotto al loro palazzo
E oggi, io ho pensato ancora di più ai miei nonni. A quanto mi mancano, a quanto mi manca parlare con mia nonna e bere il vino rosso con mio nonno. Al fatto che tra qualche giorno sarà il compleanno di mio nonno e non lo possiamo festeggiare. Al fatto di quanto mi facciano tenerezza quei dei esseri così speciali..Alla malinconia che sento e che mi porta a sentire la loro mancanza ancora di più, ogni giorno..Alla paura, quella paura che oggi si è fatta sentire ancora di più, fino a non farmi respirare,la paura che un giorno non ci saranno più…
Vorrei davvero che tutto questo finisca al più presto, perchè mi mancano così tanto..
Spero davvero tanto che, nella fase due, posso andare a trovarli.. Come vi meritate anche vuoi tutti di far visita ai vostri nonni..
Certo, la salute viene prima di tutto e sarà difficile ripartire. Ripartire con calma e ritornare come prima.. Certe volte ho davvero paura, paura che tutto questi duri ancora a lungo.
E non voglio…
ciao….la salute è la cosa più importante,sopratutto adesso. Senza la salute non si vive più come prima: andare in giro con gli amici ,scuola, abbracciarsi con le persone più care,sentire le persone che dicono che la battaglia è finita. Anche se un giorno dovesse cambiare qualcosa che non ce la aspettavamo vuol dire che la cosa doveva andare cosi,
Proprio oggi tra una videochiamata e un’altra riflettevo su quanto tempo passerà prima di tornare a quella che per molti sarà la normalità. Purtroppo per il lavoro che sono chiamata a fare e che non si è fermato nonostante il virus ormai per me questa è normalità. E’ normale alzarsi la mattina per andare a lavorare, è normale indossare divisa, due mascherine, due paia di guanti e una cuffietta in testa. Sono normali i lividi che mi si formano sul naso dopo ore interminabili con la mascherina, è normale respirare a pieni polmoni quando si esce dal cancello della struttura e si leva quella benedetta mascherina. Non so come sarà quando tutto ricomincerà. Parlavo oggi con una carissima amica, le dicevo che questo 2020 per me sarebbe stato un anno speciale… Avrei iniziato il corso di specializzazione, avrei visto una carissima amica sposarsi e un’altra avere la sua prima figlia che sicuramente dopo qualche giorno sarei riuscita a spupazzarmi un po’.E invece mi ritrovo il sabato pomeriggio in giardino, a prendere il sole, in attesa che il gelataio mi consegni una vaschetta da 750 gr di gelato STRACCIATELLA e VANIGLIA, mentre in forno cuoce la mia prima crostata con il cioccolato. In altri tempi il sabato pomeriggio avrebbe voluto dire passeggiata con le amiche, magari anche gelato insieme ma soprattutto tante chiacchiere.
Ammetto che, nonostante mi continui a ripetere che andrà tutto bene, ogni tanto la paura per il futuro prossimo c’è anche in me… La paura di non poter incontrare ancora a lungo la mia amica e la mia seconda famiglia di Pordenone, di non poter portare a termine la mia specializzazione e non poter ricevere ancora a lungo le amiche in casa per una cena, un aperitivo e una chiacchierata. Mi monta una certa tristezza cominciare ad immaginare che forse a Giugno saremo ancora così e io mi troverò a festeggiare il mio 33esimo compleanno solo insieme alla mia gattina… Io che di solito mi prendevo il giorno di ferie per potermi dedicare a me stessa e alla festa della sera.
Pensare a tutte queste cose non fa altro che montare ulteriormente la preoccupazione che qualche volta sale prepotentemente fino ad arrivare alla bocca dello stomaco e mi sembra di non avere una soluzione utile.
L’unica cosa che mi sembra necessaria in questo momento credo sia quella di affidarsi a qualcuno più in alto di noi…
Io di Lui mi fido!
Buona notte amici!
Francesca io sono convinta che a giugno riuscirai a festeggiare con la tua famiglia e le tue amiche il compleanno, forse non come una volta ma almeno stando tutti insieme ♥️
Grazie Maria Rosaria!
Nel caso saremo ancora impossibilitati a vederci…festeggerò con voi lungo questi 1000 km che in questi giorni difficili siete diventati un pezzo di famiglia!
Buona domenica! 🙂
io sono convinto che riuscirai a festeggiarlo con la tua famiglia, te lo auguro di cuore ! buona serata Francesca, un abbraccio
Grazie Fabio!
me lo auguro anche io! 🙂
Ricambio l’abbraccio!
Una canzone per te mi ricorda i miei vent’anni… Che bello!🍀
Ciao a tutti!
Da parte mia c’è tanta voglia di tornare alla normalità, ma anche io penso che non sarà come eravamo abituati. Quando potremo uscire liberamente, quali regole dovremo seguire?
Cosa ne sarà delle serate a teatro o di un bel concerto allo stadio?
E chi lo sa?
Si perché sono straconvinta che nemmeno chi ha deciso di farci stare chiusi in casa lo sappia.
Prima in TV abbiamo visto in un filmato Anna Falchi a cavallo di un elefante al circo. Quindi di slancio ho detto ai bimbi che appena sarebbe stato possibile li avrei portati a vedere il Cirque du Soleil (perché ad un circo con gli animali mai li porterò per una questione di principio), però allo stesso tempo mi sono chiesta: ma sarà possibile andarci? Ed a quali condizioni?
Sono d’accordo che la salute è importante, però ci sono persone che stanno scivolando piano piano nella povertà. Quindi io penso che chi ci governa deve cercare di trovare al più presto una soluzione che faccia sì che si possa ritornare a lavorare ed a far girare l’economia senza sacrificare nessuna vita. Ora vi saluto, ché stamattina è arrivato ” Vorrei che fosse già domani” ed ho una voglia matta di leggerlo 😉
Un abbraccio ♥️
PS mi sono molto emozionata quando ho visto che avete scelto il mio diario di ieri. Grazie ♥️
Ciao Andrea, ciao Miriam e ciao Blog.
In effetti, caro Andrea, come fate presente nel vostro spunto di questa sera, oltre a quello della salute, ora comincia a farsi pesante anche l’aspetto del lavoro, con la conseguenza che oltre alla paura per il MOSTRO, si sommano altre preoccupazioni.
Io in questo momento ritengo prematura una totale riapertura, in quanto ad oggi i numeri sono davvero ancora troppo alti e si rischierebbe di ritornare da capo e vanificare gli sforzi fatti, quindi servono molta calma e molta prudenza.
In ogni caso, come giustamente diceva anche Miriam, bisogna cominciare a studiare e predisporre un piano di ripartenza, che ci permetta di rientrare senza “cancellare troppo da quella solita musicassetta” delle nostre abitudini, alla quale siamo stati avvezzi fino a 2 mesi fa, il tutto ovviamente con le giuste precauzioni, che ci facciano sentire meno insicuri nel tornare gradatamente al mondo reale, ma essendo consapevoli che certamente nulla sarà più come prima, almeno per il momento.
Tornando invece a me, vi dico cosa ho fatto oggi.
Ho esultato come se l’Inter avesse segnato un gol ad un minuto dalla fine della finale di Champions, per il solo fatto che, dopo diverse ore di coda, proprio ad un minuto dalla chiusura, sono riuscito ad entrare nella discarica del mio paese (che ha riaperto oggi dopo un mese e mezzo, con ingressi contingentati), e a liberarmi di una decina di sacchi di verde, tra siepi ed erba, che sono il frutto di 2 giorni di lavoro devastante, sono a pezzi e sicuramente andrò a letto molto presto.
Oggi poi, vi scrivo anche per chiedere scusa, mi sono reso conto che nel blog, sono probabilmente uno dei più prolissi di tutti, spesso nel raccontare la mia giornata, posto pensieri molto lunghi e stasera sono a chiedere venia a tutti voi proprio per questo.
Sinceramente non so come mai, ma è come se mi prendesse un “demone” della scrittura” che io non riesco a fermare sino a che non si placa da solo.
A volte mi capita di alzarmi anche di notte e scrivere appunti e pensieri, non solo per il blog, ma anche e molto più spesso per lavoro ed anche altro.
Per esperienza so che è meglio farlo subito, mettere di corsa tutto nero su bianco per paura di perderli nella notte e non ritrovarli più al mattino seguente.
E’ come se le parole mi sgorgassero fuori da sole senza che io le possa controllare, Vasco Rossi in una sua famosa canzone diceva “le mie canzoni nascono da sole, vengono fuori già con le parole”, ecco per me è un po’ cosi nella scrittura in questo periodo.
Mi era già successo una decina di anni fa, quando ho scritto un libro di poesie, che non ho mai avuto il coraggio di pubblicare, ma che ho fatto solo stampare a mie spese per regalarlo ai miei familiari e ad una cerchia ristretta di amici in occasione del Natale.
Dunque per concludere, stasera torno chiedervi scusa, nel caso vi avessi dato troppo fastidio con le mie lungaggini, spero almeno di non essere stato troppo noioso e ripetitivo.
Buona serata ed un abbraccio a tutti voi amici del Blog, a presto…
La canzone di stasera non poteva essere che questa: Vasco Rossi con “Una canzone per te”
Fabio, credo che se senti la necessità di dilungarti tu debba continuare a farlo… In un periodo particolare come questo è importantissimo esternare le proprie emozioni e non lasciarle a metà. Quindi, prolisso o meno, continua così!
Un abbraccio!
Francy
Fabio sbaglio o sei stato tu ad aver chiamato questo lungo salotto BLOGTERAPIA? Quindi perché farti problemi e chiedere scusa? Abbiamo da scrivere ancora 1000km di parole. 🤗
Vai Fabio continua sempre così (Andrea)
Grazie per il conforto ragazzi, sono giorni un po’ difficili e a volte mi succede di non essere più sicuro di nulla.
Anche penso che tu debba scrivere tutto quello che senti. Io li leggo sempre volentieri i tuoi pensieri.
Buonasera a tutti. Sapete perché ogni sera vengo qui? Perché dite cose di buon senso, perché non si prende in giro chi legge. Avete provato a leggere il blog di qualche famoso giornalista, intellettuale, personaggio in vista? Una vergognosa accozzaglia di pensierini scritti male e pensati peggio. Le vostre sono le prime parole sensate sulla ripartenza,su quello che sarà, sui nostri timori. Tutti fenomeni, tutti pronti, tutti a pretendere di aprire, di partire a mille fregandosene della salute, delle persone. Che bella cosa ha scritto Andre stasera: la salute. Una salute che è la colonna portante del paese e che per qualche politico da fiera e imprenditori a mio avviso molto poco capaci non conta nulla, come se se la cosa non li tocchi e invece dovrebbe perché sull’orlo del precipizio solo un cretino si mette a ballare.
Io non so cosa sarà, come e quando. Lo affronterò come tutti, con una dose di paura, con un occhio ancor più vigile e con il coraggio di fermarsi, di esternarla all’occorrenza. Quel liberi tutti che fantastichiamo resterà una fantasia, non balleremo per strada, ci incammineremo piano piano verso una nuova normalità.
Ciao a tutti, leggendo le parole di Andrea ho sentito dentro un pensiero: finalmente qualcuno che riesce ad esprimere quello che penso anch’io sulla tanto discussa “fase 2”! E grazie anche a cicciomarcello, per aver trovato le parole giuste, quelle che a me stasera proprio non venivano, per rispondere!
Grazie ad entrambi e grazie a tutti per questo spazio che ci unisce!
Buona notte! 🌈
bellissima canzone e bellissimo video, ciao Ciccio, buona serata.
Da noi, in Brasile, vogliono tornare tutto subito. Siamo impauriti 😥😥. Buon sabato sera a tutti!!!!
Sto pensando molto alla cosiddetta “riapertura”. Credo che arrivati a un certo punto sia necessario e sia doveroso stare attenti a non riaprire tutto e tutto insieme. Il cittadino non deve trovarsi nella situazione di scegliere tra salute e lavoro, bensì deve lavorare in salute. Quando si cucina si sta molto attenti agli ingredienti da usare, un po’perché è una questione di combinazioni giuste, un po’perché ognuno di noi vuole mangiare bene e sano. La società dovrebbe funzionare così. Però la perfezione non è di questo mondo (è anche il titolo di un bellissimo libro) perciò l’unica via è fare funzionare ciò che abbiamo a disposizione.
Non bisogna avere paura dell’esterno, dell’altro o di non essere pronti. Ogni problema è un’opportunità per noi, facile o difficile che sia. Dopo questo funesto periodo ci saranno mille difficoltà per chi non ha salvagenti ma ci sarà anche tanto coraggio nel voler ricominciare. Io spero solo che “lui” abbia insegnato ad ognuno di noi il senso di “comunità” ovvero ciò che è comune è di tutti e va salvaguardato.
Sento che si può costruire ancora un futuro anche se la salita sarà molto più ripida di prima…
Un abbraccio a tutti!
Giulia