Il diario del giorno è un commento di Martina…perchè prima ancora che Giuliano dei Negramaro cantasse al balcone, lei lo aveva citato. Grazie Martina.
(Martina) – Stavo girando su instagram e trovo un video de “I Negramaro” che cantano tre canzoni. Condivido con voi la mia riflessione.
Non è il classico video, sembra che queste 3 canzoni facciano la colonna sonora di questo lungo periodo. Con “Fino all’imbrunire”, tutto ritorna e ritornerà, noi non vorremmo più scappare dalla nostra vita. Ritorneremo tra le persone e vorremmo restare fino all’imbrunire. Torneremo a vivere il quotidiano apprezzandolo un po’ di più perché abbiamo capito il valore delle piccole cose.
“Parlami di quando
Mi hai visto per la prima volta
Ti ricordi a stento
O rivivi tutto come
Come fosse allora?”
Ecco, quando sarà il momento in cui ci vedremo, così davanti ad un caffè, davanti ad un gioco di sguardi, o semplicemente davanti agli infiniti occhi,proviamo ad esprimere con semplici frasi o con semplici gesti nel rivedere le persone che amiamo di più e nel vedere persone nuove.
E per concludere, hanno scelto la canzone più adatta del momento.
“E allora sai
Che ne dici se adesso
Ci sfioriamo lo stesso
Senza toccarci
Tu chiudi gli occhi”.
“Tu chiudi gli occhi” perché le persone che ami e che amiamo ,anche se sono distanti fisicamente ,sono e saranno dentro di noi.
Concludo dicendo :Grazie.
Quanto amo in Negramaro… Ricordo di averli visti molti anni fa quando ancora non erano così famosi. Avevo visto il manifesto per le strade della mia città, facevano un concerto in una nota discoteca vicino a Malpensa (adesso non esiste più) e decisi di andare a sentirli. Arrivai in anticipo e il palco era ancora vuoto, ma ai piedi del palco c’era una grande cassa acustica. Mi ci sedetti sopra e per la prima volta mi innamorai della loro musica. E’ un ricordo molto vivo che nonostante il tempo rimane ancora nel mio cuore e nella mia mente.
Ho rivisto altri dei loro concerti e in uno di questi (qui erano già noti) Giuliano Sangiorgi fece un regalo al pubblico. Venne proprio nella fila dietro la mia cantò una canzone solo con la chitarra ed era se non ricordo male “Solo per te” (canzone che ho cantato al mio primo nipote come ninna nanna e lui si addormentava beato). Fu un regalo bellissimo che io compresi davvero solo qualche anno dopo.
Questo per dire che i bei ricordi possono allietare la nostra mente e riempire le pagine dei nostri diari, virtuali e non per poi rileggerli e non dimenticare mai cosa la vita ci può regalare ogni giorno.
Grazie per questa piccola parentesi 🙂
Giulia
Giorno 6:
Questo virus ci ha spiazzati.
Non solo per la sua violenza e la sua virulenza, ma perché ci ha costretti a fermarci.
Da quanto tempo non succedeva?
Noi, sempre di corsa, sempre con l’auto accesa ai semafori, sempre di fretta a fare la spesa, a cucinare, senza mai tempo per ascoltare i figli, parlare col partner, leggere un libro, fare una passeggiata.
Noi…sempre incazzati per una nuova pista ciclabile o per l’ultimo barcone arrivato.
Noi, che ci lamentavamo degli ospedali, dei medici, degli infermieri….che ruggivamo dietro un pc, …noi che non avevamo neanche più rispetto per i morti delle guerre,…noi che “tanto è solo un’influenzetta, che vuoi che sia….
NOI, che ora ci ritroviamo ad avere paura per le persone che amiamo, ad avere il terrore per un colpo di tosse…che scappiamo per un virus senza aver mai sentito il rumore di una bomba che cade, …che svuotiamo i supermercati che neanche la carestia…
Noi, ora stiamo scoprendo il valore di una semplice passeggiata, ci stiamo rendendo conto di quanto il concetto di “tempo” sia relativo, di cosa ci importi veramente e cosa potremmo abbandonare.
NOI ORA SIAMO COSTRETTI AD ESSERE UMANI
Non possiamo più abbracciarci e chissà quante volte invece avremmo potuto farlo, prima.
Eravamo liberi e non lo sapevamo.
Ora ci sembra bello persino l’Inno di Mameli, sì, proprio quello che volevamo cambiare: lo ascoltiamo, e ci viene da piangere.
Non siamo mai stati costretti ad essere così distanti, eppure non ci siamo mai sentiti cosi vicini.
Tutto assume un valore diverso: ti rendi conto che davvero non sono i chilometri a fare la distanza, ma le persone: ora un messaggio, una telefonata, tutto ha un’importanza diversa, tempi diversi, parole diverse e far capire agli altri, parenti o amici che siano, che teniamo a loro e gli vogliamo bene, diventa , ora, una necessità.
Questo maledetto virus ci sta ricordando qualcosa che avevamo completamente dimenticato.