MIRIAM 10 – Mi chiedo, mentre scrivo il mio diario di oggi, se essere sincera sulla mia giornata o mentire spudoratamente. Finora non mi era mai successo, ho sempre scritto realmente quello che mi succedeva, quello che pensavo.
Oggi mi ritrovo a chiedermi il vero senso di questo spazio e a decidere di conseguenza.
Ho remore a scrivere, e se fossimo solo io e te a leggere, caro Andrea, ti direi che è stata proprio una giornata da dimenticare …e mi fermerei qui. Ma forse è giusto e onesto scrivere tutto quello che ho vissuto oggi, visto che lo scopo di questo diario online è quello di condividere le emozioni, qualunque siano. È stata una giornata piena di pensieri cupi, di preoccupazione verso il futuro prossimo, di dubbi su cosa succederà quando tutto passerà. Te ne sei accorto, oggi non ho risposto ai nostri whatsapp, e nemmeno a quelli degli altri. Un paio di crolli, le lacrime sono scese senza neanche chiedere il permesso. Ho faticato a fingere con i miei bimbi, ho faticato a guardare avanti, oggi. In ultimo, proprio pochi minuti fa, ho saputo che il virus si è avvicinato ancora, ha mangiato altro spazio, è sempre più vicino a me e ai miei cari. E di nuovo calcoli sui giorni, domande sulle distanze di sicurezza e sguardi al cielo. E quando ti sfiora così da vicino e senti il suo fiato sul collo, è lì che hai davvero davvero paura.
Scusami, oggi è stata una giornata off.
Domani sarà un giorno migliore, come cantava Cremonini. https://www.youtube.com/watch?v=9jQHrlxNSm8
ANDREA 10 – Non ho paura, almeno per ora. Ma sono arrabbiato. Stiamo giocando i Mondiali, indossiamo tutti la maglia della Nazionale, eppure c’è qualcuno che ancora non l’ha capito. In questa partita non c’è nessuno che non sia convocato o che abbia la licenza di stare in panchina per un turno. Eppure leggiamo ancora che il 40% delle persone in Lombardia si muove oltre il raggio di un km, secondo un controllo attraverso le celle dei telefoni cellulari. Ancora ricevo immagini di una metropolitana a Milano piena di persone. Ancora mi affaccio al balcone e vedo persone passeggiare o, peggio, correre. Non c’è nessuna legge, per ora, che lo vieti. E’ vero. Ma personalmente ho fatto una scelta: avere rispetto per tutti quelli che in questa emergenza non si preoccupano delle loro performance atletiche, ma della vita nostra e, soprattutto, dei nostri genitori. L’inno non è una canzone da cantare al balcone, ma una chiamata all’unione. (Non) siam pronti alla morte, l’Italia chiamò. Domani sarà un giorno migliore, hai ragione Miriam. E’ la festa del papà e mamma ha preparato le zeppole di San Giuseppe. In foto sono bellissime, ma tra me e lei ci sono gli stessi 1000km rossi. Le mangerò a giugno. Promesso.
Oggi è stato proprio una giornata no, la potrei descrivere come la peggiore della quarantena. Ho un’ansia da stamattina che non riesco a scrollarmi di dosso. Oggi è la festa del papà ma io questa voglia di festeggiare non mi è manco passata di mente. Guardo mio padre e mi assale l’angoscia, ho paura che lui si possa infettare, e che, peggiore dei casi, si possa infettare a causa mia. Stamattina ho letto dei 3000 e passa infettati di ieri e dei 500 morti raggiunti a Bergamo, per me è stato traumatico. Non sono sicuro dei dati che ho scritto, probabilmente avrò detto dell’inesattezze, sto cercando in ogni modo di evitare di sentire qualsiasi notizia, anche se mi risulta difficile perché i miei genitori sono in continuo aggiornamento, pronti ad informarmi e a farmi lezione su ogni singola cosa. Oggi a tavola dalla TV, che mio padre ha costantemente accesa (telegiornali a qualsiasi ora), ho sentito che l’esercito a Bergamo sta prelevando le salme, senza un degno funerale, per incenerirle e riportarle ai loro cari. Non sto a criticare le forze dell’ordine o chi ci governa, di cui in questo momento sono pienamente fiero, ma a pensare che lì potrebbe esserci un mio caro mi ha fatto scoppiare a piangere. In questi momenti ringrazio i miei cugini e quei miei pochissimi amici che mi sono vicini. Ringrazio soprattutto FORTNITE che ci tiene uniti in questo momento e che non mi fa pensare a quel macello che è caduto o, peggio, che sta per accadere. Io non riesco a vedere un punto di fuga, ho paura ed oggi vedo tutto nero, nerissimo. Nel pomeriggio sarei dovuto andare dal mio amico tappezziere, sta aiutando la comunità facendo delle mascherine da donare. Ripeto sarei dovuto andare, mia mamma mi ha pregato di non farlo, tema che mi possa contagiare, ed oggi ho deciso di ascoltarla, anche lei ha paura e devo rispettare questo suo stato di apprensione. Mi dispiace non aver aiutato il mio amico, spero mi abbia capito. Ed ora sono qui, ho appena cenato, ed ho avuto tanta voglia di scrivere. Spero che tutto passi, ho un forte mal di gola, non so cosa sia, spero che sia solo la solita allergia del cavolo. Tutto mi ha abbandonato in questi giorni, soprattutto la mia lei, ma l’allergia è lì, sempre presente.
P.S. Ringrazio tantissimo zia Chiara che ha avuto il pensiero di portarci le sue zeppole, perché io oggi la voglia di farle non l’avevo.
Ciao Raoul, credimi, la giornata no sta venendo a tutti, a turno. E sono certa che ne verranno altre , come sono certa che ne verranno alcune in cui ci sentiremo dei supereroi. Ieri è stata la mia , oggi sto bene, domani…? Non lo so. Vivo alla
Giornata, non mi faccio domande e soprattutto cerco di non pensare troppo a quello che sta succedendo perché se ci soffermiamo c’è da impazzire. Quindi riempiamoci le giornate di tante cose belle e quando ci viene da pensare, cantiamo, balliamo, facciamo altro. E aspettiamo. Ne usciremo , davvero. ❤️ Miriam
Ciao Miriam e Andrea. Penso che le giornate non po’ di tutti, siano in questo periodo come le montagne russe. Il mio compagno lavora in un supermercato,e questo mi crea non poca preoccupazione.
Io rispetto a chi vuole in ogni modo uscire, al contrario mi sento sicura in casa. Mi sono in un certo senso chiusa nel mio guscio. Abitando lontana da Napoli e per giunta a Reggio Emilia, mi mancano sopratutto le mie amiche ed i miei amici. La mia famiglia è tutta a Napoli, ma loro li vedo molto più di rado, la loro mancanza è ormai cronica. Aspettiamo in un domani che spero arrivi presto.
Ciao sono Marco da Verona.
Grazie ad ognuno siete tutti preziosi. Io difronte a questo momento che stiamo vivendo preferisco stare in silenzio e visto che credo nel buon Dio prego.
Prego il Signore affinchè tutto finisca il prima possibile e condisco le mie giornate con gesti semplici e spero di valore.
Oggi ho aiutato mia mamma andando a fare la spesa visto che lei può essere contagiata e sono stato un po con il mio papà Fiorello.
Vi racconto in breve di mio papà. Fiorello è un Ferroviere in pensione che ha girato l’italia in lungo in largo e ha visto anche brutte cose come la bomba alla stazione di Bologna.
Dopo tanta vita vissuta e da cinque anni che abbiamo constatato una demenza senile che in questi giorni lo ha portato a non essere più consapevole di quello che gli succede attorno.
E poi dopo essere stato con i miei genitori la mia giornata è finita con una chiacchierata con i vicini e con altri amici via Skipe. Ora vado a dormire e dai vi ricordo al SIGNORE nella grande Speranza che ANDRA’ TUTTO BENE.
Buona Notte Marco
18 marzo 2019. No, non ho sbagliato data. Esattamente un anno fa iniziava la salita del tumore. E un anno dopo mai avrei pensato di trovarmi in quarantena. Mi alzo con questo pensiero, arrivo in ospedale per la radioterapia e assisto ad una litigata tra gli operatori per i dispositivi di sicurezza (mascherine per intenderci). In altri tempi mi sarei agitata, oggi no, ero stranamente tranquilla. Come se tutto quello che ho vissuto in questi mesi donasse forza e speranza nuovi per camminare nel buio ed arrivare alla luce. Eh sì, oggi è proprio la giornata della SPERANZA! Lo Smart working, nella scuola, ci sta mettendo a dura prova. Mai avrei pensato che un messaggio, un semplice “ti capisco”, avesse un effetto così benefico su due colleghe. E anche leggendo il tuo messaggio Miriam, la prima parola che mi è venuta in mente è stata SPERANZA. E allora andiamo avanti con la forza della SPERANZA, perché sopra le nuvole il Sole continua a splendere! ☀️ #ANDRÀTUTTOBENE 🌈
Oggi ho indossato le Stan Smith perché dovevo andare a buttare la spazzatura. Indosso questo modello di scarpe almeno una volta al giorno dal 2016, quando mi sono rotta il ginocchio. Estate, inverno, le ho sempre messe per uscire. Oggi le ho indossate e, per un attimo, le ho guardate chiedendomi se avessi sbagliato scarpe. Sono solo 10 giorni che cammino scalza (in calzini vabbè) ma avevo dimenticato la sensazione. Chissà come sarà quando uscire tornerà normale, quando non dovrò sentirmi in colpa per essere stata 10 minuti ferma fuori dal portone dopo aver buttato la spazzatura, perché c’era odore d’estate e mi piaceva sentire l’aria sulla faccia. Mi dico che mancano solo 2 settimane o poco più. Lo sappiamo che non è così, ma se spezzetti il tempo in piccoli intervalli, sembra che passi più veloce. Forse è per questo che hanno detto “fino al 3 aprile”, per darci un obiettivo. Comunque io di oggi voglio ricordarmi questa sensazione, la stranezza di indossare le scarpe di sempre, la gioia di uscire per 10 minuti e la voglia di prolungare il tempo all’aperto, anche senza fare nulla. Solo sentendo Trieste e l’aria di mare.
E Miriam, ho letto del tuo pianto di oggi. Ho pianto anche io, senza motivo. Mi son detta che era per stress da lavoro, ma penso fosse altro. Penso che sia lodevole cercare di essere positivi, guardare il lato bello, ma anche che sia normale e onesto lasciarsi andare ogni tanto. Ci saranno giorni facili e giorni difficili. Oggi lo cataloghiamo tra i giorni difficili.
Oggi è stato un giorno un po’ difficile per tutti. Ma non molliamo, non ora, non nel picco, dobbiamo salire ancora, ma poi goderci la discesa. Andrea
Miriam ti prego non mollare, io abito a Verona. Il virus è arrivato prima da noi. Siamo praticamente reclusi in casa. Sono diventata nonna a settembre con preoccupazione e adesso non posso abbracciare il mio nipotino (lo vedo in videochiamata. Domani mio figlio festeggia (diciamo) la sua prima festa da papà. Se penso ho il cuore a pezzi. Poi vedi il TG e senti che vicino a me, Brescia, non hanno posto dove mettere i deceduti e pensi pensi… Ma cosa può fare questo mostro.. I bambini da un mese chiusi in casa, ora non si può andare nemmeno al parco. Tutto chiuso. Ma noi dobbiamo lottare c’è la faremo tutti insieme…
Non mollo Antonella, lo giuro. Non posso e non voglio ❤️
Ciao Miriam (forza tieni duro) e ciao Andrea
In questi “strani giorni” mi capita spesso, di avere più tempo per riflettere in merito a cose alle quali magari si pensa di rado, cose che quando ne parli, gli amici ti prendono in giro, pensieri tipo i classici “chi siamo, da dove veniamo e dove siamo diretti o qual’è il senso della nostra vita”.
Guardandomi intorno ho visto diverse interpretazioni e modi di viverla la vita in questa difficile situazione, chi sta tutto il giorno a guardare numeri, bollettini di guerra e vive nella paura e nello sconforto, chi cerca di gestire il gestibile e fa i conti di quanto danno economico gli ha portato tutto questo e si prepara una strategia per quando si potrà ripartire, chi cerca di vivere una ritrovata e forzata quotidianità familiare, chi magari cerca di esorcizzare continuando a cercare una morale o dei lati positivi (anche se è davvero difficile) e magari anche addirittura chi cerca ancora, per quel che è possibile, di sorridere scherzandoci un po’ sopra, come facevo io all’inizio inconsapevolmente.
Io cerco comunque di concentrarmi e lavorare da casa per pensare il meno possibile a ciò che c’è fuori e cerco di trarre un insegnamento, cerco qualcosa di utile da mettere li come esperienza nel mio bagaglio della vita, qualcosa che mi serva per il futuro, che mi aiuti a trovare un senso a tutto questo ed un punto da cui ripartire facendo tesoro di questa esperienza.
Sono come tutti voi, preoccupato per i miei familiari, sono preoccupato per la mia salute, il mio futuro e per il mio lavoro, che è completamente bloccato con tutto ciò che ne consegue, trattative sospese con la paura che queste, frutto di mesi di lavoro vadano perdute per sempre.
Sono convinto e consapevole che in ogni caso, non si arriverà ad una normalizzazione prima di qualche mese, anche se ovviamente spero il contrario.
Ma sono anche convinto, come ho già detto in precedenza, che alla fine tutto questo ci dara una prospettiva ed una visione della vita totalmente diversa e ci farà capire, apprezzare e rivalutare tutto ciò che è NORMALITA’ e soprattutto quanto siamo fortunati ad averla, cosa che forse molti non avevano mai pensato.
Di sicuro quando ne saremo fuori, tutto sarà cambiato, nessuno di noi ne uscirà uguale, cambieranno le priorità, cambieranno gli stili di vita, cambieranno gli approcci con le persone, un po’ come fosse un post “11 settembre” della salute.
Tre sono le cose alle quali ho pensato oggi in particolare:
1) Ho sentito parlare da voi e da alcuni amici in questi giorni della famosa “Livella” di Totò, perchè in effetti, come diceva lui per altre situazioni un po’ più estreme, questa situazione fa si che TUTTI NOI si SIA UGUALI DI FRONTE a QUESTO PERICOLO, non esistano classi sociali o differenze di alcun genere, questo virus potrebbe colpire tutti indistintamente ed indipendentemente da quale sia la propria situazione sociale.
2) Una cosa è certa, alla fine di tutto questo, NOI TUTTI SAREMO CAMBIATI, ma le domande sono: come cambieremo ? Riusciremo mai a tornare alla cosidetta normalità, negli stessi modi in cui la affrontavamo prima ? E se si, in che tempi ci riusciremo ? Ci stringeremo ancora le mani quando ci incontriamo, ci saluteremo ancora tra amici e parenti in modo caloroso come succedeva un tempo ? Chi va in Chiesa, metterà ancora la mano nell’acqua santa dove l’hanno messa tutti gli altri senza alcun timore, ci si scambierà ancora così il segno della pace ? Si farà sport in palestra o piscina esattamente come prima ? etc etc etc.
3) Un’altra cosa a cui ho pensato oggi è: “il silenzio che c’è fuori”, oltre i muri delle nostre case.
Qualcosa a cui magari non siamo abituati e che se devo essere sincero, non mi dispiace affatto, è una sensazione rilassante ma anche inquetante allo stesso tempo, perchè noi tutti ne conosciamo i motivi, silenzio che purtroppo molto spesso è interrotto da una sirena di ambulanza, silenzio che magari vorremmo ci fosse anche nei giorni normali senza il bisogno di una situazione surreale come questa.
Io sono sicuro e convinto che ce la faremo, ci vorrà molta pazienza ma se tutti rispetteranno le regole, ne usciremo tutti insieme e tutti più forti ed uniti sotto diversi punti di vista.
Il “sogno” sarebbe poter mettere fine a tutto questo “incubo” nel Giorno di Pasqua, perchè stranamente tutto questo coincide con la Quaresima, periodo di sacrifici e penitenza per chi è credente, sembra quasi un percorso parallelo che ci vuol portare a qualcosa di più elevato, che ci vuol dare un altro insegnamento di vita.
Sarebbe meraviglioso poter concludere proprio in quel giorno questa terribile esperienza, magari con una bella e grande festa tutti insieme, come si fa ogni anno, ognuno con la propria famiglia, ma ho l’impressione che quest’anno purtroppo non sarà possibile, ma tranquilli che presto ci arriveremo.
Buona serata a tutti voi, un grande abbraccio da Fabio
Un abbraccio a te Fabio ❤️ Miriam
E’ difficile stasera scrivere dopo i pensieri di Miriam e Andrea ma voglio provarci lo stesso. Non so se il virus stia per bussare alla mia porta o meno ma ormai schizzo sul balcone ad ogni sirena, oggi ho visto un’autoambulanza e una macchina dei carabinieri imboccare contromano un viale vicino casa, conosco più o meno il 90% di chi ci vive e in questo quartiere di Torre del Greco ci nasciamo-cresciamo e rimaniamo più o meno tutti. Domani credo di andare in commissariato o cercherò di mettermi in contatto con i servizi sociali, sono preoccupato per V. V è un po’ il matto del quartiere anche se nessuno abbia mai capito dove viva e chi siano i suoi familiari. Definirlo matto è un eufemismo, V. somiglia per figura, gesti, situazione igienica ad una scimmione, è buono non ha mai fatto male a nessuno, ogni tanto qualche negoziante del quartiere lo aiutava facendogli fare qualche lavoretto come piegare e mettere via i cartoni. Adesso che è tutto chiuso V. arriva tutti i giorni e ciondola sul marciapiede, nella totale impotenza-indifferenza di tutti. E’ vestito ancora troppo leggero per questi tempi, mascherina figuriamoci. Eppure il commissariato è qui di fronte! E come hanno ripreso altre persone, vedono e conoscono anche loro V. e lo lasciano ciondolare per la strada.
V. più che parlare emette suoni tipo scimmione, mi chiede tutti i giorni una sigaretta e io non fumo, ogni tanto gli compro un cornetto al bar. Domani voglio pensare e attivarmi per lui, io da solo non saprei da dove iniziare e ammetto pure di avere un certo timore. A Torre la situazione non è buona, non drammatica, ma i dati non sono confortanti, sopratutto per dati relativi all’età.
Resistiamo, e lasciamo che sia la musica anche stasera a tirarci su.
Hai un cuore grande Ciccio..
Grazie Valentina, non credo di avere un cuore grande, voglio solo evitare guai peggiori. Purtroppo è una potenziale bomba per un quartiere intero. Adesso che c’è aperto solo il supermercato staziona lì davanti, avvicina le persone, da stamattina alle 8 è un continuo urlare da partre del direttore “V. Vattenne, è pericoloso, vattenn a casa”.
In Brazile inizia ad essere come in Italia. Tutti a casa. Forza a tutti noi. 🙏
Ciao Telma! Bello leggerti qui. Dai, forza, reisistiamo ❤️❤️
❤️Miriam
Oggi è il compleanno di mia mamma. 69 anni. È una forza mia mamma: recentemente ha subito un’operazione al cuore, è diabetica, pienamente nel range delle persone che più devono temere questo virus, ma ha sempre il sorriso sulle labbra. Stamattina mi ha mandato una foto su WhatsApp con i bignè che ha preparato per festeggiare: voleva offrirne qualcuno anche a noi ed io sono stato veramente tentato di andarle a fare gli auguri. Ma niente, le ho fatto una videochiamata (per fortuna ha uno smartphone) e abbiamo rinviato all’anno prossimo: 70, cifra tonda e festa grande…
Mì, Andre, pensate alle cose belle, ai prossimi festeggiamenti, alle estati da passare insieme, a un giorno di festa in periodo natalizio da passare all’Edenlandia coi nostri figli e l’attesa sarà più leggera: in fin dei conti se abbiamo superato il quarto ginnasio possiamo superare tutto… Poi al quinto ginnasio è arrivato il premio 😉
Mauro !!!! Auguri alla tua bella mamma ❤️ non vedo l’ora di mangiare una di quelle graffe fantastiche che solo all’Edenlandia sanno fare ❤️ effettivamente, se siamo sopravvissuti al 4o ginnasio……. ti abbraccio, abbraccia forte Paola e i bimbi 😘
Ai 70 anni verremo tutti! Abbracciala a distanza da parte nostra Mauro.Andrea
Ciao amici, per chi volesse sulla mia rubrica, ora anche online, ho dato alcuni (si spera simpatici) spunti di speranza per gli expat in Lussemburgo!
Qui il link
https://www.passaparola.info/2020/03/18/quarantena-luxembourg-paura/
Andiamo a farci subito un’occhiata! Grazie ❤️ Miriam
svegliarsi la mattina accendere la tv. e sentire che i casi di contagio aumentano, e poi sentire che c’è gente che ancora continua ad uscire nonostante le raccomandazioni mi chiedo ma sono stupido io che resto a casa, e intelligenti loro che escono come se niente fosse? ma poi ci penso bene e dico che in giro ci sono tanti stupidi che non anno rispetto ne per se ne per gli altri e questo mi preoccupa parecchio, una parte di giovani di oggi mostrano tutta la loro ignoranza, vidi un’intervista fatta ad un gruppo di giovani in un bar e una ragazza disse noi non rinunceremo mai al nostro aperitivo, e in più faremo girare anche l’economia, no in questo momento voi non fate girare leconomia voi dimostrate la vostra poca intelligenza.
Noi che abbiamo un cervello pensante restiamo a casa, e speriamo che arrivi l’illuminazione anche per loro ❤️ Miriam
Anch’io, come Andrea, non ho paura. Non capisco neanche perché. Alcuni mi dicono che è perché sono una persona forte e la paura non si impossessa di me, altri dicono che io sia insensibile ed incosciente. Incosciente lo sono sempre un po’ stata, ho sempre preso i rischi che c’erano da prendere per andare là, in quel punto lontano e buio dove volevo arrivare, perché convinta che lì avrei trovato la felicità. Insensibile non credo di esserlo, ma non credo neanche di essere una persona forte. Ma non ho paura.
Nella provincia di Varese la città con più contagi è Busto Arsizio e io ci abito vicinissima. A Busto Arsizio ho quasi tutta la famiglia da parte di mio padre…
La cosa che mi fa più paura è pensare a come sarà dopo, ripartire col lavoro sarà difficile e sarà quasi tutto sulle mie spalle (in Compagnia mi occupo principalmente di promozione), ho paura della diffidenza della gente, della cattiveria e delle nuove ondate di razzismo e omofobia. Ho paura di come sarà la prima volta che vedrò le persone che amo, guardarle negli occhi, avvicinarsi e allungare quella mano finché le dita non riusciranno a toccarsi, stringersi…e riscoprire se quell’amore c’è ancora, intatto, cresciuto, oppure ha paura.
Ho guardato “The eternal sunshine of the spotless mind” e caspita Kate Winslet coi capelli azzurri è bellissima.
Ho fatto una chiacchierata skype con due amici attori, ci siamo fatti un sacco di risate.
Un raggio di sole anche in questa giornata di grigio nordico.
E adesso penso a come saranno gli sguardi e gli abbracci. E ci sono persone che non vedo l’ora di abbracciare. E quando ricapiterai a Milano, assolutamente devo venire a vedere il tuo sorriso. E abbracciarti.
E stasera…”Assassinio sull’Orient Express” su Rai 1.
Tutti su Rai 1 allora 😊 e detto fra noi, the eternal Sunshine è uno dei miei film preferiti in assoluto ❤️
Come non amarlo!!!
Ciao Miriam, Ciao Andrea!
Ho cancellato più volte le parole che ho cercato di scrivere qui in risposta alle vostre. Per una volta non voglio parlare di me ma se posso (e se non è un problema) vorrei rispondere alle vostre di parole esprimendo una mia personalissima opinione.
I giorni cupi esistono perché sono sfoghi di tante emozioni negative che ci hanno colpito.
Durante la nostra esistenza “subiamo” molte azioni o situazioni che non ci colpiscono subito ma il nostro corpo e la nostra anima le hanno registrate e al momento giusto saltano fuori come se dovessero per forza fare capolino e rompere quell’equilibrio che invece noi abbiamo faticato tanto a mantenere.
Non è vero che siamo inermi e non possiamo fare niente, possiamo restare a casa e sopportare un periodo di restrizioni purché sia solo un periodo.
Io ho più timore di questo ovvero che il periodo non finisca e che in qualche modo si riesca ad insinuare nella mente dell’uomo che non deve più uscire e non può più avere una vita al di fuori delle mura domestiche. Questa è la mia più grande paura, mi rendo conto che sia irrazionale ma lo è. Perciò Miriam le paure e i momenti cupi fanno parte di noi e dobbiamo solo accettarli e al momento giusto lasciarli andare senza remore e “spavento”.
Per quanto riguarda la Lombardia, premetto che io non ho origini lombarde ma sono nata qui. Vivo nella provincia di Varese in una città che sta diventando una piccola Milano.
Non amo il caos o la movida tanto che preferirei vivere in una comunità montana dove aprirei la mia piccola scuola d’arte e formerei insieme al mio prezioso compagno di vita piccoli scrittori e disegnatori, tuttavia questa è la regione che mi è toccata e ho imparato a conoscerla.
“Il milanese imbruttito” non ha inventato nulla, ha solo esorcizzato ed enfatizzato ciò che il milanese fa ed è davvero. I lombardi sono un popolo iperattivo, consumista e abitudinario.
I ristoranti, i pub, i bar durante gli aperitivi soprattutto il venerdì e il sabato sono sempre pieni e c’è proprio l’abitudine del venerdì o del sabato sera di andare a mangiare la pizza in un ristorante con la famiglia. Difficilmente il lombardo sta a casa ad oziare perché è abituato ad essere continuamente impegnato come se non dovesse avere alcun momento “morto”.
E’ difficile (ma non impossibile) educare un popolo così attivo e frenetico ad uno stile di vita più tranquillo o addirittura insegnargli che l’ozio non è un nemico ma un alleato. Senza contare che molti lavori non sono compatibili con lo Smart working che in Italia è considerato “inaffidabile” mentre in molti stati europei funziona molto bene ed è utilizzato nella maggior parte dei casi. Ovviamente questa politica non si può attuare a tutti i tipi di mestieri ma a tutti quelli possibili perché no?
Poi in Lombardia ci sono numerosissimi supermercati, solo nella mia zona ce ne sono tre a distanza di un chilometro l’uno dall’altro. Lasciare a casa una regione intera è impossibile ma la maggior parte di essa si.
Tuttavia sono convinta che se ognuno di noi facesse la sua parte tutto questo finirebbe molto prima. Però non dobbiamo avere paura mai, altrimenti questo virus, le conseguenze delle reclusioni forzate e tutta questa situazione difficile l’avranno vinta e anche quando tutto sarà passato nessuno di noi se ne accorgerà davvero.
Questo momento ci deve servire per raccoglierci e per costruire non per distruggere. Spero di avervi aiutato un pochino. <3
Un abbraccio forte a tutti!
Giulia
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❤️❤️❤️❤️ ti abbraccio. Miriam
Anch’io vivo in provincia di Varese. Capisco perfettamente quello che dici.