ANDREA 23 – Sono diventato ordinato, quasi in maniera maniacale. Ho come la sensazione che avendo solo il microcosmo casa da gestire, io possa farla funzionare al meglio. E’ sempre una stata una mia caratteristica: volere il controllo delle cose, soprattutto quelle a portata di occhio. E oggi ho riversato questo mio lato del carattere sulla casa e sul modo di lavorare: non accendo il pc se prima non ho messo in ordine il letto, fatto colazione, sparecchiato e messo le cose sporche in lavastoviglie. Non mi piace fare chiamate se intorno a me ho oggetti sparsi sul tavolo. Le uniche cose a cui concedo di farmi compagnia sono l’agenda per gli appunti, il mouse, gli auricolari, una penna inserita nell’agenda, il pc, il telefono e l’ipad. Stop. Tutto il resto è noia. Da quando sono rinchiuso ho preso ancora più l’abitudine di catalogare le cose. Prendo appunti su tre agendine diverse: una di lavoro, una per il blog, un’altra per la casa nuova che dobbiamo arredare. Credo di cercare ordine intorno a me per liberare spazio nella mia testa: non sono abituato a non avere lo “sfogo” dei rapporti sociali e allora ho riempito il cervello di progetti, idee, libri da leggere, video, mischiando lavoro, formazione e progetti personali in un mix che spero di far esplodere dal GIORNO 1 in poi, come stappare una bottiglia. Per questo guardo spesso alla Cina: stamattina ho sentito un collega italiano che vive a Shangai, ha fatto un video bellissimo di 7 minuti, riprendendo se stesso in una delle prime uscite a fine quarantena. Ci ha raccomandato di essere uniti, forti e attivi. Lo faccio: aggiusto le sedie in soggiorno, metto apposto il divano e poi inizio a far palestra. Nel frattempo penso a quando stapperò. Cameriere, champagne.
MIRIAM 23 – succede anche a me, caro Andre, di cercare di tenere un ordine “esterno” impeccabile. Ma lo faccio, credo, soprattutto per non perdere quello interno.
Ho sempre la sensazione, in questi giorni, di provare a tenere in equilibrio una enorme piramide di bicchieri di cristallo. Chissà che non siano proprio quelli del tuo champagne.
Vorrei poter dire, una volta finita, di essere riuscita a non romperne neanche uno.
Vorrei poter dire, quando sarò seduta ad un tavolo di un ristorante qualunque- anzi no, ieri mi sono incantata a guardare un trabucco, e allora voglio che sia lì, in una di quelle costruzioni circondate dal mare e pronte ad affondare ma che non affondano mai- insieme alla mia famiglia, ai miei amici, a te, mentre alziamo i calici, vorrei poter dire di non aver perso nulla, di aver conservato le cose fragili e belle e preziose così come le avevo fino ad un mese fa. Di averle custodite, messe in ordine, di aver tolto loro la polvere ogni singolo giorno senza averle minimamente intaccate. E di esserne uscita indenne. Fuori, ma soprattutto dentro. E di aver permesso anche alle persone che amo, con le quali vivo 24 ore al giorno, di non essersi scalfiti, graffiati, sciupati, in questi giorni strani, stanchi, fatti di attesa, di inquietudine.
Di essere ancora tutti interi.
Fuori, ma soprattutto, credimi, dentro.
Buongiorno a tutti <3
In questi giorni non ho scritto,perchè stavo un pò nervoso e stavo "in guerra con me stesso".Mi capita spesso,soprattutto in questo periodo che stiamo tutti chiusi in casa.Non ce la faccio più,credetemi.
Ma questo non vuole dire che non ho dato un'occhiata alle bellissime parole che Miriam e Andrea scrivono ogni giorno.Ho provato anche a commentare,ma non ce la facevo e non l'ho fatto perchè avevo paura di sembrare pesante e un pò fuori luogo.
Anche a me piace l'ordine.Anche io in casa cerco di mettere sempre in ordine,anche se non è facile perchè vivo ancora con la mia famiglia.
Però,quando sto da solo nella mia cameretta,o in qualche parte della casa,cerco di avere con me solo quello che mi serve.Un agenda per scrivere i miei pensieri,la mia macchina fotografica,il mio pc. Mi piace la tranquillità nel fare le cose. Si,piace anche a me avere ordine dentro e fuori. Perchè se non hai un pò di ordine dentro di te, non puoi cercare di avere un pò di ordine che vorresti fuori e intorno a te.
Sono giorni pesanti, cerchiamo di essere più duri di questi giorni.
Appena tutto questo finirà, troverò un momento per stare sotto ad un bar, o con la mia famiglia o con i miei bellissimi amici, per bere tanti bicchieri di champagne o di vino rosso per festeggiare la fine di questi giorni di quarantena!!
Si, starò attento a non esagerare con i bicchieri di troppo!!
Auguro un buona giornata a tutti voi <3
Vi scopro oggi o meglio scopro oggi che due persone che conosco bene; Miriam per fama e per talento e Andrea per una lunga e fitta rete di contatti che da Napoli arriva fino a Torino; hanno fatto insieme una cosa bellissima!
C’è tanta vita in questo blog, ci sono pezzi che si compongono, c’è una lettera ad un amico che diventa stimolo per raggiungerne tanti altri e da lì continuare a scrivere. C’è una storia a tante e più mani e questa la trovo un’idea fortissima. Vengo da un periodo, iniziato molto prima della quarantena, durante il quale nelle chat di gruppo non trovavo più pezzi di me e delle persone alle quali voglio molto bene. Non eravamo più noi o meglio quello non era più il luogo dove esprimevamo noi stessi, o almeno non sempre! Ho sentito il bisogno di uscire per ritrovare il contatto con i singoli. E’ un concetto complicato da spiegare ma lo utilizzo per dire che quando scrivi con autenticità fa la differenza, sempre! Ecco qui ci sono arrivata e mi ci sono fermata perché il mio istinto, il mio più grande suggeritore, mi ha detto che c’era qualcosa di autentico, qualcosa di me e delle cose che tanto amo!! Cosi semplicemente è!
Vi abbraccio
Che dire…grazie e vi abbraccio tutti. Spero di rivedervi davvero presto (Andrea)
Quasi puntuale stasera, rispetto ai miei standard, confesso che generalmente anche io sono una perfezionista.
Non mollo mai il colpo, un po’ tedesca sotto certi punti di vista. Eppure, in questo periodo, sarà che sto provando l’ebrezza dello smartworking pure se a tutti gli effetti sono in maternità (purtroppo si confonde ancora un po’ il discorso smartworking/disponibiltà/maternità/abusivismo), ma non riesco ad avere il mio solito passo.
Sarà anche il pancione che me lo impedisce chiaramente, ma fatico a terminare tutto ciò che mi prefisso di fare entro sera.
Quindi ho rallentato il ritmo, ed è un qualcosa che mi concedo perché penso sia proprio il corpo a chiedermelo.
Un corpo che trovo diverso non solo per lo stato in cui mi trovo, ma anche per la condizione dello Stato in cui sono.
Quante differenze ci saranno dopo?
E chi come me già avrebbe dovuto fare i conti con “una nuova vita”, quante novità avrà da dover attraversare?
Quante fasi dovrà superare?
Non ho risposte a nessuna di queste domande, so solo che attualmente quella pancia me la bacerei tutta se potessi, e so che una cosa sicuramente non la vorrò: il chiaracentrismo.
Il miriamcentrismo.
L’andreacentrismo.
Non vorrei mai che ognuno di noi diventi il centro di un qualcosa che sente maggiore rispetto ad altri.
Non sono mai stata chiaracentrica, ma delle volte penso che la condizione in cui si è attualmente, sicuramente ci indurrà a cambiare. E soprattutto credo che TUTTI sentiamo di aver vissuto “un torto” in questo periodo, e si sa che chi subisce, molte volte per difesa tende poi a prevaricare.
Ecco, io spero di riprendere fiato, di considerare il mio passo seppur indietro o avanti a qualcun altro: uguale.
Egualitario.
Posizionato diversamente solo perché è la distanza di sicurezza ad imporcelo, ma lasciando lo spazio a tutti di poter camminare.
Ribadisco camminare e non correre verso obiettivi.
Utopia lo so, il grande mangerà sempre il più piccolo, perché il grande oggi sente di aver subito un torto ancora più grande e quindi dopo questa storia secondo voi cosa farà?
Magari quella bottiglia di champagne se la beve a canna perché lui avrà deciso che ha più sete di altri. Lui avrà deciso che il suo corpo è più disidratato di altri…
Forse oltre alle cose che vorremmo “dopo” in un tempo che ha ancora il sapore di indefinito, dovremmo anche iniziare a pensare alle cose che non vorremmo.
Eccomi qui anche oggi, ad usufruire di questo spazio che per me è un po’ come L’ORA D’ARIA, dove ogni sera EVADO e mi ritrovo almeno con la mente fuori di qui ed in compagnia di “amici”.
La mia ora d’aria è fatta di parole, quelle che scrivo e che leggo sul BLOG ogni sera, ma in questi giorni anche di videoconferenze con diversi gruppi di persone, il gruppo dei COGNATI/E, quello dei CUGINI e ZII, quello degli amici della vecchia “COMPAGNIA” degli anni 80/90 e qualche altro.
Con la mente, per qualche minuto, si “esce dal quotidiano” fatto di clausura, e si riesce ad avere momenti spensierati che ti fanno un pochino passare il tempo e ti danno una parvenza di normalità, tutto questo ovviamente in attesa di rivedere tutti finalmente di persona.
Anche io per quanto riguarda l’ordine, sono un po’ maniacale, ma mi rendo conto, come dicevate anche voi, che cercare di ottenerlo dagli altri è spesso una battaglia persa, ma io ci provo costantemente; per quanto riguarda lo stappare, io purtroppo, essendo praticamente astemio, mi concederò una Coca Cola o una Fanta (che non mi concedo da parecchio per problemi di stomaco).
La mia domanda di oggi è: quando ne usciremo, COME CI COMPORTEREMO o meglio, quali atteggiamenti e gesti avremo nei confronti degli altri ? Saremo limitati dalla paura, anche se ci hanno già detto che tutto è finito, o riprenderemo a vivere abbracciando e baciando tutti, stringendo mani senza paure e precauzioni, senza mascherine, guanti e amuchina ?
Io ho un pochino pensato a quello che sarà il mio PRIMO GIORNO o i miei primi giorni di “LIBERTA’”, e ne ho ricavato 2 versioni possibili:
LA PRIMA che sarebbe quella CHE VORREI ma è meno realistica, ovvero quella senza alcuna paura e limitazione, dove andrei subito, come se nulla fosse successo (senza mascherine, guanti e quant’altro), a riabbracciare i miei genitori portando loro i miei figli che adorano, poi dritto a fare colazione al bar con caffè/cappuccino e cornetto caldo alla crema, in seguito ricontatterei subito i clienti con i quali ho le trattative in sospeso per cercare di riprenderle, e alla sera poi andrei con la mia famiglia alla mia pizzeria di fiducia, per mangiarmi il mio piatto preferito: una bella pizza napoletana.
Nei giorni succesivi tutto il resto e quindi una “vasca in centro” per riprendere il contatto con la gente, riprenoterei quel concerto che mi sono perso, ritornerei inoltre subito a fare sport con piscina, corso di ballo e bici, a vedere le partite di mio figlio e quelle allo stadio etc etc etc.
LA SECONDA, più realistica, più timorosa e condizionata dalla paura “del mostro” ancora viva, è fare tutto questo, ma in modo più attento e ragionato, ancora con le precauzioni del caso suddividendo il tutto in più giorni, aspettando un po’ prima di ritornare alle strette di mano, abbracci e quant’altro.
Di una cosa però sono certo, dopo tutto ciò che abbiamo PASSATO, faremo sicuramente tesoro di questa esperienza ed assaporeremo ogni più piccolo istante, ogni più insignificante gesto, come fosse la cosa più bella ed importante del mondo, come fosse un lusso o qualcosa di eccezionale, tutto ci darà di sicuro una soddisfazione maggiore ed i nostri occhi e la nostra mente vedranno la vita con occhi differenti.
L’altro giorno, qualcuno sul blog ha citato la famosa frase “il tempo guarisce ogni male”, ed io sono convinto di questo, come sono convinto che noi questo periodo lo PASSEREMO, perché “A QUESTO MONDO TUTTO PASSA”, sia nel bene che nel male, ed a questo proposito vi giro il link di una bellissima leggenda “La leggenda dell’anello de RE”, che ho letto tanto tempo fa e che mi ha aiutato a riflettere su molte situazioni della vita, e che per ciò che stiamo vivendo ora, mi sembra calzi davvero a pennello…
Buona serata ed un abbraccio a tutti Voi
Fabio
https://www.greenme.it/vivere/mente-emozioni/leggenda-anello-del-re/
Ciao Miriam e ciao Andrea,
come ho accennato con un commento sotto il post di Erika, questa sera ho visto eccezionalmente “Il riccio”, diciamo che di norma se un libro mi piace spesso evito di vedere poi il film che ne consegue in quanto preferisco tenere il ricordo dei personaggi della storia raccontata pensandoli esattamente come li ho immaginati pagina dopo pagina.
E quello che mi sta succedendo in questi giorni è una situazione analoga, come voi mi sto ritrovando a curare nei dettagli ed in maniera meticolosa l’ordine dell’ambiente e degli oggetti che mi circondano mentre nella mia mente in concomitanza penso alle mille cose che potrò e vorro’ fare appena riavremo la libertà.
E’ come se le due azioni viaggiassero di pari passo, mettere ordine dentro sognando di farlo pure lì fuori.
Tra l’altro stasera mi ha molto colpito questa frase: – Quello che conta non è morire ma quello che si fa nel momento in cui si muore. “Renèe, lei cosa faceva al momento di morire? … Era pronta ad amare.” , in effetti la vedo un po’ una riflessione indicata per tutti noi, un noi che percorre tutti i 1000kmrossi perché siamo tutti apparentemente “morti”, rintanati nelle nostre case, ma pronti a sprigionare un pieno carico di emozioni e di amore per la vita.
Ed allora, cameriere, spumante!
Scusate, ma lo champagne non mi garba! 🙂
Un abbraccio.
David Bazan
In questi giorni, alternati tra day off e day on, ho visto in tv uno spot dello speciale tg1 con il nome “resistere”. Da lì, mi si è accesa una lampadina e mi sono detta “resistere per esistere”. Ecco, un nuovo piccolo slogan pubblicitario. Ho perso il conto dei giorni in cui siamo chiusi in casa. Ho perso la concezione del tempo ma non dello spazio. Seppur sono chiusa tra le quattro mura, sono andata fuori al terrazzino e ho alzato gli occhi al cielo, ho cantato come Mia diceva: “E non finisce mica il cielo”. Anche se vedo solo un piccolo frammento del cielo azzurro, con le nuvole bianche e con il giungere della sera con qualche stella accompagnata dalla luna, ho capito che non è finito. Anche se viviamo in un piccolo o grande appartamento, con tutti comfort o meno, con giardino o con un piccolo balcone, ricordiamoci che il cielo non è solo quello che stiamo vedendo, le stelle non sono finite, la luce del sole non illumina solo lì sulle nostre teste. Adesso, stiamo vivendo solo un momento in cui ci troviamo a limitare le nostre uscite e soprattutto la nostra libertà ma solo perché dobbiamo “resistere per esistere”, nulla di più. Solo così apprezzeremo la nostra libertà. Immagino che quando sarà terminato il tutto, la libertà non ha solo il sapore di un gelato, di un abbraccio o di un bacio. La libertà è come un lancio con il paracadute. Immagino di sentire il vento che mi avvolge, accompagnata dalla paura e da tanta adrenalina che mi fa urlare tanto da sembrare una matta. Immagino le lacrime che scenderanno dal viso, esulteremo insieme come se l’Italia avesse vinto la coppa mondiale. Quando ritorneremo a viaggiare, immagino alzeremo una coppa ancora più grande, forse, mai esistita. Questa ci debba far capire e ricordare che “resistere per esistere” vale ora, varrà anche tra 10 oppure tra 1000 anni. Solo resistendo, con forza, determinazione, coraggio, amore, solidarietà e altro ancora, potremmo esistere.
Resistere per esistere. Mi piace. Molto ❤️ Miriam
Pensavo proprio lo stesso…. Io sono tanto ma veramente tanto ordinata anche nella vita “normale”… Adesso sto veramente esagerando… E, se vivi con persone un pó disordinate, sembra che i tuoi sforzi siano sempre vani… Secondo me, dobbiamo essere un pó meno rigidi… D’altra parte uno spazio caotico è uno spazio vissuto e molto speso anche felice.. Proviamoci 😉
Mah io credo che noi “ordinati” possiamo anche credere di riuscire ad essere meno rigidi… ma non ce la faremo maaaaaiii 😂😂❤️ Miriam
Racconto le miei giornate
Mi si sono rotti molti bicchieri in questi giorni di quarantena… tanti quante sono le persone che in questa maledetta pandemia ho dovuto salutare per sempre… Sono giorni complicati questi per me… Il mio essere educatrice in Casa di riposo mi sta permettendo di continuare ad andare a lavorare tutti i giorni… da un certo punto di vista credo sia importante la presenza mia e delle mie colleghe all’interno della residenza per riuscire a dare un supporto al personale assistenziale e per lenire la mancanza dei familiari che, ovviamente, non entrano in struttura da ormai quasi un mese. D’altro canto vivo con difficoltà queste giornate perché rispetto alla normalità io non ho modo di essere operativa come sempre… ed è così che mi ingegno: piccole iniziative, piccoli momenti felici per cercare di dare una parvenza di “ordinaria normalità” in questo momento così disordinato. Vivo, sento, tocco, respiro tutti i giorni la sofferenza che, soprattutto in alcuni reparti, c’è. Sono orgogliosa di poterci essere ma spero – con tutto il cuore – di poter tornare a vedere il mio salone pieno di volti sorridenti e felici.
Scusate se questo mio commento oggi è triste… cerco sempre di essere positiva, ogni mattina quando varco il cancello della mia realtà lavorativa, ma quando sono a casa e faccio ordine tra i miei pensieri così disordinati rielaboro la giornata e, ultimamente quasi sempre, un velo di tristezza mi assale.
Rossella O’Hara in “Via col vento” diceva sempre: Domani è un altro giorno. Si vedrà!
Questa frase sta diventando il mio mantra quotidiano: Ogni mattina spero che la giornata possa andare meglio di come è trascorsa quella precedente!
Sosteniamoci tutti e…chi può RESTI A CASA!
Vi abbraccio,
Francesca
Avevo scritto il commento, ma mi sa che si è cancellato.
Ci riprovo…
Perché scusarti, cara Francesca, per quel velo di tristezza che , in maniera più o meno pesante, avvolge tutti noi? Questa è la “bellezza” di questo momento orribile: proviamo tutti le stesse emozione e viviamo gli stessi momenti di sconforto, chiunque noi siamo, qualsiasi cosa facciamo e ovunque noi siamo. Ti abbraccio, sii forte, e pensa che domani è un altro giorno, ma soprattutto pare che piano, piano, piano, stia uscendo il sole ❤️ Miriam
Grazie Miriam <3
questo momento della giornata, questa possibilità di scrivere qui, mi aiuta a "buttare fuori" tutte le emozioni… per questo Grazie per questi 1000 km rossi che ogni sera sono, per me, così utili!
Sono sempre stato molto ordinato, troppo ordinato. Non sopporto le cose fuori posto, sono pesante insomma. E in questi giorni complicati sto dando sfogo al generale che è in me! I cassetti sono finalmente ordinati calcolando gli spazi, la scrivania e i porta penne ama guardo in cagnesco quell’angolo di libreria che proprio non riesco a mettere in ordine. Avessi lo stesso rigore con la mia vita sentimentale, professionale, quotidiana fossi sempre così rigoroso con me stesso sarei una persona migliore. Sono quell’angolo di libreria che non metto mai a posto, mi guardo male, butto all’aria tutto nel tentativo di fare ordine e finisco con il risistemarlo peggio di prima. Devo cominciare ad essere cassetto, mobile dei dischi -autore, anno di pubblicazione. altro autore simile-
Magari in questo riposo forzato ci riesco, vi tengo informati che se ci riesco a bere champagne vi porto io!
In questi giorni mi sa che ti toccherà mettere mano a quell’angolo di libreria. Magari non è così un disastro come ricordi, magari c’è meno disordine e meno polvere, e magari qualche bella sorpresa (come quando metti le mani nelle tasche dei vecchi cappotti che credevi vuote) ❤️ Miriam
Ma che colore ha
Una giornata uggiosa?
Ma che sapore ha
Una vita mal spesa?
Così cantava il grande Battisti… E’ un po’ il mio mood di oggi.E’ proprio su queste parole che io vorrei basare il mio diario di stasera.
“Ma che colore ha una vita mal spesa?”
Io attribuisco alla vita mal spesa il colore bianco, perché al contrario delle credenze sociali, secondo me il bianco è un colore coprente, copre gli errori, le imperfezioni e non sempre è un bene. Spesso sono proprio le imperfezioni a rendere la nostra vita ben spesa e unica, dobbiamo guardarle e non evitarle per poterle accettare senza rimorsi.
“Ma che colore ha una giornata uggiosa?”
Le mie giornate uggiose hanno il colore azzurro cenere, un azzurro chiaro, tenue forse un pochino spento ma sempre azzurro. Un colore bello, calmante e gentile. Un colore che sa di inizio, di letture, di relax.
Oggi è stata per me una giornata ricca di propositi e normalità. Ho chattato con Davide, il mio ormai famoso fidanzato, ho chiacchierato con lui serenamente di ciò che vogliamo fare una volta che questa vita sospesa sarà diventata concreta, potremo guardarci negli occhi e discutere dei nostri progetti. Potrò parlare con lui che non sta fermo un attimo ed io che invece resto ferma perché a seguirlo mi viene il mal di mare.
Quindi oggi la mia giornata “uggiosa” ha portato tanto colore, un po’ di ordine e un piccolo sorriso al pensiero di avere un piano B perché una volta che tutto sarà finito ci sarà solo azzurro cenere.
Un abbraccio a tutti!
Giulia
Altri colori, per me… ma stesse sensazioni ❤️ e anche io con un bel piano B pronto appena sarà tutto finito ❤️❤️❤️ Miriam
Ciao a tutti!
Un bel brindisi con un ottimo prosecco Valdobbiadene ( non amo molto lo champagne) ci vorrà dopo tutto quello c’è successo.
Io mi chiedo effettivamente come sarà quando si potrà uscire. I primi tempi pensavo che avrei abbracciato tutte le persone a me care, ma, penso proprio che con quello che ci è successo non si potrà fare o comunque avremo paura di farlo. Io sono una persona molto fisica, amo abbracciare, accarezzare e baciare le persone importanti per me. Dopo questo non so se riuscirò ad essere la stessa di prima.
Per il resto anche io cerco di tenere pulito ed in ordine, anche se l ordine non è nella mia indole. Penso anche io come Miriam riguardo la ordine. La musica mi sta aiutando molto in questo momento, ascolto spesso gli Almagretta uno dei miei gruppi preferiti.
Un abbraccio ♥️
Gli almamegretta hanno inciso la colonna sonora del mio primo film….. che ricordi ❤️ si, è vero, ti capisco, anche io sono molto fisica e ho paura di non riuscire ad essere più come prima… ❤️ Miriam
Io amo il mio disordine. Il caos genera l’arte. Mi piace pensarla così o forse, più semplicemente, il mio caos interiore si riflette anche all’esterno. Io di equilibri non ne ho molti. Il mio equilibrio è forse la consapevolezza di avere dei forti squilibri. In questi giorni più del solito, a livello famigliare e a livello fisico. Sbando, inciampo su me stessa, perdo l’equilibrio. Insomma, se c’è una cosa che so di me stessa è che vivo di squilibri.
Oggi è stata una giornata particolare, mossa tra ginnastica con video tutorial su youtube, risate tramite skype coi colleghi, serie tv e spettacoli teatrali. Ki sono fermata a pensare all’amore. Ho pensato ad una persona e a quanto la amo e vorrei che il sentimento fosse ricambiato. O forse lo è. Ma è troppo spaventata per viverlo.
Adesso mi prendo una piccola pausa e mi guardo “Il riccio” su Rai5.
La canzone di oggi,per me, è assolutamente “All you need is love”
Anch’io ho guardato “Il Riccio” ed ovviamente ho pianto!
Splendido film. È piaciuto anche ai miei
Il riccio….. che bello.
❤️ Miriam
Uno dei film più belli e densi di significato che io abbia mai visto