ANDREA 34 – Stop. Oggi ho avuto bisogno del riposino pomeridiano. La pennichella di Roma, la siesta di Madrid. Quella che mia madre mi imponeva da piccolo, quando in vacanza ascoltavo dal balcone le voci della spiaggia alle 3 del pomeriggio, ma io non potevo essere lì, perché “prima dormi, poi alle 5 si scende”. Ho dovuto fermarmi perché la velocità e le cose fatte nei 33 giorni precedenti mi hanno più volte impedito di riflettere a fondo. Conservavo solo questa scrittura serale, che ha spezzato il ritmo frenetico delle mie giornate come un taglio di Fontana su tela. Eppure la focalizzazione, il pensiero profondo fino ad arrivare alla forma estrema di meditazione o preghiera sono dei momenti necessari per ripartire o guardarsi intorno. Di questi avvisi ne è piena la letteratura di management, talvolta critica verso il multitasking che fa perdere la concentrazione sui progetti più importanti, ma anche la scrittura Biblica, se pensiamo al passo del Vangelo di Luca riservato all’operosità di Marta rispetto alla vita contemplativa di Maria. Le stesse leggi vanno in questa direzione: non possiamo guardare il cellulare, mentre guidiamo. Il rischio è comprovato. E poi fermarsi spinge a vedere al di là delle apparenze. Al di là di tutto oggi ho capito che, dietro tutte le preparazioni di casatielli e pastiere di questi giorni, c’è più desiderio di ricordi e di memoria che non del gusto stesso. Anzi, forse quel gusto dato dalle mani delle nostre nonne, zie o mamme, lo stiamo deturpando. “Non avevo voglia, ma è tradizione e lo dobbiamo fare”, come mi ha detto la mia amica Rosaria oggi, mentre in tempo reale mi dava istruzioni sulla doppia lievitazione. Al di là di tutto ho pensato che le videochiamate con 8 amici sono belle, ma quando ti fermi anche 5 minuti a fare un discorso più profondo con 1 o 2, ne esci meno divertito, ma più appagato. Stop, domani è Pasqua. Ci fermiamo un po’.
MIRIAM 34 – Ci siamo giurati sincerità, caro Andre, 34 giorni fa. Magari diari non bellissimi, idee non rivoluzionarie, ma soprattutto e prima di tutto la sincerità. E io oggi voglio essere sincera. Io mi sono resa conto che al 34 esimo giorno di quarantena io inizio ad odiare le videochiamate con gli amici. Profondamente. Mi mettono tristezza e malinconia. Mi danno la sensazione di qualcosa che prova a mettere riparo tra cocci rotti, mi ricorda troppo da vicino quello che potrebbe essere ma non è. Io amo circondarmi di amici, e lo sai. Amo soprattutto ascoltarli mentre si divertono, guardarli, osservarli. Ritrovare nei loro gesti una familiarità, un già visto che mi rassicura e mi rilassa. Io nelle videochiamate vedo sempre e solo i tempi morti di ascolto, e le volte in cui parliamo tutti insieme e non si capisce nulla. Odio i tempi di attesa delle risposte, le connessioni che a volte fanno cilecca. Odio che si appaghi solo la vista, e non il tatto. Non mi piace non poterti mandare fisicamente a quel paese spingendoti il braccio, non mi piace salutare Sami senza poterle toccare il pancione, o vedere Ceci con quei capelli ribelli e non poterci passare le dita dentro. Non sopporto vedere Micky senza poterlo realmente guardare negli occhi e capire al volo cosa pensa, o sentire Vale che fa il suo primo casatiello e non poterle dare una mano fisicamente a impastarlo.Io non amo le distanze, non le ho mai amate, non sono mai stata capace di dimostrare affetto a distanza. Io inizio a non sopportare più questa lunga pausa, sento che mi manca davvero una parte fondamentale della mia vita che è fatta di contatti umani. Lo so, mi dici che è un periodo, che tutto tornerà come prima. Ma io, mentre tu prendi una pausa e ti fermi, vorrei che il mondo riprendesse a girare come piace a me. Che riprendesse vita, che risorgesse.
Scrivere o evitare di farlo. Mettere qualcosa per iscritto, su carta,oppure chiudere la pagina e far finta di niente. La risposta? Alla fine mi sono deciso. Eccomi qui tra voi, amici, colleghi, compagni di viaggio, o qualcosa del genere. Ci ho messo un po’ prima di capire che non aspettavo altro che questo. Un luogo dove poter condividere una piccola parte di me stesso, un piccolo spazio dove lasciarmi andare, anche solo per un istante. Quale miglior giorno se non quello di Pasqua, per iniziare a farlo?( a proposito, auguri a tutti)! Auguri Andrea. Ho seguito la tua diretta con Miriam, qualche giorno fa. Che dirti, anche se ancora non ti conosco, mi hai trasmesso subito simpatia, umiltà e voglia di fare. Mi piace il tuo modo di scrivere, di far percepire la tua passione. Si vede, che sei amico di Miriam. Quasi dimenticavo(scherzo)! Auguri anche a te, Miriam. Che questo possa essere il primo di tanti giorni speciali, sia nel privato che nel campo professionale. Ciò che penso lo sai già, sai la profonda stima che ho nei tuoi confronti. Quindi inutile ripeterlo. Ma lasciami solo dire una cosa, lascia che ti ringrazi. Sono anni che nutrivo il sogno di scrivere un mio diario, privato, dove collezionare a poco a poco minuscole e delicate parti della mia anima. Mai fatto. Per paura, egoismo, superficialità. Ho sempre amato scrivere, leggere, creare. Nei miei testi però mi sono spesso affidato ai miei personaggi, di qualsiasi genere essi fossero. Ho sempre fatto parlare loro al mio posto, senza mai attuare un confronto reale. Oggi sono qui, dopo averti chiesto una decina di volte come funzionasse il blog. In realtà lo sapevo già, ma cercavo solo un tuo parere( l’ennesimo, lo so), un tuo incoraggiamento per partire, quasi fossi una guida. E lo sei in realtà. In un momento molto difficile della mia vita, qualche anno fa ormai, in cui ero ancora in una fase “immatura”, se così si può dire, mi hai trasmesso la tua esperienza, il tuo ottimismo verso la vita,la tua generosità nel donare consigli preziosi(li conservo ancora). Adesso quella fase è passata, sono un uomo ormai. Non ti ho mai ringraziata abbastanza,pensavo di risultare il classico fan che scrive solo per farsi commentare o mettere un like.Non mi interessano ne i like ne i commenti. Oggi, 12 Aprile 2020, voglio farlo, solo perché sono sicuro che tanto leggerai, e leggerete. Mi basta. Detto ciò, il blog è nato per condividere le nostre giornate. Se devo dirmi le mie, alla fine sono sempre diverse. Ieri ad esempio mi sono alzato presto, ho seguito i miei workout mattutini, ho scritto, letto libri, ascoltato musica, e poi ho visto Papa Francesco in Tv. Cercherò man mano di raccontare cosa mi accade, ma se ho deciso di essere qui tra voi, c’è anche un altro motivo. Va bene condividere, va bene raccontarci, ma non dimentichiamoci mai che ce la faremo. Ne usciremo migliori, più umili e più attenti alle piccole cose. Evito l’ipocrisia, se vi dicessi domani finisce tutto baci e abbracci per tutti, sarei un idiota. Ci tengo tuttavia a portarvi speranza, positività. Ognuno di noi ha superato le proprie prove nella vita, le mie molto spesso le ho affrontate da solo, costretto a guardarmi dentro. Questa prova è diversa. È tosta, si, ma ci riporta alla comunità, alla parola popolo, squadra vincente, fratellanza. Prima correvamo, inseguivamo qualcosa, ma che cosa? Soldi? Benessere? Il tempo per dedicarci a noi purtroppo era sempre meno, se ci pensate. Abbiamo il compito di crederci. Anche per coloro che no non ce l’hanno fatta e che sono nei nostri cuori. Ci stanno dicendo cazzo, combattete, siamo con voi. La cosa più bella di oggi? Facile. Pasqua. Resurrezione. Quindi Miriam, torno per un attimo a parlare con te, prima di chiudere( penso di aver scritto anche troppo)! Il tuo ultimo articolo, di oggi, è bellissimo( e quando mai ne scrivi uno brutto😆), ogni parola ti rappresenta. Ti dico però non molliamo. Non mollare. Mai. Hai detto di non voler nominare il “maledetto” che sta cambiando le nostre vite. Per rispetto per te, evito di chiamarlo per nome qui. Dentro di me però lo chiamo eccome. Gli dico ” Maledetto ……., potrai vincere oggi, domani, dopodomani.. ma tanto farai la fine che meriti… ti distruggeremo!!!” E poi scusa se te lo dico… mi chiedo… vuoi fermarti così, lasciando la storia tra Serena e Filippo in sospeso? Vuoi far vincere il buon Ferri? Conoscendoti, non credo proprio. Quella si, che sarebbe una vera tragedia, per tutti noi😝. Ok, mi fermo qui. Come inizio ho buttato giù poca roba devo dire. Mi aspettavo almeno sei pagine, mi sono contenuto. Se vi farà piacere( compresa te ovviamente) cercherò di essere presente il più possibile, impegnandomi a portare un po’ di gioia e Speranza. Se invece non ho passato l’esame… beh, sono comunque contento di avervi incontrati.
Ps io le videochiamate con gli amici devo ancora capire come si fanno, per cui sto messo peggio🙂😉Matteo
Ciao a tutti!
Anche io ho fatto sia la pastiera che il casatiello per questi giorni di festa. Vorrei che ai miei figli rimanesse il ricordo delle varie ricorrenze come è stato per me in tutti questi anni. Gli odori mi hanno sempre ricordato varie fasi della mia vita, per esempio amo l’odore dei libri. Quando ero ragazza per leggere dovevo nascondermi, perché mia madre la riteneva una cosa inutile, io mi ero organizzata anche per la notte mi infilavo sotto le coperte usavo una torcia a penna così riuscivo a raggiungere il mio scopo.
Anche io come te Miriam sento la mancanza degli abbracci, anche perché molto spesso uso i gesti per comunicare le mie emozioni. Nel abbraccio si racchiudono un sacco di cose: amore, paura, gioia, dolore, sollievo.
Vi lascio con un pensiero di Luigino il poeta
“Siamo angeli con un’ala soltanto, e possiamo volare solo restando abbracciati.”
Un abbraccio ♥️ Buona Pasqua
https://youtu.be/ziBga4SbRX4
Buonasera blog.
Inizio col ringraziare voi che avete avuto il pensiero di farmi gli auguri.
Oggi appunto ho ricevuto tanti auguri con videochiamate e per quanto in un momento così delicato possano essere belle lasciano addosso uno sapore amaro. Mi trasmettono malinconia e tanta tristezza perché amo la manifestazione fisica di affetto: un abbraccio, una stretta di mano, un bacio non possono essere sostituiti da una telefonata tecnologica.
Oggi in quasi tutte le case i protagonisti sono stati il casatiello e la pastiera ed è vero, spesso vengono fatti più per mantenere un ricordo che per il gusto di volerli mangiare. Impastando riaffiorano quei momenti in cui con le nonne o con la mamma si preparavano torte dolci e salate della tradizione ed era sempre una festa, giorni spensierati e pieni di amore.
C’era la nonna da un lato che te la dava vinta su tutto, la mamma dall’altro che ti bacchettava ad ogni movimento sbagliato. Era tutto più bello perché c’era quella semplicità che oggi abbiamo dimenticato, le tradizioni venivano da sé perché si attendeva appunto la tradizione per poter fare il casatiello o la pastiera, oggi invece mantenere viva la tradizione sembra quasi un obbligo “non ho voglia però devo”. Anche a me capita di pronunciare questa frase, vorrei poter tornare indietro e fermare quel tempo che scorre inevitabilmente e ritrovarmi di nuovo bambina dove il mio dovere più grande era quello di giocare.
Stasera vi lascio questa canzone di
Mr Rain FIORI FI CHERNOBYL
“Portami in alto come gli aeroplani
Saltiamo insieme, vieni con me
Anche se ci hanno spezzato le ali
Cammineremo sopra queste nuvole
Passeranno questi temporali
Anche se sarà difficile
Sarà un giorno migliore domani”.
Auguri di una Buona Pasqua ❤️
https://youtu.be/BATH_RQFt3Q
Buon compleanno Mena!sono in leggero ritardo ♥️
Questa settimana compirò 35 anni, venerdì 17, nel bel mezzo di una pandemia mondiale. Non lo avevo immaginato cosi il mio compleanno. Avevo programmato di andare a vivere nella mia nuova casa, dopo i numerosi lavori effettuati. Stavo aspettando questo mese di aprile per rinascere e far partire la mia vita e invece sono qui, nella stanza della mia adolescenza a scrivere una pagina di diario, ora come allora. Oggi ciò che conta è stare bene, non contrarre il virus che potrebbe essere letale anche per le persone giovani. Ecco, le priorità sono cambiate, questa pandemia ha messo in discussione tutte le cose che credevamo importanti, mettendo al primo posto la salute, gli affetti, la sopravvivenza. C’è chi sostiene che alla fine di tutto questo ci sarà una rinascita per ognuno di noi, stare da soli con noi stessi ci aiuterà a guardarci dentro e a crescere.
Siamo stati presi alla sprovvista, da un giorno all’altro ci siamo ritrovati chiusi nel nostro bozzolo, da troppo tempo lasciato vuoto per riempire altri spazi che forse non ci sono mai appartenuti veramente. I giorni passano lenti, la paura che nulla sarà più come prima ci attanaglia, ma poi basta guardare fuori dalla finestra e vedere la primavera che avanza, i fiori che colorano gli alberi, il cielo terso e il canto degli uccellini per sentirci fortunati. Nonostante io non possa festeggiare il mio compleanno come avevo fantasticato, ho ancora il privilegio di essere qui, per assaporare gli attimi di questa strana e solitaria stagione. Apro la finestra e una brezza leggera mi accarezza il viso, credo sia la speranza, come un’amica fedele non mi ha mai lasciata sola in questi 34 giorni di quarantena.
Tantissimi auguri mena anche se in
Ritardo
Mia cugina di Vieste oggi ha preparato per la prima volta la pastiera.
È stata la sua prima volta perché in tutti questi anni gliel’abbiamo sempre portata noi da Napoli. A maggior ragione oggi aveva bisogno della sua madeleine di Proust.
Domani la benedizione della tavola fatta da mio padre mi mancherà tantissimo…lui usava l’acqua Santa, ma il profumo era quello di fiori d’arancio.
Un bacio grande fino a Madrid … a tutti e tre❤️ Miriam
Cari Miriam! Ciao Andrea! Ciao a tutti!
Questa sera avete toccato un tema che mi sta veramente a cuore e per questo non so se riuscirò davvero a scrivere tutto quello che sento e penso.
Sono sempre stata una persona fisica, ho sempre sentito il bisogno del contatto con l’altro mostrandolo anche solo con una semplice stretta di mano.
Quando abbraccio una persona ne sento anche l’energia e quando è positiva è come se un piccola scossa attraversasse anche il mio di corpo e mi facesse sentire in sintonia con l’altro.
Abbraccio spesso chi amo è come se fosse un modo silenzioso di dire: “Ti voglio bene, stai qui!”
Lo faccio anche con i miei nipoti che hanno ancora l’energia di chi si affida all’adulto, sono ancora dei bimbi pieni di fantasia e voglia di giocare. Una volta, mia nipote che ha solo tredici mesi, era stanca e sua mamma la teneva in braccio. Non è una bambina che si fida subito dell’altro, ha bisogno di tempo pur essendo molto solare. Mi ha visto e mi ha buttato le braccia al collo per venire da me. Poi ha appoggiato la testina sulla mia spalla e si è rilassata. E’ stato davvero bello, mi sono sentita in pace.
Mi manca tutto questo e ho un po’ paura che tutte queste distanze ci facciano diventare delle persone fredde e fastidiosamente spaventate dall’altro.
So che vi ho ammorbato con la mia passione per il teatro, ma vi assicuro che questo tipo di arte aiuta molto ad essere in sintonia con le persone, a non avere paura di entrare in contatto (anche fisico) con l’altro.
Per esempio immaginate di avere una maschera neutra sul volto, non potete esprimere alcuna sensazione con il viso, non sarebbe visibile. Dovete mostrare qualsiasi sentimento con il corpo, che sia amore, amicizia, felicità. risentimento, rancore o rabbia non ha importanza. Pensate di dirigere tutto questo verso un’altra persona che indossa la stessa maschera.
Inevitabilmente entra in gioco il corpo e vi assicuro che il tatto è uno dei sensi più belli ed energici che l’uomo possa avere e spesso sostituisce qualsiasi parola. Il nostro corpo è uno strumento sensibile e sincero.
Si riesce a conoscere meglio l’altro, a sentirne l’energia e a farne un ricordo indelebile.
Io non scorderò mai tutto questo, difficilmente dimenticherò le persone che ho abbracciato e la sensazione che ho provato qualunque fosse il motivo per il quale lo stavo facendo.
Non a caso concludo sempre i miei post con “un abbraccio” perché davvero vorrei poter essere lì e abbracciarvi e ricordarmi di quel momento.
Questa sera oltre ad un super abbraccio vi dico anche Grazie… una delle parole che amo di più del nostro infinito linguaggio…
Giulia
Anche il mio oggi è stato un giorno di stop… Oggi è sabato e non si lavora… o meglio, oggi è sabato e io non ho messo piede in casa di riposo… Ho passato la mattinata inzialmente al Supermercato a fare un po’ di spesa per me e per i miei vicini di casa anziani (è innegabile come io faccia di tutto per cercare di aiutare coloro che sono nella fascia d’età a me lavorativamente più vicina) e in seguito sui fornelli…
Mi sto cimentando in alcune preparazioni per me nuove ma che sembrano dare buoni risultati… oggi ho impastato la pasta all’uovo per fare le tagliatelle domani, ho preparato l’insalta russa e domani mattina, prima di andare in RSA preparerò gli altri antipasti… Ho deciso che non voglio precludermi nulla nonostante quello di domani sarà il mio primo pranzo di Pasqua da sola dopo quasi 33 anni!
Domani, inoltre, forse per evitare quel senso di solitudine su cui sto riflettendo da qualche giorno, mi sono offerta di sostituire una collega e quindi passerò un paio d’ore in casa di riposo per fare gli auguri ai miei ospiti, regalerò le statuine di cioccolata che ci hanno regalato nei giorni scorsi e passerò camera per camera a fare gli auguri.
Sarà anche per loro una Pasqua diversa e forse la presenza di qualcuno, che renda una parte di giornata più allegra, non può che far loro bene… Quel qualcuno sarò io!
Il sabato pomeriggio è poi il giorno dedicato alle chiamate Whatsapp… teniamo il sabato perché di fatto è l’unico giorno in cui io sono libera da impegni di lavoro, oggi poi ne ho approfittato per sentire qualcuno che non vedevo da tempo per i tradizionali auguri pasquali e per sincerarmi sulle sue condizioni di salute dato il periodo.. Anche a me, Miriam, manca tantissimo non poter abbracciare i miei affetti importanti; io che, al di là di tutto, sono una persona estremamente fisica e questa costrizione a “tenere le braccia conserte” mi pesa enormemente.. Mi aggrappo alle video chiamate con tutti i programmi più disparati possibili per poter, almeno vedere, i miei genitori e mio fratello (che non vedo dai primi di Marzo), mia cugina, Chiara e le mie amiche importanti… Vederli mi da una carica diversa, un modo per sentirmi meno sola, un modo per dirmi “Va bene Francy, questa Pasqua non sarà come le altre volte, ma tu non sei sola… Loro ci sono, nel cuore li porti sempre con te!”…
E allora, anche se da sola, che sia una Pasqua di rinascita per tutti!
Vi abbraccio, perché ormai non posso farne a meno, da quella parte di Divano che si trova a Bergamo!
Auguri a tutti, Auguri a noi!
Buona Pasqua!
Francy
Oggi è stato un giorno off. Spento al massimo e con tanta apatia, fino a quando non ho visto su Rai 1, Bruno Vespa che menzionava la casa di riposo di Madonna dell’Arco. Questo è il paese in cui sono nata e cresciuta che poi ho dovuto lasciare. In questo periodo, il paese era ricco di gente e sopratutto di fedeli. La Pasqua per il mio paese è un periodo particolare perché si ricorda il primo miracolo che si è verificato. Vedere le foto o le storie dei miei compaesani, di un Santuario così maestoso ma allo stesso tempo così spento, perché hanno dichiarato il paesino zona rossa proprio per evitare gli spostamenti verso la chiesa, è un duro colpo al cuore. Se mi avessero detto che un giorno avremmo provato sulla nostra pelle, un senso di vuoto e di inadeguatezza, non ci avrei mai creduto. Ci reputiamo tanto forti, tanto coraggiosi ma dentro ai nostri occhi e sul nostro cuore, si nasconde quel velo di fragilità. Ma quanto ci pesa questa fragilità? Mi chiedo, cosa prova il Papa nello stare in quella chiesa così maestosa e così potente? Quanta forza ha nel trattenere le lacrime, nel vedere una piazza come quella di S.Pietro vuota?Ora mi auguro di trovare un po’ di forza in più
per domani. Mi auguro che questa domenica di Pasqua, verrà ricordata negli anni successivi, con il suo vero significato, che dalla morte noi siamo risorti.
Io credo che la video chiamata di gruppo ci serva solo per non affondare, per fare ognuno da chioccia all’altro. E’ chiaro che una serata passata insieme, un caffè, anche una riunione di lavoro fatta fisicamente abbia tutt’altro sapore, significato. Oggi ci siamo sfidati a colpi di foto di casatielli, pastiere, bimbi al loro primo incontro con l’uovo di cioccolata, cose che viste da vicino sarebbero state una bella occasione di casino, di voci, sguardi, abbracci e che adesso mancano terribilmente. Teniamocele strette le video chiamate per adesso, non possiamo contare sempre e solo su chi vive con noi, figuriamoci chi per una qualsiasi circostanza vive solo e lontano da casa. Fermiamoci a riflettere, ma se ne abbiamo bisogno facciamolo. Buona Pasqua a tutti!
oggi il mondo si ferma tutti in preghiera al di là del propio credo tutti uniti difronte ad un unico dio che si è immolato per noi sulla croce, morto e risorto per salvàre l’umanità per redimerci dai nostri peccati, l’immagine delle pie donne dinanzi al sepolcro difronte al miacolo più grande la risurrezione , un dio che risorge vincendo la morte ed è a lui che dobbiamo affidarci in questi giorni di Pasqua donando a lui tutto il nostro cuore con fede, preghiera,speranza. affinché possa stendere le sue braccia sul mondo rafforzare la nostra fede, dare forza ai tanti malati e a chi è lì in prima linea a combattere questo brutto male rinunciando ad una Pasqua con la propria famiglia per un bene comune, medici, infermieri, forze dell’ordine, i tanti volontari che aiutano le tante associazioni che portano un aiuto alle tante famiglie meno fortunate di noi. basti pensare all’associazione regina pacis di cui la meravigliosa Ilenia lazzarin ne fa parte sempre lì impegnata a dare una mano. sono volontari che si impegnano ogni giorno senza chiedere nulla in cambio a fornire beni di prima necessità come pane, pasta, aqua, pannolini per i bambini, e perché no anche un sorriso che non guasta, il mio appello è quello di no criticare, non insultare, non offendere, ma chiedere chi a bisogno si metta in contatto no c’è preferenza o colore della pelle loro sono li per ciascuno di noi in questi momenti difficili siamo tutti uguali tutti figli di quel dio che a dato la vita per noi. davvero complimenti ed un’imboccalupo a te Ilenia e a don Gennaro fondatore dell’associazione, e infine una serena e santa Pasqua a tutti, in particolare alle tante persone che affollano gli ospedali lottando ogni giorno con le propie malattie, e con con questo virus con laugurio di una pronta guarigione, e alle tante persone che pultroppo non c’è l’anno fatta vanno le nostre preghiere affinché possano raggiungere il regno dei cieli e sedere alla mensa del Signore.
Stamattina mi sentivo come in prigione dove non potevo vedere nessuno, Ero anche arrabbiata con il mondo e con tante persone che non si rendono conto in che situazione stiamo veramente. Ma su internet leggo di tanti medici e infermieri che hanno aiutato e continuano ad aiutare persone malate di Covid rischiando la loro vita e quindi cerco di essere positiva,fiduciosa e di avere pazienza.
Hai ragione Miriam…anche a me mancano i contatti umani,mi mancano i miei amici,i miei nonni con i quali sono cresciuta. Mi mancano gli abbracci,la libertà di fare le cose di tutti i giorni.
Oggi non sapendo cosa fare ho guardato i Trolls il cartone che tu ieri hai pubblicato nelle storie. Poi ho preparato la mantovana dolce buonissimo con i pinoli. AUGURO A TE E A ANDREA UNA BUONA PASQUA!
MARTINA
AREZZO
Oggi ho pianto come una bambina… Rivoglio come tutti la mia vita… Le mie gioie semplici, magari banali… Rivoglio poter abbracciare come forse ho fatto poche volte ma d’ora in poi farò sempre quando ce lo permetteranno…
Ciao Miriam, ciao Andrea e ciao Blog.
Oggi comincio facendovi ridere, in questi giorni, a proposito di “pause”, avevo accantonato la mia agenda di lavoro, che è una di quelle agende dove non sono scritte le festività, e dove necessariamente ad inizio anno, le devo segnare io con una X sul giorno in questione, scrivendo solitamente anche la tipologia di festa.
Dovendola riprendere in mano stamattina, in quanto mi hanno chiamato clienti, notai e banche per delle pratiche che sto seguendo, mi sono reso conto che sul giorno che avrei dovuto indicare come “Pasquetta”, avevo scritto “Santo Stefano” e mi sono fatto una grande risata.
Forse già a gennaio, mi ero travestito inconsciamente da oracolo / indovino, nel prevedere, che la nostra festa di Pasquetta, non l’avremmo potuta festeggiare se non molto più avanti.
Stavo pensando, che in pratica, tutto questo è partito quando ancora indossavamo i giacconi, le sciarpe ed i guanti, e terminerà quando saremo in maniche corte e costume, in sostanza quest’anno abbiamo fatto il cambio di stagione stando chiusi in casa.
Saltando di palo in frasca, ieri sera ho sentito in diretta il discorso del nostro Presidente Conte, e mi ha veramente colpito perchè ha fortemente ribadito il concetto che dobbiamo essere uniti come popolo ed affrontare tutti insieme questa situazione cercando di remare tutti dalla stessa parte, perché chi fa il contrario purtroppo ci indebolisce come nazione agli occhi del mondo.
Ritengo che questo concetto sia fondamentale, per i campanilismi e le opinioni politiche ci sarà tutto il tempo quando ne saremo usciti, è una cosa davvero brutta che un unico popolo, non sia unito contro un nemico comune così difficile da combattere.
Purtroppo, ha anche detto che la quarantena sarà prolungata fino al 3 maggio e mentre lo diceva, ho guardato i miei figli, ed ho pensato a quanto possa pesare loro questa situazione, e mi sono reso conto del fatto che ad esempio mio figlio Nicolò, non esce dal 1 marzo (qui tutto è cominciato un po’ prima), ma anche noi, a parte mia figlia Valeria, che lavora al supermercato, non usciamo più o meno da allora, (a parte una volta la settimana per la spesa mia moglie ed io idem solo per farmacia e benzina).
Confesso che quando ho sentito la nuova scadenza ho subito pensato “io non so se riuscirò ad andare oltre”, perché davvero non ce la faccio più, anche se sinceramente me lo aspettavo.
Pur di riavere la nostra vita normale, tornerei volentieri a riprendermi il mio stress da vita frenetica e a fare cambio tra l’ansia del sabato sera “da genitore” che resta sveglio ad aspettare i figli finché non sono rientrati, e la calma di questi giorni, annessa al dispiacere di vederli chiusi in casa senza che possano trovarsi con i loro amici, senza che possano vivere la loro vita e godersi una parte dei loro momenti più belli.
Ma questi “mesi rubati” ce li riprenderemo con gli interessi, e ce li godremo sicuramente di più, grazie alla consapevolezza che abbiamo maturato in questa esperienza a riguardo della bellezza ed importanza delle cose semplici e della normalità.
Buona serata a tutti voi amici del Blog
Fabio
La mia canzone di oggi parla di libertà, uno dei beni più preziosi che abbiamo e che torneremo a goderci presto, SIMPLE MINDS – MANDELA DAY.