MIRIAM 37 – Caro Andre, oggi ho riflettuto a lungo, grazie ad un “Diario degli Italiani” arrivato verso ora di pranzo. L’autrice ci segue da un account “Mattia”, e chiude il suo diario facendo una domanda a me e a te, ma anche a tutto il nostro lungo divano rosso. Lei racconta di aver portato a galla, in questo mese di quarantena, una parte della sua vita, quel 30% spesso sommerso, al quale non vuole rinunciare quando tutto finirà. Anzi, rilancia: vuole partire proprio da quel 30, costruendoci (vedi che torna la costruzione) intorno tutto il resto. Un nuovo fulcro, dunque. Delle nuove basi su cui costruire una nuova impalcatura.
Ci ho pensato, e rispondo qui a Mattia.
Ho ragionato sul mio 30% : a casa ci sono sempre stata pochissimo. Per colpa di un lavoro frenetico, vero, ma spesso perché credevo che “fuori” ci fosse di meglio. Ricordo di sabati e domeniche in cui preparavo i bambini (non senza stress ma, di base, credendo di fare loro un piacere) e li portavo in giro, in lungo e in largo per la città. Li ho portati a vedere qualsiasi cosa: musei, mostre, panorami spettacolari. Certo, avrò permesso loro di conoscere tante cose, tanti posti, e di questo sono certa me ne saranno grati. Ma forse, qualche weekend in più a casa, a giocare sul divano o a vedere un film, o a cucinare insieme o a insegnare loro a saltare la corda, avrei potuto farlo. Ora che non possiamo fare che questo, ora che il mio 30% è pari alla totalità della mia giornata, mi accorgo di quanto sia bello. Mi manca sicuramente andare in giro con loro, ma quando tutto ripartirà lo farò, spero, molto meno spesso. Asseconderò di più i loro tempi, passerò “con loro” più tempo di quanto ne passavo “assieme a loro”.
Partirò dal mio 30%, provando a costruirci attorno il mio nuovo futuro.
Grazie Mattia.
ANDREA 37 – “Penso e scrivo”. Il mio 30% sommerso è nato 30 anni fa. Ero in terza elementare e la maestra ci avevo dato questo compito giornaliero. Come prima azione appena entrati in classe dovevamo tenere traccia dei nostri pensieri. Penso e scrivo: in terza elementare ero monotematico, il lunedì raccontavo delle partite del Napoli la domenica precedente, il sabato di quelle della domenica successiva. In mezzo alla settimana i racconti della Coppa Italia e della Coppe Uefa.
Penso e scrivo alle medie è diventata una coppa vinta in prima media grazie a un concorso di poesie, in cui avevo parlato della droga, quella che negli anni ’90 definivamo tutti “una delle piaghe della società moderna:” (i due punti erano parte stessa della definizione).
Penso e scrivo al liceo è aver imparato a dare una struttura alla mia scrittura grazie prima a Clelia e poi a Francesco, aver paragonato “Bella” di Jovanotti ad un sonetto del Petrarca e aver preso così 9 a un compito in classe di italiano.
Penso e scrivo all’università sono stati tutti gli articoli che ho dovuto fare sul calcio semi professionistico per arrivare a diventare un giornalista pubblicista, tutte le domeniche passate nelle redazioni di vari giornali campani a sentire i dirigenti che inventavano o semi inventavano le cronache dagli stadi di periferia di Campania, Sicilia e Calabria. Un archivio di tanti articoli che solo una fan sfegatata come mia zia Mary poteva conservare nella sua soffitta di casa. Una collezione che abbiamo scoperto solo quando lei non c’era più.
Penso e scrivo si era fermato nel 2008, anzi era diventato scrivo senza penso. La mia scrittura l’avevo affidata solo all’istinto delle pagine dei social media.
Il mio 30% è lei: la scrittura realistica, quella di chi osserva le cose e prova a darne una sensazione quasi tattile. Ed è tornata 37 giorni fa, quando abbiamo iniziato scriverci e ho deciso che era anche il tempo di pensare. Penso e scrivo.
Ciao a tutti,
stamattina ho avuto un po’ di situazioni da “apparare” come si dice nella mia città del cuore e così ho trovato il tempo per leggervi solo con il secondo caffè, forse con il terzo caffè vabbè…, della giornata e quindi eccomi qua!
Ho letto ogni singola risposta sui Vostri 30% e adesso mi sembra giusto condividere anche il mio: due anni fa non ero per nulla soddisfatta della mia vita e così ho fatto un salto nel vuoto, ho cambiato lavoro, ho chiuso una storia sulla quale avevo grandi aspettative, purtroppo deluse, ho fatto un bel respiro e ho premuto reset…
Prima della detenzione forzata (scusate ma mi rifiuto di dargli un nome ufficiale), per poter realizzare quel 70% della mia vita che amo alla follia e che mi calza perfettamente a pennello, ho dovuto sacrificare qualcosa inevitabilmente: un po’ perchè non amo mostrare le mie fragilità, un po’ perchè non ero pronta a farci i conti…
Certo non sono state rinunce volute ma che di fatto sono diventate realtà perché, poco a poco, sono uscite dalla mia routine, allora cosa c’era in questa routine a cui avevo rinunciato?
C’era la lettura di un libro la sera, c’erano i bigliettini che mi scrivevo a mo di diario segreto just in time, c’era la cottura di una buona cena preparata con amore, magari seguendo la ricetta della mamma con pazienza, c’era la sorpresa realizzata con molto impegno per una persona cara, c’erano le vacanze organizzate per fare coincidere le ferie con i cugini che pian piano erano partiti per l’Europa e non più tornati, c’era tanta curiosità per le cose che non conoscevo che si trattasse di un libro di un autore esordiente o la visione per la prima volta di un’opera lirica a teatro, c’era la lista delle cose che lasciavo indietro, con le solite scuse, quando avrò tempo farò… prima o poi dovrei fare… Mi piacerebbe fare.., ma che inevitabilmente rimandavo ad un poi che di fatto non arrivava mai, c’era un trasloco sempre rimandato…
C’erano tutte quelle cose che sono andata a scovare in queste settimane nella mia memoria e che mi hanno fatto compagnia: il ricordo dei ravioli la domenica mattina, i miei amatissimi libri, la musica più variegata, il disegno a mano libera, un minimo di beauty/fitness routine e tanto altro…
C’è, a sorpresa, la consapevolezza di essere una persona “risolta”, non ho drammi da superare, non ho paure da vincere, non ho paranoie da assecondare, ecco sono pronta, anzi desiderosa di passare alla fase successiva della mia vita, il mio lato emotivo/sentimentale ma mai romantico è pronto ad uscire allo scoperto.. e insieme al gilet catarifrangente, al casco e alle scarpe da Cantiere farò uscire anche un po’ della mia femminilità, in fondo va bene che sono un’ingegnere ma sono pur sempre una donna, anzi a tal proposito ho trovato uno smalto che fa proprio al caso mio 😛
Un abbraccio a tutti voi
P.S. Mattia era il nome di mia nonna e quindi anche il mio, perché a casa mia i nomi si tramandano da generazioni
Quarto giorno di diario. Buongiorno e buone nuove a tutti. Dunque, da dove partire questa mattina.. sono già due ore che sono sveglio, dopo aver fatto il mio nuovo workout modificato. Continuo a pensarci da ieri sera. Devo davvero fare i complimenti a Mattia( che da quanto ho capito è uno pseudonimo utilizzato da una autrice) per la sua intuizione sulla questione del 30%. Mi capita spesso di mettermi a pensare alla mia vita di qualche anno fa, o giù di lì. Specie di sera, momenti in cui la maggior parte di noi diventa più malinconico e riflessivo. La cosa dell’analizzare un po’ ciò che si è fatto e cercare di prenderne il buono è ottima. Anche se si tratta solo di un 30,20,10% o quel che sia. Se devo dirvi la verità ed essere quindi sincero, cari colleghi di scrittura, mi rendo conto solo ora che io per primo tendo a fare un bilancio generale delle mie azioni, seppur a livello inconscio.
Partendo dalla mia adolescenza, e così via fino ai giorni nostri. Questa “pratica”, se così vogliamo chiamarla, o questa nuova fase di “costruzione”, per riprendere il tema di ieri( che ritorna sempre) può andare bene. Ma. C’è un ma. Dicevo che, se parto dalla mia adolescenza, ne trovo tanti di errori. Tutti lì, messi in fila, che sorridono e sembrano quasi dirmi ” hai sbagliato ancora, e io sono qui per ricordartelo!” Di quali errori parlo? Moltissimi. Giornate buttate davanti ad uno schermo, invece di godermi passeggiate all’aria aperta con gli amici( cosa che mi manca parecchio). Situazioni in cui ho perso la calma, in cui ho discusso, mi sono fidato delle persone sbagliate.sono stato umiliato, messo all’angolo, isolato. Situazioni in cui io, non volendo ovviamente, ho escluso delle persone, e magari proprio quelle che mi volevano veramente bene.
Anni di studio persi, mesi interi di lamenti invece di risolvere i problemi, parole dette e poi seguite da un immediato pentimento. Ovviamente non sono qui per raccontare tutti i minuti sbagli che ho commesso, ad un certo punto sarebbe troppo noioso. Tutti noi, abbiamo fatto, facciamo e faremo ancora sbagli. Prendiamo e prenderemo granchi. Ci lasceremo andare senza pretese, senza essere ricambiati da quella cosa o persona come noi vorremmo.Avremo paura. E se non fossi abbastanza? Come hai scritto tu Miriam, se ci fossi stato di più con chi mi vuole bene? Che sia un figlio, un nonno, un genitore eccetera eccetera.
Continuando così, saremmo schiavi di noi stessi. Perché è impossibile essere perfetti in tutto e per tutto. Impossibile piacere a tutti. Spesso è proprio con chi amiamo che abbiamo più ‘terrore” di sbagliare. Ed è normale. Anch’io facendo un sunto prenderei anche meno del 30%. Sono d’accordo. Ma.. c’è un altro ma.
Quel 70% che resta, io non lo butto via. Me lo tengo stretto. Mi spiego meglio. Non lo rinnego. Nel senso che, sicuramente è qualcosa che eviterei di rifare, trattandosi di cose che voglio modificare. Ma senza aver commesso quegli sbagli, in quei momenti, senza aver vissuto determinate esperienze, non sarei quello che sono ora. Devo prenderne il buono certo, ma fanno comunque parte della persona che sono diventato. Mi hanno fatto maturare. E poi, magari io penso di aver sbagliato, ma in realtà può essere il contrario.
Ad esempio, chi mi dice che se in quell’ occasione avessi fatto X invece di y, avrei fatto meglio? Per prendere il tuo esempio, Miriam, quando hai detto di essere stata troppo ” fuori”. E adesso vuoi trascorrere più tempo con i tuoi splendidi figli. Giustissimo. Fantastico. Ma se posso dirti, non colpevolizzarti troppo per quello che pensi di aver potuto perdere o fare in modo sbagliato. Non fare come ho fatto io che volevo sempre puntare a cambiare il passato colpevolizzandomi per ogni cosa perduta o sbaglio commesso( secondo me). Magari è vero, senti che potevi fare qualcosa di più. Ci sta. Ma sai cosa vedo, quelle poche volte che ho intravisto i tuoi figli nelle dirette, o in qualche foto postata? Vedo due raggi di sole, due bellezze con un sorriso gigantesco stampato sulle labbra. Si vede. Con sorriso, non intendo una risata messa lì tanto per fare contenti, ma della gioia che trasmettono dai loro occhi quando ti guardano. A me arriva il sorriso di due persone che hanno ricevuto tanto.
È vero, magari a volte puoi essergli mancata. Questo si, per vari motivi. Ma sapevano e sanno che ci sei. Sempre. Manchi fisicamente, si, ma sanno che se hanno un problema tu corri e vai da loro. Quindi in realtà ci sei. Quando saranno grandi e si troveranno ad affrontare la vita vera, e sapranno farlo, si diranno: ” Se sono in grado di farlo, e’ perché ho avuto chi mi ha mostrato la via per farlo, quando contava davvero!” Poi tutti sbagliano. Ma in quello che gli avete insegnato, ci siete. Dico questo perché anch’io ho avuto due genitori del genere.
In vari momenti mi sentivo solo, da figlio, non parlavo con loro, durante la mia infanzia. Ma ero sicuro che anche se sembravano distanti, loro c’erano. Sempre. Come sono sicuro ci sei tu. Stare 5.000 giorni di fila appiccicato ad una persona( figlio o chiunque sia) non vuol dire che devi sentirti a posto perché hai fatto il tuo. E no. Conta la qualità di quello che insegni, i valori, le regole,l’amore che trasmetti.
E questo messaggio e’ per tutti. Anche per me. Quando smettiamo di giudicarci di continuo e ci accettiamo per quello che siamo, sbagliamo anche meno. Non deve essere una scusa per fregarsene e sbagliare apposta, ma spero di essermi spiegato.
Quindi si io da quel 30% riparto e costruisco cose nuove. Ma di quel 70% ne faccio tesoro allo stesso tempo. Magari imparando da esso, per fare meglio. Ma senza questo sarei incompleto per maturare e proseguire davvero.
Una ultima cosa. Miriam( Andrea lo dico anche a te, anche se ti conosco solo da quattro articoli🙂) e cari amici… lo sapete quale è secondo me la cosa più grave che si può commettere? E continuare a perseverare? Togliere la libertà agli altri. Imporre per forza il proprio pensiero. Questo è grave. Le persone che vedo veramente infelici sono quelle che nella loro infanzia non hanno potuto scegliere, per motivi diversi. Questo vuol dire proprio buttare il100% della propria vita nel secchio, e buttare il100% di quella degli altri.
Per il resto, siamo esseri umani. Perdoniamoci e perdoniamo. Come sempre vi lascio con una mia chicca: Miriam.. avevo deciso di stare lontano dalla cioccolata per due giorni almeno.. poi ho visto quel fondente al 90% e… vabbè, avete capito! Se la vi!😝🙂🙂😉
Ciao Andrea, ciao Miriam e ciao Blog.
In effetti, secondo me anche per merito di questo blog, molti di noi hanno tirato fuori quel 30% di “nascosto” che, come dicevate nel vostro pensiero introduttivo, ognuno ha dentro di se, il fatto poi di potersi confrontare con altri che avevano evidentemente la stessa esigenza è stato uno stimolo a farlo, ed il tanto TEMPO a nostra disposizione per riflettere sulle cose, che nella vita normale non abbiamo, è stato l’altro elemento decisivo che ci ha ulteriormente dato questa spinta.
Dopo che l’altro giorno vi avevo parlato della pazza idea di stravolgere la mia vita con un cambiamento radicale, ieri pomeriggio mi sono visto un film di PIF, Pierfrancesco Diliberto, “Momenti di trascurabile felicità” che parlava di come noi, a seconda dei nostri stati d’animo e situazioni scegliamo di avere un tipo comportamento anziché un altro, e questo poi, come fosse una sorta di “sliding doors”, ha delle conseguenze sulla nostra vita.
Le scelte che facciamo e l’utilizzo del TEMPO che ci è concesso come un “DONO”, ci portano ad essere persone diverse, ad avere vite differenti, a dare importanza ad una cosa piuttosto che a un’altra, ad una persona piuttosto che a un’altra, ma quali sono le nostre priorità?
Ad un certo punto della vita, oppure in situazioni come quelle che stiamo vivendo, ti senti spinto a guardarti indietro e a guardarti dentro, per capire se quel “DONO” che ti è stato concesso lo hai utilizzato bene oppure no.
Se purtroppo scopri che la tua situazione è la seconda, e capisci di non averlo usato nel modo migliore, per occuparti di cose che egoisticamente in quel momento secondo te avevano la priorità (esempio dedicare troppo tempo al tuo lavoro e poco alla tua famiglia), ma che poi ti sei reso conto che non erano le cose davvero importanti della vita, che forse hai pensato troppo a te stesso e alle cose materiali e poco agli altri, e non hai più il tempo per rimediare, ti potresti “risvegliare” constatando di aver vissuto una vita insieme a tante persone, ma in realtà di essere sempre stato solo.
A PIF, nel film viene concessa una seconda possibilità, di tornare a vivere la sua vita per soli 92 minuti dopo essere morto in un incidente per una sua SCELTA imprudente, e lui ripercorrendo con la mente “il suo percorso”, si accorge di aver tralasciato e dato meno attenzione ed importanza ai suoi affetti e cerca di rimediare in quell’ora e mezza di vita residua che gli è stata donata come bonus.
Allora sapendo di dover morire, fa tutto ciò che non aveva mai fatto prima, cerca di ricostruire un rapporto con la figlia, va per la prima volta a vedere suo figlio in piscina, si pente di comportamenti scorretti con la moglie e le regala momenti di infinita tenerezza, insomma cerca a modo suo di rimediare ai suoi errori e di dare l’ultimo saluto ai suoi cari in modo da potersene andare avendo messo le cose a posto, e riuscendo poi addirittura ad ingannare il destino.
Ma quello era un film, nella vita reale le cose sono differenti, è importante fare le scelte giuste adesso che abbiamo ancora il tempo per riuscire a realizzarci a pieno come persone, per capire che sei stato importante per qualcuno, che hai fatto qualcosa di buono nel tuo passaggio “quaggiù”, che hai lasciato qualcosa di positivo di te al futuro.
Questo bellissimo film, mi ha dato lo spunto per meditare sulle priorità della vita, cosa che in questi giorni, in questa situazione, in maniera molto forte suppongo sia successa anche a molte altre persone.
L’insegnamento che ne ho tratto, è che per avere serenità, bisogna vivere in pace con se stessi ed in maniera limpida la propria vita, imparando ad avere un po’ più di pazienza e a sopportare i difetti degli altri, appianando gli spigoli delle controversie, mettendo da parte orgoglio, rancore, rabbia, odio, e tutte le cose negative, e cercando di tirare fuori tutto il positivo ed il bene che abbiamo dentro e di donarlo agli altri, ed in particolare ai nostri cari, sfruttando al meglio questi giorni che “ci obbligano” a stare insieme molto di più, perché non vale la pena di litigare e stare male per cose di poca importanza, la vita è troppo bella e troppo breve per essere sprecata in questo modo, e gli imprevisti sono sempre dietro l’angolo.
Un saluto a tutti voi.
Fabio
La mia canzone di oggi è “Wonderful life” di Black
Qualche anno fa pensavo e scrivevo, ma buttavo via quel quaderno. Mi succedeva spesso.
Poi, dall’inizio dell’anno, l’ho iniziato a fare seriamente.
Ci sono giorni che scrivi dei piccoli pensieri, altri in cui scrivo dei piccoli raccanti che mi passano per la testa.
Da qualche giorno, quei pensieri sono rivolti al mio amico Paolo dato che in questo periodo ci stiamo sentendo poco. Gli racconto delle cose che già sa, e altre cose che non sa perchè la nostra amicizia è stata un pò a tratti per via di alcune esperienze passate.
La mia amicizia con lui mi fa pensare alla storia della fiction “L’amica geniale”…Si, proprio come quelle due protagoniste, così siamo anche noi..Stanno lontane per qualche periodo ma poi trovano sempre il modo di ritrovarsi sempre…Stanno lontane, ma sanno che possono contare sempre l’una sull’altra!
All’inizio pensavo di parlare del 30% perchè, come ho detto, la nostra amicizia è stata un pò a tratti.Ma lo è stata per via di alcune persone che ci ostacolavano.
Paolo sa tutto di me..
Sa dei miei problemi più intimi e personali.Sa dei miei amori andati male che, in certo senso, ci tenevo veramente e se delle volte ci penso, ci sto un pò male perchè le cose potevano andare come speravo.Mi ha insegnato ad essere forte su questo campo, ma anche su altre cose.
Paolo sa anche che mi è capitato di tentare al suicidio quando non accettavo la mia omosessualità..Mi ha insegnato ad essere me stesso e a non farmi nessun tipo di problema..Mi ha insegnato a non vergognami quando voglio cantare a squarciagola quando stiamo in macchina, o quando sto da solo a casa o se ci sta anche la mia famiglia…Mi ha insegnato a pensare con più serenità al momento in qui lo dirò a casa..Quando quel momento verrà da se e la mia famiglia starà seduta su quel divano e io dirò tutto senza avere vergogna e senza avere paura.
Con lui ho fatto le migliori cose che, in una amicizia, possono succedere.
Proprio stamattina mi ha mandato un’audio su Whatsapp e mi ha detto <>…Quelle parole mi hanno fatto capire quanto sono fortunato ad avere un amico come lui.
E oggi, penso e scrivo a lui..Alla nostra amicizia, al bene che ci vogliamo.Al nostro caro amico Francesco…Agli anni che non abbiamo vissuto la nostra amicizia.A quando ci siamo conosciuti quasi 10 fa.E dopo 10 anni,possiamo dire che ci siamo sempre stati, anche quando eravamo lontani per colpa di alcune persone che stavano nella nostra ‘comitiva’ e ci ostacolavano.
E proprio come dissero le due protagoniste de “L’amica Geniale” nell’ultima puntata della seconda stagione, anche noi ci ripetiamo spesso.
<>
<>
Era questo che volevo raccontare qui da un bel pò, ed era anche ciò che volevo dire nella diretta che hanno fatto Miriam e Andrea.
Non permettete mai a nessuno di ostacolare la vostra amicizia con il vostro migliore amico o con la vostra migliore amica.
E se c’è qualcosa da salvare con la vostra migliore amicizia, non salvate solo il 30%. Ma salvate tutto!! E ritenetevi fortunati se anche voi avete la vostra amica geniale o il vostro amico geniale.O, forse, i vostri amici geniali.
Buonanotte e un abbraccio a tutti!!
Ciao,anch’io ho scoperto questa realta’. Prima passavo 80% fuori casa tra scuola,attvita’ e amici. Durante questa quarantena mi ha fatto comprendere che anche stare a casa è bello
Ciao a tutti. Il mio 30% sommerso stava in realtà cominciando ad emergere negli ultimi due anni. Quelle che erano sempre state mere intenzioni si erano trasformate in abitudini. Avevo ripreso a correre, avevo ripreso un’alimentazione più regolare e curata, avevo nuovi stimoli lavorativi,avevo ripreso a guardarmi attorno sul piano sentimentale e degli amici Ora lavoro tutti i giorni (tranne la corsa) per fare in modo che quel 30% non torni negli scatoloni dove lo avevo confinato senza un motivo particolare. Però c’è una parte di quel 30% che invece sta tornando a galla in questi giorni, come la passione per “la voce”, ho rivisto vecchi filmati in cui recitavo, e mica roba facile: tragedia greca, Pirandello, Shakespeare e mi ricordo di tutti quelli che dicevano “Marcè ca….che voce che hai” mentre io me ne vergognavo. In questi giorni si profila all’orizzonte una possibile collaborazione con una radio, che sta sempre in quel 30%. ed è quella scalpita di più. Cose che mi mancano e cose che sto riscoprendo, un 30% confuso come quell’angolo di libreria di cui vi ho già parlato. Un 30% che voglio combinare con il resto e magari spacchettare le proporzioni per capire cosa conta e cosa voglio davvero. Una sola costante, la musica:
Penso e scrivo… ed è una cosa che ormai da un po’ di giorni mi tiene compagnia ogni sera.
Penso e scrivo… io che spesso devo mettere ordine ai tantissimi pensieri che mi frullano per la testa soprattutto in questo periodo.
Penso e scrivo… Oggi è stata una bella giornata, strano detto da me non credete? Eppure adesso che sono tranquilla in salotto con il pc davanti e la gatta che scorrazza per casa rincorrendo il laccetto che, fino a qualche minuto fa, richiudeva la mia colomba pasquale posso ritenermi soddisfatta del mio martedì di rientro dalla mini pausa Pasquale.
Penso e scrivo.. Oggi al lavoro la protezione civile ha portato in omaggio delle colombe pasquali che l’amministrazione della casa di riposo ha deciso di regalare a tutti noi dipendenti (un bel gesto, non trovate?); tornata a casa ho video chiamato un’amica – ex collega per condividere alcuni attimi vissuti in questo martedì; prima di cena spulciando tra i miei contatti social ho scoperto che una carissima amica che vive a Buenos Aires è in attesa del suo primo figlio…
Penso e…decido di scriverle con il mio spagnolo arruginito per dirle la mia felicità per questa meravigliosa notizia, una ventata d’aria fresca in questo clima così teso… Per cui grazie Lujan per avermi regalato un attimo di felicità, per avermi permesso di allenarmi con lo spagnolo e per avermi dedicato parte del tuo tempo…non è così scontato sapete?
Questa sera a Bergamo è arrivato un vento fortissimo, alberi che si piegavano a destra e a sinistra senza sosta, aria gelida che la mia gattina quando ho aperto la finestra poco dopo è rientrata…Sono state un paio d’ore terribili poi tutto si è calmato e la vita ha ricominciato a scorrere nella totale normalità…
Ecco, noi in questo momento siamo nel pieno della tormenta, mi piace pensare che poi all’improvviso tutto si calmerà e noi, sicuramente non da subito e con qualche accortezza in più, torneremo a fare la vita di prima, con una consapevolezza maggiore forse.
Penso e scrivo… forse, a proposito di costruire e quindi della nostra serata precedente, dovrei seguire il consiglio di alcune amiche… crearmi una sorta di diario emotivo e raccontarmi… Ci vuole coraggio per lanciarsi nel vuoto…Penso e…forse comincerò a scrivere…prima o poi, chissà!
Un abbraccio grande a tutti!
Io credo che oggi mi abbiate scoperta, mi avete letto nel pensiero… Oggi posso dire di non avere un 30% negativo che vorrei diventasse positivo in realtà.
Però di una cosa sono certa: so quale deve essere il fulcro della mia vita.
Non l’ho mai messo da parte e nemmeno relegato in un angolo.
Ho sempre cercato di gestire il mio tempo al meglio e non rimpiango le scelte che ho fatto anche se gli errori sono stati tanti.
Penso e scrivo… Io scrivo anche quando penso… Mi capita spesso di avere una storia in testa, oppure un articolo per il mio blog e di pensarci per un giorno intero (o più) e poi scriverlo direttamente. Per questo scrivo anche quando penso.
La scrittura è sempre stata presente nella mia vita in varie forme, anche quando non avevo ancora chiaro chi volessi diventare.
Però ho cominciato a scrivere sul serio, con impegno e dedizione solo verso i trent’anni quando la mia vita ha subito la sua prima svolta. Vivevo in un appartamento che non ho mai sentito mio con un ragazzo che forse mi aveva amata ma che non mi amava da tempo ed io ero troppo ingenua per accorgermene.
Il risultato è stato che la storia è finita, addio appartamento, sono tornata a casa dei miei e mi sono ritrovata indietro nel tempo.
Mi sono vista davanti ad un bivio: abbandonarmi o rivivere. Ho scelto una nuova vita e ho scelto di ascoltare ciò che nel mio cuore è sempre stato presente.
Così ho deciso di frequentare un corso di scrittura creativa e poi il resto lo sapete.
Forse quel 30% è rimasto relegato nel passato dove la mia vita non era quella che desideravo davvero.
Adesso manca solo un piccolo click e poi il download è completato e posso partire con altri programmi 🙂
A presto!
Giulia
Ciao ragazzi.
Miriam io ho il “problema”, se così posso definirlo, inverso al tuo. Avevamo promesso ai bimbi che in primavera avremmo iniziato il nostro viaggio alla scoperta della nostra Napoli. Li avremmo portati in giro piuttosto poltrire nei fine settimana rispettando poco i loro tempi e i loro hobby tecnologici. Vivo in un paese a 20 km da Napoli e nonostante posso toccarla con le mani quasi non la conosco. Mi ero immaginata con zaino in spalle, macchina fotografica e occhi spalancati da tanta bellezza. La stanchezza a fine giornata al confronto sarebbe stata solo un inutile dettaglio. Tante cose le ho viste attraverso le puntate di UPAS: le visite guidate di Viola, i vicoli in cui i malviventi si rincorrevano. Musei, giardini, chiese, palazzi, piazze, galleria, strade ecc. sarebbero state delle vere scoperte per loro ed invece è tutto rimandato. Ecco questo è il mio 30% dal quale sarei voluta ripartire ma purtroppo un coso infame ha ben pensato di paralizzarci mettendo in pausa tanti importanti progetti. Pazienza.
Ciao a tutti!
Anche nel mio caso il mio 30% di sommerso venuto fuori da questa quarantena è sicuramente la scrittura. Quando ero adolescente adoravo scrivere: quando c’era il compito di italiano, io ero sempre stimolata ad affrontarlo. Ed avevo sempre il massimo dei voti, amavo raccontare il mondo intorno a me, amavo raccontarmi. Poi mi dilettavo anche a scrivere poesie, che erano sempre dedicate al ragazzo di turno di cui ero infatuata. Insomma, scrivere era una valvola di sfogo nei momenti in cui mi sentivo un po’ in gabbia. Con il passare degli anni, a singhiozzo qualche poesia l’ho scritta.
Ma è davvero grazie a voi, Miriam ed Andrea, se ho riscoperto la gioia di scrivere e di mettermi a nudo.
Addirittura sto pensando anche io di scrivere una storia. Però non so se ne sono all’altezza anche perché non possiedo nemmeno un diploma. Ho la qualifica da parrucchiera, poi, quando lavoravo nel settore metalmeccanico, mi sono iscritta alle scuole serali, per la precisione quello che una volta si chiamava istituto commerciale; sono riuscita a fare solo il primo anno e l’ho superato anche con un bel sette e mezzo. Ma all’inizio del secondo anno ho dovuto lasciare perché non riuscivo a reggere lavoro e scuola. Insomma, ci voglio riflettere sopra. Questo stare a casa ha un po’ ridimensionato la mia vita, vorrei cambiarla in meglio.
Un abbraccio ♥️
Ciao…certo Miriam ti capisco…io purtroppo anche normalmente passo molto tempo a casa,a studiare e spesso mi annoio. Oggi ho passato molto tempo a leggere il tuo libro davvero bellissimo scritto accuratamente e spero che questo tempo passi presto perché ho voglia di ripartire di fare qualche viaggio poi facendo il linguistico quest anno sarei dovuta partire per la Spagna.
Comunque sei una donna meravigliosa e i tuoi bambini sono fortunati ad avere una mamma come te…un bacione