MIRIAM 7 – Siamo al giro di boa, Andre. La prima domenica da covid, che chiude la prima settimana in cui siamo, per decreto, separati da 1000 km rossi. E dopo una settimana dallo stravolgimento della nostra vita, prendo coscienza che il virus è diventato non più solo un pensiero fisso, ma una lente attraverso la quale stiamo guardando il mondo, una pellicola opaca con la quale abbiamo avvolto i pensieri. Piano piano, come un invisibile e viscido nemico, lui si è insinuato, oltre che fisicamente tra di noi (dividendo affetti, famiglie, madri e figli, nonni e nipoti) anche in due cose sicuramente molto più stupide, ma che mi danno l’esatta misura di quanto la preoccupazione di questi giorni sia invadente e incontrollabile.
La sera, in questi ultimi giorni, seduta sul divano, dopo l’ennesimo telegiornale, verso le 10 provo a distrarmi guardando qualche puntata delle serie tv che avevo in sospeso. Ma tutte le volte che inquadrano qualsiasi circostanza di vita “normale” (due persone che parlano tra loro, uno che esce per andare al lavoro, cinque persone insieme in una stanza, ecc) io puntualmente penso che non possono farlo, che sono in pericolo.
Mi aspetto sempre che, da un momento all’altro, qualcuno dei protagonisti parli del virus.
L’altra cosa a cui tengo tanto, e che non mi va proprio giù che venga “contagiata”, sono i sogni. Ho sempre sognato tutte le notti, da quando ho memoria, e la mattina mi piace prendermi una pausa di riflessione, prima di lasciare andare i sogni per sempre, per poterli fissare, per capire il perché io abbia sognato questo o quello. Stanotte, per la prima volta, ho sognato il virus. Ero in un albergo, bellissimo e affollato, forse a Milano, e la gente elegante si accalcava per uscire dopo la fine di un evento. Mi è venuto il terrore, mi sono messa una mano sulla bocca e sgomitando ho trattenuto il respiro fino a quando non sono arrivata fuori.
E così mi sono svegliata, senza fiato.
Quanto spazio ancora dovró cedere, quanto privato regalargli, quanta vita sacrificare prima di poter tornare quella di una volta? Ma torneremo, in tutto e per tutto, quelli di una volta?
ANDREA 7 – Domenica 15 marzo 2020. Torneremo quelli di una volta, te lo prometto. Con una maggiore “determinazione e resilienza, un po’ come i nostri nonni dopo la 2° Guerra Mondiale”. L’ha scritto un mio amico che vive a Milano su Linkedin e io sono d’accordo con lui. Torneremo quelli di una volta. Ce lo insegnano i dati che arrivano oggi dalla Cina, “solo” 20 nuovi contagiati oggi. Ho fiducia in questi dati, perché rappresentano il futuro, il traguardo dei prossimi due, tre mesi, quello a cui tutti stiamo guardando. E’ domenica e mi manca il pranzo di famiglia: da piccolo sono sempre stato abituato a farlo, a casa di nonna, che poi è diventata casa di due mie zie, che poi è diventata casa di una sola zia. Ma siamo sempre stati tutti insieme: cugini grandi e cugini piccoli e poi nipoti e poi zie che sono diventate nonne e fidanzate che sono diventate mogli e compagne. E c’erano le patatine fritte e le cotolette e il Napoli che giocava, quello di Maradona, con le cronache che uscivano dalla radio. Per me la Domenica è e resterà sempre quella. E torneremo a farla. Promesso.
Ciao Miriam e ciao Andrea, ieri, domenica, ci sono finalmente riuscito, ho convinto i miei a fare un bel torneo di carte per tutto il pomeriggio come una volta, della serie “maschi contro femmine”, io e mio figlio contro mia moglie e mia figlia, che ci hanno surclassato battendoci senza sprenza. Ovviamente secondo mio figlio, la colpa era tutta mia che notoriamente a carte sono “un bidone” 😉 Ma va bene così.
Poi alla sera avevo voglia di fare due chiacchere con qualcuno che non sentivo da un po’ ed ho fatto un paio di videochiamate, la prima a mio cugino a Londra, dove stanno purtroppo cominciando solo ora a capire davvero ciò che sta succedendo, li infatti, non hanno ancora messo in atto alcuna forma di protezione e per questo l’ho sentito davvero molto preoccupato per se e la sua famiglia, lui ha tre figli di cui una molto piccola e vive li da tanti anni.
La seconda videochiamata l’ho fatta proprio a Napoli, a Max uno dei miei più cari amici, dove sò che posso sempre trovare un po’ di allegria, ne avevo bisogno, infatti con lui riesco sempre a trovare un angolo di leggerezza e sollievo, insieme riusciamo sempre a ricreare il “clima vacanza”.
Noi appunto ci siamo conosciuti in una vacanza una decina di anni fà e da allora ci ritroviamo con le nostre famiglie almeno una volta l’anno e siamo molto legati, l’ultima volta siamo venuti noi li a Napoli lo scorso ottobre.
Per qualche minuto mi sono sentito davvero “LIBERO”, per qualche attimo ho potuto rivivere la cosidetta “NORMALITA’ ” e questo mi ha dato grande sollievo.
Secondo me alla fine tutto questo ci farà proprio capire, apprezzare e rivalutare tutto ciò che è normalità e soprattutto quanto siamo fortunati ad averla, cosa che forse molti fino ad oggi, non avevano mai pensato…
In questi giorni ed in questi momenti, la NORMALITA’ io la vedo un po’ come il “PARADISO” e a questo proposito mi è venuta in mente una poesia che vi allego a seguire, che ho scritto io qualche anno fa nella quale descrivo quali sono per me le cose che davvero ritengo importanti, le cose NORMALI, le cose alle quali fare riferimento in momenti come questi, ovvero le cose semplici, le cose di tutti i giorni, (P.S. in questa poesia, c’è anche un po’ di UPAS che fa parte della nostra NORMALITA’ e quotidianità ormai da molti anni), Buona giornata a tutti Voi da Fabio Bramati di Casatenovo (LC).
“IL PARADISO è … ”
– Il Paradiso è uno stato di felicità della mente,
È alzarsi in piedi sul banco … e cogliere il TUO ATTIMO FUGGENTE.
– Il Paradiso può essere un attimo o tutta LA VITA,
Ed il peccato d’averla vissuta senza averla goduta e capita,
o di non averla né goduta né vissuta per un assurdo male,
che ti fa sentire fortunato a poterlo raccontare,
ma ti rattrista se ritorni a “LEI” pensare,
– Il Paradiso è per me, SVEGLIARMI ACCANTO A TE,
coi nostri bimbi nel lettone a parlare,
e nei giorni di festa sotto le coperte a ridere e scherzare.
– Il Paradiso è la mia famiglia la domenica mattina,
a Mangiare qualche fetta biscottata, pane burro e marmellata,
come quando siamo in vacanza in albergo o in pensione,
fare tutto senza fretta e senza Tensione,
Come nell’albergo con la terrazza sul Mare, (Pantelleria)
La sera, tutti insieme a Guardare, un tramonto che ti fa Emozionare !
– Il Paradiso è due calci con mio figlio ad un pallone
e quella dolce sensazione,
di un abbraccio ed un sorriso del buongiorno di mia figlia a colazione.
– Il Paradiso è una sera Normale, io Nicky Dona e Vale,
seduti sul divano a Vedere, una puntata di “Un Posto al Sole”
– Il Paradiso sono mia moglie e i miei bambini,
cieli azzurri, verdi prati ed il cinguettio degli uccellini,
i giorni sereni insieme passati… aspettando i prossimi a venire,
programmare, sognare ed aspettare… le prossime vacanze al mare,
ed ancora scendere le scale e tutti insieme a scartare…
i regali la mattina di Natale.
– Il Paradiso è sognare e sperare che tutto questo non possa finire,
IL PARADISO è PER ME …QUALCOSA CHE Già C’è.
26 GENNAIO 2011- Fabio Bramati.
(chiedo scusa me per errore ho pubblicato il mio contributo di oggi come risposta a Chiara, se potete cancellatelo che io non so come fare)
Grazie <3
Ciao a tutti!
Questa sera ho cercato anche io la spensieratezza nello svago. Ho cercato di non pensare a ciò che sto vivendo, alla paura di rimanere intrappolata in una casa che non mi appartiene e ancora peggio in una vita che non mi appartiene. Durante la giornata cerco di ridere e di non pensare che tutto questo sta accadendo veramente. Ciò che mi preoccupa di più del virus è la conseguenza sociale che ne deriverà, il marchio indelebile che in modo inevitabile lascerà nelle vite di ognuno di noi. Forse la gente dimenticherà o forse no, perché l’uomo tende a non ricordare ciò che avrebbe dovuto imparare dal passato.
Quante volte ci siamo sentiti dire “sbagliando si impara”? Io ho perso il conto, ma non ho mai smesso di credere in questo, non bisogna dimenticare gli errori commessi né tanto meno ciò che ci è successo da cui abbiamo tratto insegnamento. Ciò che voglio dire è che è proprio all’interno delle difficoltà che forse impariamo ad essere migliori. Ecco! Adesso non dobbiamo commettere l’errore più grande che l’uomo possa fare ovvero dimenticare e non imparare.
Una famosa canzona (“La linea d’ombra”) diceva: “il nemico si nasconde tra le pieghe della coscienza”… Noi non dobbiamo permettere a nessun nemico virale di infettare la nostra vita o la nostra mente.
Ho paura anche io che questo periodo non finisca mai, ma ho fiducia nel tempo e nelle coscienze e soprattutto so di non essere da sola perché anche se la persona che amo è lontana fisicamente, non lo è con il cuore e so che mi aspetta.
Perciò cerchiamo di non avere paura, di non dimenticare e di aspettare l’abbraccio più bello e lungo che ci sarà alla fine di tutto questo.
A presto!
Giulia
Intanto sono io a dare a te un lungo abbraccio, ed è proprio vero che dobbiamo lasciare il
Virus fuori dalla nostra mente. E aspettare che tutto passi, perché passerà!!!! Buon lunedì, Miriam
Parole dalla quarantena. Ho deciso di scrivere ogni giorno una parola per questa quarantena e il motivo. Ieri era SILENZIO. Il silenzio carico di nostalgia e tristezza che mi ha colto guardando dalla finestra: cielo grigio, unico rumore la pioggia. E il bisogno di silenzio dalle miriadi di parole sul covid-19 che dicono in TV.
Oggi, invece, sarà anche che c’era il Sole, la parola è PRIMAVERA. Dieci minuti d’aria in balcone: l’odore della primavera, il profumo dei fiori, la brezza fresca, le voci dei bambini che giocano nei loro cortili, chi cura il giardino, chi le piante sul terrazzo. PRIMAVERA, la rinascita. #ANDRÀTUTTOBENE! 😊🌈
Anche io ho pensato alla stessa parola, Primavera. Era ovunque mi girassi, nei profumi e nei colori. ❤️ Miriam
oggi non è stata una domenica come le tante domeniche, certo ci si sta sempre in famiglia tutti insieme, però accendere il televisore e sentire i dati che ci vengono forniti sul corona virus il morale ci scende. però quando guardiamo tutte queste persone che si impegnano in prima linea ogni giorno per tutelare la nostra salute ed aiutare tutte quelle persone che vivono in zone difficili da raggiungere per portargli una medicina o un po di alimenti dico allora io sto bene, certo manca la quotidianità di sempre ma meglio stare in casa oggi per stare meglio domani, e poi si possono fare tante cose belle anche a casa oggi ad esempio io passato il pomeriggio con mia madre abbiamo fatto dolci.
Eccoci anche stasera, tutti pronti a raccontarci. E’ stata la domenica più strana della mia vita fino ad ora. Non ho mai visto una domenica così silenziosa, per fortuna ho un grande terrazzo e ci ho passato quasi tutto il pomeriggio, seduto su una sedia, con i piedi su un’altra, a guardare il mare, Capri, Punta campanella. In due-tre ore avrò contato si e no 20 macchine, 4-5 persone a piedi. Il silenzio era squarciato, come tutti i giorni del resto, dalle sirene di un’autoambulanza. E’ il secondo giorno che nella mia città non si registrano contagi, ma sabato sera c’è stato il primo decesso. Ho fatto e ricevuto telefonate con amici vicini e lontani, una video chiamata con il big boss, mi ha preso in giro sulla mia astinenza da corsa, mi ha trasmesso via mail un po’ di cose da studiare, un amico mi ha chiesto di dare uno sguardo a certi post e articoli di giornale che lo riguardano e vedere se ci sono gli estremi per una querela. Mi sono sentito meno vuoto, aver “lavorato”, ragionato, spiegato per l’ennesima volta a mio zio che cosa rischia se dovessero contestargli la sua presenza in strada mi ha tenuto su. Se non ci fosse stato tutto questo bel casino venerdì a mezzogiorno avrei salutato tutti e mi sarei fiondato a Roma, dove avrei passato il week end con una… persona speciale, chiamiamola così. Invece io sono qua, il suo convegno è ovviamente saltato ed è rimasta in Sicilia
Ci siamo sentiti, io ho non ho fatto riferimenti, lei si… e mi sa che stanotte non dormirò. Mannaggia al virus! Mannaggiatutto!!!
Ho un nipotino di un anno, la mia gioia, il mio pensiero più bello e non averlo con me mi pesa più di ogni altra cosa. L’ho visto in video chiamata e il suo sorriso mi ha letteralmente messo K.O. Lo sto educando alla buona musica, e anche stasera vi lascio con una delle canzoni che ascoltiamo insieme, perchè s’anna ‘impara fin da piccoli!
Buona serata!
Ciao Ciccio, benvenuto sul divano anche stasera. Le cose positive sono quelle di cui tutti abbiamo bisogno. Quanto ti invidio il terrazzo che guarda Capri, quando finirà questo periodo verrò a trovarti! Andrea
Ciao Miriam e Andrea. Torno a scrivere per la terza sera consecutiva su questo blog.
Essendo giustamente chiusi i parrucchieri….oggi ho fatto la tinta alla mia mamma e con discreti risultati. Anche oggi piccoli gesti quotidiani. Essendo in Lombardia e vedendo il dato odierno di chi non ce l ha fatta in un solo giorno questa sera mi sento davvero molto preoccupata e demoralizzata. Spero di riuscire a dormire meglio questa notte e auguro una buona notte anche a voi
Ore 21:00: Mi affaccio alla finestra della mia stanza con la torcia del mio telefono accesa e mi rendo conto di non essere sola neanche oggi. Nonostante la distanza fisica, riesco a vedere i miei vicini di casa, le loro facce e incredibilmente li sento, riesco quasi a toccarla. Ci si saluta come se ci si incontrasse per la prima volta, si sorride e si canta a squarciagola. Si cerca un velo di ottimismo e comprensione negli occhi degli altri. Siamo uniti, siamo uniti come non lo siamo mai stati e se c’è una lezione che non dimenticheremo da questa esperienza è proprio che l’Italia esiste ed è una sola.
pensieri e paure profonde quelle raccontate da Miriam. Oggi per me è stata una giornata un po’ particolare. Dovevamo partire alle ore 10 dall’Aeroporto Malpensa per la nostra tournée in un teatro di Broadway. 17 giorni di spettacoli + 5 giorni di workshop in una prestigiosa università del New Hampshire. Ovviamente tutto cancellato. Ci siamo ritrovati tutti stamattina sul gruppo whatsapp della compagnia a raccontarci le nostre impressioni e sentimenti riguardo questo giorno. Io ho sempre la sensazione di essere sospesa tra la vita e la non vita.
Ho finito di guardare una mini serie tv iniziata ieri. A differenza di Miriam, io il cinema e la serie tv l’ho sempre utilizzata come metodo di fuga dalla mia realtà e quindi devo dire che per me funziona. Quando sono incollata allo schermo, il mondo esterno sparisce, per qualche ora. Mi estraneo completamente e vengo catapultata all’interno della realtà che sto guardando. Poi, nel pomeriggio, ho visto “I vitelloni” di Fellini insieme ai miei genitori. Terminato il film, il tv si è sintonizzato su Rai3 e la prima parola sentita era ovviamente “Coronavirus”. Ho urlato “Basta, non se ne può più, state zitti!”.
Sono appena uscita sul balcone con la torcia del cellulare accesa. Era bello vedere anche gli altri condomini con le luci urlare e cantare insieme. Forse davvero saremo più uniti e forti di prima.
Adesso attendo le 21.30 per “Bella da morire” su Rai1.
This is my strange sunday.
❤️❤️❤️❤️ grazie sempre per i racconti delle tue giornate , e vedrai che a broadway ci andrai presto!!! Miriam
Buona serata a TUTTI. Noi siamo rinchiusi come tutti gli Italiani in casa e una situazione surreale non sai cosa pensare..si dice c’e la faremo ..però onestamente sono preoccupato e un contagio mondiale e sta morendo tantissima gente si Anziane ma fa differenza? Io non credo proprio comunque secondo me c`e qualcosa che non torna… siamo andati OLTRE.. in tutto il Pianeta in Australia in fiamme da mesi ecosistema gli Oceani il clima bizzarro non lo Sapremo MAI ….
Siamo preoccupati x i nostri figli
Speriamo che tutto si sistemi e ritornare alla normalità dei nostri giorni. Un Abbraccio a tutti Amici di questo Blog creato da penso D a
MIRIAM E IL SUO AMICO…
Bella iniziativa per raccontarci dei momenti di vita GRAZIE.
La prima domenica da reclusa in casa, la prima domenica che – da quando ne ho memoria – ha un sapore diverso. Diverso dal solito.
Questa prima settimana di quarantena mi ha spinta a fare alcune riflessioni. A 25 anni, per la prima volta, mi sono sentita DAVVERO responsabile. Sarcasticamente penso che ci voleva proprio il Coronavirus per farmi prendere coscienza dell’importanza di difendere la mia famiglia. A 25 anni ho imparato ad essere forte per loro, a tranquillizzarli, a confortarli nel momento del bisogno e a non piangere mai per permettere a loro di sfogarsi e piangere sulla mia spalla.
Inoltre, sempre “grazie” al covid, ho imparato ad accorciare le distanze tra me e la mia amata cugina che vive a esattamente 855 km da me. Mai come in questo periodo ringrazio l’esistenza di internet e del potere delle videochiamate. Mai come ora io e lei ci siamo sentite così vicine e unite. Unite nella lotta contro la distanza, contro il virus e contro tutte le barriere che ci dividono.
Perché solo l’amore e la forza ci permettono di andare avanti.
Solo l’amore ci aiuterà a sconfiggere questo nemico invisibile.
L’amore che riempie i nostri 855 km di distanza.