MIRIAM 5 – 13 Marzo. Andre, scriverti stasera ha un sapore diverso. So che, per la prima volta, non siamo più io e te a leggere, ma è come se intorno a noi, senza nessuna distanza di sicurezza (ma proprio tutto vicini vicini) ci fossero tanti amici da ogni parte d’Italia che da oggi in poi racconteranno a noi e al nostro blog la loro quotidianità.
E quindi comprendimi se non riesco a raccontare la mia giornata, oggi, ma regalo questo mio spazio a Federica, la giovane calabrese che si dà appuntamento con il fidanzato al supermercato solo per potersi guardare un minuto negli occhi. E a Cristian, che abita a due passi dal Niguarda, e che si tiene stretto a sua moglie e a suo figlio. A Martina, che da Bolzano è venuta a Napoli per gli esami e ora non può più tornare a casa, chissà per quanto tempo. A Fabio, che si chiede cosa succederebbe se la rete venisse meno in questi giorni in cui è vitale essere connessi almeno virtualmente, e che ha dedicato de tempo per un video da donare alle persone che ama, perché ora i nostri cari sono la nostra unica ricchezza. La mia storia di oggi, Andre, è la storia di ognuno di loro. Sono emozionata e commossa nel leggere le loro storie, e nasce in me il barlume di una nuova consapevolezza: uniti ce la faremo davvero.
ANDREA 5 – sono ancora più convinto oggi che la linea rossa sia qualcosa che non abbia diviso l’Italia, ma la stia unendo. Ne è una prova la musica che è uscita dalle case oggi alle 18. L’ultima volta che ricordo tanta gente fare festa ai balconi era nel 2006, quando eravamo stati “una squadra fortissimi” e avevamo vinto i Mondiali. Il Coronavirus ci ha unito come allora. Ha unito anche gli Italiani all’estero, come Mark che ci ha scritto oggi da Londra chiedendo misure più severe in UK o come il mio amico Andrea, professore a Sheffield, che fa lo stesso attraverso la sua pagina Facebook. Sono rientrato il 20 gennaio a Torino dopo due anni passati a Londra. Rientravo quasi ogni week end a Torino per stare con la mia compagna e ho pensato tantissime volte a come avrei reagito se fosse capitato qualche mese fa. Per questo sento viva su di me la situazione di pericolo di chi vive lì, costretto ogni giorno, per muoversi, ad ascoltare il “mind the gap (attento al gradino)” dell’affollatissima metropolitana di Londra. La nostra storia oggi diventa un po’ la storia di tutti, di quelli che leggiamo, ascoltiamo o whatsappiamo, di quelli che fanno gli aperitivi in videochiamata, di quelli che erano sardine in piazza e oggi ballano al balcone, di quelli che sono chiusi in casa e di quelli che non vedono l’ora che in qualche paese, fuori dall’Italia, decidano di chiuderli, in casa. Non siamo più in due a fare questa storia.
Grazie Andrea e piacere Miriam,
l’ho scritto in questi giorni: i social stanno finalmente assolvendo il loro compito (bufale a parte) e quando ci ricordano il compleanno di qualcuno, se quel qualcuno, per un motivo o un altro, ha lasciato un apostrofo nella nostra vita – e un apostrofo di questi tempi non è poca cosa – prendiamo il telefono e chiamiamolo. abbiamo fatto sentire la nostra voce sui balconi, stiamo continuando a farlo, che sarà mai un telefonata? E poi vi ricordate la pubblicità di Tim / Telecom con Massimo Lopez “Una telefonata allunga la vita?”.
Ieri sera, mentre ero in balcone alle 18, ho scoperto di abitare in condominio pieno di giovani. Esco presto la mattina e rientro tardi la sera e gli unici vicini che incontro sono quelli del mio pianerottolo – una nonnina vedova che si chiama Gina – quelli del piano sopra al mio che urlano e vi assicuro che in questi giorni è quasi una gioia! – e una signora che porta a spasso il cane. di questi, Gina a parte, non so nemmeno i nomi.
ebbene ieri sera in balcone una community di giovani mai visti prima, ha fatto partire un dj set condito con Trap, Rap, Caruso di Lucio Dalla ed ha chiuso con Sensual “un movimiento sexy… ” quello dei villaggi vacanze, proprio quello. Che cosa devo dirvi? E’ stato bello! Impariamo a fermarci, guardare le persone che incontriamo sul pianerottolo, davanti al portone, nelle riunioni condominiali, aa fare la spesa, facciamolo un sorriso, mal che vada non lo ricambieranno. Saremo più poveri? Noi no, loro forse si.
Andrea e Miriam, non escludo ulteriori incursioni, ovviamente a dovuta distanza. E’ un modo per condividere, per avvicinarmi al sud ed attenuare la nostalgia che ho della mia adorata Sicilia.
A presto,
Maria Teresa
Ciao a tutti, sono Chiara. Sono napoletana, ma da circa un anno per esigenze lavorative vivo in una piccola cittadina del Piemonte quasi al confine con la Svizzera. Attualmente sono qui, lontana da tutta la mia famiglia. Ho scelto di restare al Nord per proteggere il mio amato Sud, quando ancora la situazione era “rossa” solo in parte. Lavoro ancora perché il mio lavoro non può fermarsi e così ogni giorno munita di guanti e mascherina mi dirigo nel mio ufficio pronta per le emergenze. Ho scoperto dell’ esistenza di questo blog perché seguo Miriam. Sono fan di un Posto al Sole da quando avevo 15 anni. E così la sera, ancor più che prima, lo guardo e continuo a sentirmi a casa. Non so quando potrò tornare nella mia Napoli, citta difficile ma accogliente e solidale. La paura del contagio é tanta, ma il desiderio di tornare a casa e riabbracciare tutti lo é ancor di più. Facciamoci forza perché ce la faremo. Chiara
Ciao a tutti, mi chiamo Adriana sono italiana e vivo a Barcellona. Ieri sera é stato annunciato dal Governo lo stato di allerta e stamattina era già in vigore un decreto con misure restrittive. La gelateria dove lavoro avrebbe dovuto chiudere e mi sn recata a lavoro per preparare il locale alla chiusura. Dopo ore di lavoro ho assistito a una delle scene piu patetiche di cui ho memoria: il proprietario ci dice di far sparire le poche sedie del locale e di ricollocare tutto per l’apertura (Il decreto prevedeva la chiusura solo dei locali con posti a sedere) e continua con la frase: cosa pensavate di andare in vacanza?
No, io nn pensavo di andare in vacanza e nemmeno pensavo di ricevere dopo poche ore, a seguito degli aggiustamenti del decreto di stamattina, un foglio con la sospensione del mio contratto di lavoro.
Quello che speravo forse era poter rimanere a casa senza rischiare un contagio e magari senza rischiare un posto di lavoro.
Quello che mi fa paura forse non é il virus e neanche la possibilità di perdere il lavoro ma il senso di irresponsabilità ed egoismo dei nostri simili. L’idea che il denaro in una situazione di emergenza sanitaria valga più delle vite umane. Questo mi fa paura!
Adriana cara, preparati a scoprire la vera natura delle persone che ti circondano nei prossimi giorni, nel bene e nel male.
Questo virus ha la capacità di far venire a galla tutto quello che noi proviamo a tenere a bada. Infatti credo che quando finirà avremo veramente la cartina di tornasole di chi è davvero come noi e chi no. Anche qui, in alcune zone d’Italia, per tanto tempo, è stato sottovalutato. Ora però ti chiedo di essere più prudente che mai, quello che inizia per voi in Spagna adesso è il momento in cui fare molta più attenzione per evitare di essere contagiati. Detto questo, vedrai che tra poco chiuderete, le persone verranno sempre meno e il tuo datore capirà che non ha senso restare aperto. Scrivici, aggiornaci su quello che succede, facci sapere come evolve la situazione.
Ti abbraccio forte
❤️
Miriam
Adriana cara, preparati a scoprire la vera natura delle persone che ti circondano nei prossimi giorni, nel bene e nel male. Questo virus ha la capacità di far venire a galla tutto quello che noi proviamo a tenere a bada. Infatti credo che quando finirà avremo veramente la cartina di tornasole di chi è davvero come noi e chi no. Anche qui, in alcune zone d’Italia, per tanto tempo, è stato sottovalutato. Ora però ti chiedo di essere più prudente che mai, quello che inizia per voi in Spagna adesso è il momento in cui fare molta più attenzione per evitare di essere contagiati. Detto questo, vedrai che tra poco chiuderete, le persone verranno sempre meno e il tuo datore capirà che non ha senso restare aperto. Scrivici, aggiornaci su quello che succede, facci sapere come evolve la situazione. Ti abbraccio forte ❤️ Miriam
Cronaca di una giornata (la 13ª) uggiosa ai tempi del #cotonavirus: Sta piovendo. Mi preparo per l’ora x. Controllo l’orologio, manca ancora qualche minuto e dentro di me penso: “Tanto vedrai che non si affaccerà nessuno…”, quando improvvisamente il silenzio insolito di questi giorni viene rotto da un applauso lungo, lunghissimo, talmente fragoroso che è difficile capire da dove provenga. Riesco a scorgere alcuni vicini dalla mia finestra, sono affacciati alla loro, ai balconi, non li avevo mai visti prima o forse li avevo incrociati senza saperlo, eppure oggi battevamo le mani tutti insieme. Sono le 12:00, da lontano si sentono i rintocchi delle campane e in cielo si leva un “Bravi” rivolto a chi in queste lunghissime e interminabili ore non riesce più a distinguere tra il giorno e la notte perché essere un medico, un poliziotto è una vocazione, una scelta di vita, un sacrificio fatto di abnegazione e rinunce. Oggi mi sono sentita davvero fiera di essere italiana e credo che questo momento stia insegnando a tutti qualcosa. Questo applauso è stato come un tuffo al cuore, il più bel suono che abbia mai sentito. Non lo puoi vedere e toccare, ma sai che c’è ed è bellissimo! ❤️
Ciao Chiara, leggere la tua giornata è speciale perché ti conosco e quindi ti immagino lì, fuori al tuo balcone. Ne usciremo presto e ne usciremo molto più uniti, hai ragione.
So quanto tu ami scrivere, ti aspettiamo qui ogni giorno per la tua giornata milanese. Anche solo due righe (è un invito ufficiale ❤️)
Miriam
Oggi mi sono commossa tanto, anche ora che ti leggo qui, anche se siamo in contatto e vicine sempre. In questi giorni è un po’ come se vivessimo in una bolla in cui ogni cosa anche la più banale è amplificata, forse perché non possiamo esprimere le nostre emozioni con i gesti, l baci e soprattutto gli abbracci che siamo abituati a scambiarci quando ci vediamo e non. Sicuramente per me questo è il vero sacrificio di questi giorni, oltre al fatto che per precauzione non sto andando a fare fisioterapia. Per il resto mi prendo il mio tempo e me lo godo tutto. Lavoro, leggo, studio spagnolo, scrivo… Già perché per me è sempre stato più facile raccontarmi che parlare… Per fortuna ci sono la scrittura e il mio posto al sole a farmi compagnia ed è bello ritrovarci qui ogni sera, aspettando di poterci riabbracciare di nuovo ❤️
Ciao Miriam, il mio piccolo contributo di oggi al Blog è una meravigliosa poesia che ieri ho trovato in rete e che mi ha commosso e ho subito ripubblicato sul mio profilo Facebook, scritta da una ragazza di nome Irene Vella, che penso sia perfetta per questo strano momento che stiamo vivendo, ciao e buona giornata a tutti voi da Fabio Bramati di Casatenovo (Lecco)
Irene Vella
11 marzo alle ore 12:44
“Era l’11 marzo del 2020, le strade erano vuote, i negozi chiusi, la gente non usciva più.
Ma la primavera non sapeva nulla.
Ed i fiori continuavano a sbocciare
Ed il sole a splendere
E tornavano le rondini
E il cielo si colorava di rosa e di blu
La mattina si impastava il pane e si infornavano i ciambelloni
Diventava buio sempre più tardi e la mattina le luci entravano presto dalle finestre socchiuse
Era l’11 marzo 2020 i ragazzi studiavano connessi a Gsuite
E nel pomeriggio immancabile l’appuntamento a tressette
Fu l’anno in cui si poteva uscire solo per fare la spesa
Dopo poco chiusero tutto
Anche gli uffici
L’esercito iniziava a presidiare le uscite e i confini
Perché non c’era più spazio per tutti negli ospedali
E la gente si ammalava
Ma la primavera non lo sapeva e le gemme continuavano ad uscire
Era l’11 marzo del 2020 tutti furono messi in quarantena obbligatoria
I nonni le famiglie e anche i giovani
Allora la paura diventò reale
E le giornate sembravano tutte uguali
Ma la primavera non lo sapeva e le rose tornarono a fiorire
Si riscoprì il piacere di mangiare tutti insieme
Di scrivere lasciando libera l’immaginazione
Di leggere volando con la fantasia
Ci fu chi imparò una nuova lingua
Chi si mise a studiare e chi riprese l’ultimo esame che mancava alla tesi
Chi capì di amare davvero separato dalla vita
Chi smise di scendere a patti con l’ignoranza
Chi chiuse l’ufficio e aprì un’osteria con solo otto coperti
Chi lasciò la fidanzata per urlare al mondo l’amore per il suo migliore amico
Ci fu chi diventò dottore per aiutare chiunque un domani ne avesse avuto bisogno
Fu l’anno in cui si capì l’importanza della salute e degli affetti veri
L’anno in cui il mondo sembrò fermarsi
E l’economia andare a picco
Ma la primavera non lo sapeva e i fiori lasciarono il posto ai frutti
E poi arrivò il giorno della liberazione
Eravamo alla tv e il primo ministro disse a reti unificate che l’emergenza era finita
E che il virus aveva perso
Che gli italiani tutti insieme avevano vinto
E allora uscimmo per strada
Con le lacrime agli occhi
Senza mascherine e guanti
Abbracciando il nostro vicino
Come fosse nostro fratello
E fu allora che arrivò l’estate
Perché la primavera non lo sapeva
Ed aveva continuato ad esserci
Nonostante tutto
Nonostante il virus
Nonostante la paura
Nonostante la morte
Perché la primavera non lo sapeva
Ed insegnò a tutti
La forza della vita.”
Fabio grazie, questa poesia è bellissima. E mi fa pensare a quanto usciremo “ricchi” nello spirito dopo questo periodo ❤️ Miriam
Buongiorno a voi…Amici di una Italia sempre più unita ….ANDRÀ TUTTO BENE …sono sempre più convinta …INSIEME CE LA FAREMO ❤️🇮🇹
Ciao a tutti! Che bell’idea! Tutte le vostre storie racchiudono sentimenti comuni!Vivo in un piccolo paesino della Basilicata. Qui il virus non ha ancora raggiunto il suo picco. Di casi ne abbiamo pochi ma la paura rimane alta. Non abbiamo i mezzi per un eventuale boom! Spero di vero cuore che tutti riescano a mantenere la regola di stare a casa.
Ho il cuore diviso a metà: a Parma vive mia sorella con 2 meravigliosi bimbi e mio cognato. Non avete idea di quanto sia difficile la distanza ora..la video chiamata allevia ma, una volta chiusa, torna l’infinita tristezza! L’altra metà di cuore è a Londra dove vive mio fratello per niente tutelato da un governo che se ne frega (scusate il francesismo) dell’emergenza!
In Basilicata ci sono pochi casi e dovrei ritenermi fortunata, vivo comunque nella costante apprensione!
Io non posso mollare, io non posso crollare! Alle fine forse, ora no!
Sono un’assistente sociale. Noi non chiudiamo. Noi restiamo sull’emergenza cercando di vivere e far vivere serenamente il momento a tutti, vicini e lontani…
E a voi dico NON MOLLATE ce la faremo, ritorneremo ad abbracciarci, più forti di prima! State sul pezzo, ascoltate le notizie ma poi spegnete tutto, leggete, ascoltate musica, fate videochiamate durante le quali parlate di altro! E non crollate, provateci. E se avreste bisogno, io ci sono!
Stringiamoci intorno all’Italia e preghiamo (ognuno a modo suo) affinché ritorni presto il sereno!
Ps. Nelle mie giornate per metà a casa, perchè devo comunque lavorare, sperimento ricette in cucina! Ne uscirò obesa!😂 La modalità #desperatehousewife non mi dispiace affatto!
Grazie Miriam, Grazie Andrea!
Anche io sto provando a cucinare, ma non sono sicuro di questi esperimenti! Saluta tuo fratello a Londra. Un abbraccio. Andrea
Ciao amici,
Mi chiamo Ilaria, sono italiana ma vivo in Inghilterra. Sto vivendo questi giorni con un dolore nel cuore e un bruciore di stomaco mai provati prima. Stare lontana dai miei familiari e amici mi amareggia.
Ancor di più mi fa male pensare ai miei genitori preoccupati per me. L’Inghilterra non vuole prendere precauzioni e ci rimettiamo tutti.
La mia giornata di ieri è stata molto particolare, sono andata a lavoro come al solito alle 7, alle 11 arriva il mio capo dicendo che doveva dirmi una cosa ma non mi sarei dovuta preoccupare: un ragazzo all’interno del college in cui lavoro era affetto dal virus.
Non so spiegarvi dove ho trovato la forza per rimare a lavorare fino alla fine del mio turno e non so dove troverò la forza per andare di nuovo a lavoro oggi, domani, tutta la settimana prossima come se nulla fosse!
Spero che si rendano conto al più presto della gravità e chiudano per lo meno college e scuole!
Grazie per questa opportunità 🙏🏻
Io vi sono vicina con il cuore!
Cara Ilaria, visto che dai tuoi genitori sai quello che sta succedendo qui, Fai bene a non prendere la situazione sottogamba. Usa precauzioni pure a costo di sembrare “pazza” (mascherina, guanti, gel disinfettante) e limita le uscite . Tu che sai non puoi sottovalutare il pericolo. Detto questo ce la faremo e ne usciremo, e spero di leggerti ancora, spero di sentire dalla tua tastiera quelli che succede quotidianamente lì. Ti abbraccio ❤️ Miriam
Di solito passo la mia giornata con un tam tam che ha inizio la mattina con i laboratori di teatro con i miei piccoli, e termina la sera o meglio la notte a cercare di rendere i 18esimi compleanni o altre feste più divertenti.I miei bimbi mi mancano tanto, mi manca la mia compagna, ho deciso di essere vicino ai miei genitori e ho riscoperto la bellezza di essere quotidianamente a pranzo con loro, o come stasera commuovermi insieme a mio padre a vedere un docuFilm di Maradona. Usciremo da questo momento forse con qualche ossa rotta, ma per la prima volta forse sapremo dare un significato alla parola Patriottismo.
Ciao Pasquale ho pianto anche io per quel docufilm su Diego. Erano gli anni della mia infanzia, del Super Santis portato ovunque con mio fratello e delle sfide al Milan… a presto. Andrea
Ore 00:44 Sabato 14 marzo la quarantena continua😔.. Non ci sono parole per descrivere durante il giorno ci sono solo persone messi in fila nei supermercati, sembra che stia per scoppiare la guerra. Le mie giornate sono diventate monotone, qui in Sicilia c’e il divieto si esce solo per necessità… io mi auguro che tutti riescono a fare questo sacrificio nel restare a casa è di sconfiggere questo maledetto virus.. 😉 Beh che dire Mi chiamo Salvatore ho 30anni è scrivo come ho detto prima dalla Sicilia precisamente da Porto Empedocle provincia di Agrigento..
Ciao Salvatore e benvenuto sul blog, si hai ragione sembra veramente di stare in guerra. Ma è vero, ne sono certa, ne usciremo e ne usciremo più forti ❤️ Miriam
Ciao Miriam e Andrea, sono Valentina, un’insegnante trentenne (ancora per poco) di Pordenone. Noi qui siamo a casa dal 24 febbraio..dovevano essere le “vacanze di Carnevale”, ma la scuola non riaprirà fino al 3 aprile..se tutto va bene..
Sono tanti i pensieri che mi passano per la mente in questi giorni, solo oggi forse sono riuscita a capirci qualcosa. Mi mancano i miei ragazzi, mi manca uscire di casa alle 7.30 di mattina e poter entrare in cortile vedendo i loro sorrisi assonnati, mi mancano i loro occhi attenti, le loro domande, le loro battute, i loro silenzi..eh sì, anche le sgridate più vivaci..ero così contenta di essere tornata a scuola il 27 gennaio, dopo mesi di lotta contro un tumore al seno, che dopo nemmeno un mese sono di nuovo costretta a casa..i miei amici mi prendono bonariamente in giro..ma è dura..
Sto cercando, però, di prendere ciò che c’è di positivo: sperimentare nuove tecniche didattiche (anche se ogni giorno mi rendo conto quanto sia bello lavorare in classe), avere voglia di sentire e vedere amici, parenti e colleghi vicini e lontani, di prendere il telefono e chiamare, non solo scrivere sterili messaggi..stasera sono stata al telefono quasi un’ora con mio fratello che studia a Trieste ed è bloccato lì per la chiusura di tutto..all’inizio eravamo entrambi un po’ tristi e abbattuti, ma alla fine della videochiamata i nostri occhi brillavano di nuovo e sul nostro viso c’era un nuovo sorriso…
Nella sfortuna mi ritengo fortunata..sono “obbligata” ad uscire mezz’ora al giorno per fare radioterapia..mezz’ora per arrivare all’ospedale e tornare a casa..una boccata d’aria che ho sempre dato per scontato, e che adesso, nonostante mascherina e precauzioni, è uno dei momenti che aspetto di più!
Mai avrei pensato di dover fare la fila per entrare al supermercato, io che mi agitavo anche solo per tre persone alle casse…eppure quell’attesa è servita a fermarmi e a capire che non c’è fretta.
Ecco..le piccole cose…il tumore prima e il covid-19 adesso mi stanno insegnando questo: non dare per scontate le piccole cose!
Grazie per la possibilità di questo spazio..è una goccia d’acqua che serve a formare l’arcobaleno..#andràtuttobene! 🌈
Ciao Valentina, andrà tutto bene, ne siamo convinti. Prendiamo tutto le cose positive, la chiusura forzata della nostre vite frenetiche ci dà tempo per aprirci al dialogo e alle storie di tutti noi. Un abbraccio. Andrea
Grazie mille Valentina per il racconto della tua giornata. Tu sei una di quelle persone che devono fare tanta attenzione, immagino cosa possa significare per te. E immagino i tuoi occhi brillare in videochiamata con tuo fratello . Grazie grazie grazie ❤️
Miriam
Ciao a tutti prima di andare a dormire volevo condividere con voi il mio stato d animo legato a questa tragedia. Personalmente essendo fidanzata con un medico di base mi ritrovo da oltre 13 giorni a non poterlo vedere per prevenzione essendo una persona in prima linea e soggetta a ipotetico contagio. Lui arriva la sera a casa stremato e non ci possiamo vedere ma solo telefonare o guardarci da lontano dall altra parte della strada. In sintesi lui è in prima linea ma si ritrova ancora più solo e quasi discriminato per il lavoro che fa. Grazie di questo spazio…arrivare a sera in queste giornate è davvero difficile❤❤
Ciao Ilaria, mio padre è un medico in pensione e non sai quanto sono orgoglioso della dedizione che ha sempre avuto con i suoi pazienti e, in più in generale, della disponibilità ad aiutare sempre tutti. I medici come il tuo fidanzato sono quelli che stanno combattendo per tutti noi. Questo spazio ci serve a condividere i nostri pensieri e a ritrovarci meno soli. Un abbraccio. Andrea
….i veri eroi di questi giorni sono loro, in prima linea anche a fronte di costi altissimi. Grazie da parte nostra ❤️ Miriam
Torino, 13 Marzo 2020, giorno 5.
Sotto i miei occhi la città chiusa in sé stessa ha un fascino strano; l’anatomia di questo paesaggio è uno strano cocktail dal sapore di paura e speranza, un mix che ci ricorda quanto siamo fragili.
Questa sera anche la luna sovrasta il cielo con una luce diversa dal solito, una luce in mezzo al nero pesto che quasi mi accarezza come per confortarmi.
Continuo ad osservare la città dall’alto, mentre mi libero di mille pensieri lasciandoli cadere leggeri come foglie cullate dal vento.
In questa fetta d’aria che divide la terra dal cielo guardo ancora le luci della città, ammirandole come stelle di un universo rovesciato.
Andrà tutto bene, penso.
Per voi: https://www.youtube.com/watch?v=2ssfoElRGVA
Con Shadows mi addormenterò stanotte. Grazie Antonio, andrà tutto bene, lo pensò anche io, e già siamo in due. ❤️ Miriam
Oggi è il giorno in cui ho capito l’importanza di avere degli orari. Le scadenze ti fanno mantenere la normalità. La mia scadenza oggi era fare la spesa, con il mio capo. Vivo in una città nuova da pochi mesi, non ho amici qui, la famiglia è lontana, un po’ in Toscana, un po’ a Trento, a Napoli, Torino e Milano. Ma qui solo io. La nostra spesa, a distanza di sicurezza, truccate, vestite e con la sciarpa davanti al volto, è durata 1 ora e un quarto. Abbiamo riso del lavoro, di questa situazione assurda, del fatto che essere a casa da sole è alienante ma ti toglie la preoccupazione dell’umore dell’altro. Tutto a distanza, ma guardandoci negli occhi. Sono tornata a casa più serena, pensando che è già passata una settimana e le altre andranno via più veloci.
Grazie Vero, aspettiamo il tuo diario su queste pagine. Andrea
Io to facendo lo stesso con i miei figli. Li sveglio alle 8.30 anche se potrebbero dormire fino a tardi, gli do degli orari per i compiti , per giocare, per andare a dormire come se ci fosse scuola il giorno dopo…Cerco di dare delle regole a loro e a me, perché ho paura che se vengono meno anche gli orari rischiamo di affondare.
❤️ Miriam
Stavo girando su instagram e trovo un video de “I Negramaro” che cantano tre canzoni. Condivido con voi la mia riflessione.
Non è il classico video, sembra che queste 3 canzoni facciano la colonna sonora di questo lungo periodo. Con “Fino all’imbrunire”, tutto ritorna e ritornerà, noi non vorremmo più scappare dalla nostra vita. Ritorneremo tra le persone e vorremmo restare fino all’imbrunire. Torneremo a vivere il quotidiano apprezzandolo un po’ di più perché abbiamo capito il valore delle piccole cose.
“Parlami di quando
Mi hai visto per la prima volta
Ti ricordi a stento
O rivivi tutto come
Come fosse allora?”
Ecco, quando sarà il momento in cui ci vedremo, così davanti ad un caffè, davanti ad un gioco di sguardi, o semplicemente davanti agli infiniti occhi,proviamo ad esprimere con semplici frasi o con semplici gesti nel rivedere le persone che amiamo di più e nel vedere persone nuove.
E per concludere, hanno scelto la canzone più adatta del momento.
“E allora sai
Che ne dici se adesso
Ci sfioriamo lo stesso
Senza toccarci
Tu chiudi gli occhi”.
“Tu chiudi gli occhi” perché le persone che ami e che amiamo ,anche se sono distanti fisicamente ,sono e saranno dentro di noi.
Concludo dicendo :Grazie.
Le canzoni portano dentro una magia. L’ho sempre pensato. Hanno la capacità di pioverci addosso nel momento giusto, come un messaggio inviato dall’alto. Solo chi ha l’orecchio attento e il cuore pronto può cogliere le parole e capirne il senso. Sono io che dico a te GRAZIE ❤️ Miriam
Stavo girando su instagram e trovo un video de “I Negramaro” che cantano tre canzoni. Condivido con voi la mia riflessione.
Non è il classico video, sembra che queste 3 canzoni facciano la colonna sonora di questo lungo periodo. Con “Fino all’imbrunire”, tutto ritorna e ritornerà, noi non vorremmo più scappare dalla nostra vita. Ritorneremo tra le persone e vorremmo restare fino all’imbrunire. Torneremo a vivere il quotidiano apprezzandolo un po’ di più perché abbiamo capito il valore delle piccole cose.
“Parlami di quando
Mi hai visto per la prima volta
Ti ricordi a stento
O rivivi tutto come
Come fosse allora?”
Ecco, quando sarà il momento in cui ci vedremo, così davanti ad un caffè, davanti ad un gioco di sguardi, o semplicemente davanti agli infiniti occhi,proviamo ad esprimere con semplici frasi o con semplici gesti nel rivedere le persone che amiamo di più e nel vedere persone nuove.
E per concludere, hanno scelto la canzone più adatta del momento.
“E allora sai
Che ne dici se adesso
Ci sfioriamo lo stesso
Senza toccarci
Tu chiudi gli occhi”.
“Tu chiudi gli occhi” perché le persone che ami e che amiamo ,anche se sono distanti fisicamente ,sono e saranno dentro di noi.
Concludo dicendo :Grazie.
Oggi è il giorno in cui ho capito l’importanza di avere degli orari. Le scadenze ti fanno mantenere la normalità. La mia scadenza oggi era fare la spesa, mi ero data appuntamento con il mio capo. Vivo in una città nuova da pochi mesi, non ho amici qui, la famiglia è lontana, un po’ in Toscana, un po’ a Trento, a Napoli, Torino e Milano. Ma qui solo io. La nostra spesa, a distanza di sicurezza, truccate, vestite e con la sciarpa davanti al volto, è durata 1 ora e un quarto. Abbiamo riso del lavoro, di questa situazione assurda, del fatto che essere a casa da sole è alienante ma ti toglie la preoccupazione dell’umore dell’altro. Tutto a distanza, ma guardandoci negli occhi. Sono tornata a casa più serena, pensando che è già passata una settimana e le altre andranno via più veloci.
Ciao Valentina sarà dura per un po’ ma poi sono convinto che avremo tutti più voglia di ricominciare. Non molliamo
Ciao a tutti e soprattutto a te Miriam tanti complimenti per un posto al sole che in questi giorni è l unica mia gioia della giornata… purtroppo ho un bar pasticceria qui a Bologna e il 13 con il nuovo decreto ho dovuto chiudere… per una come me in negozio dalle 10/12 ore al giorno far passare la giornata in casa nn è facile .. in casa con me abita mia figlia 14 anni che mi dice beh mamma dicevi sempre che eri stanca ora riposa!!! Fosse facile i pensieri affollano la mente speriamo davvero che finisca tutto presto!! Un bacione e un abbraccio a tutti
Lo so, sembra che ci sia più stanchezza ora di quando non ci fermavamo mai… è la testa che non riposa mai, i pensieri che non smettono di affollare la nostra testa. Ti capisco, credimi ❤️ Miriam
Oggi la mia giornata è stata un po’ più movimentata. Ho preso in mano la mia marionetta, l’ho fatta camminare un po’. Riesco a muoverla meglio con la mano sinistra che con la destra e non sono mancina. Sto imparando a farla inginocchiare e rialzare e qualche altro piccolo movimento.è come imparare un nuovo strumento musicale. Vedere che sto imparando praticamente da sola mi ha emozionata. Poi ci siamo sentiti con un po’ di colleghi e abbiamo deciso di girare un piccolo video di cui ancora non posso dire niente e quindi mi ha permesso di tenermi un po’ occupata con cose che amo fare.
Questo virus mi ha fatto riflettere su una cosa. Diamo sempre tante cose per scontate. L’importante è che stiamo bene noi e degli altri chissene frega. Con questo virus siamo tutti uguali. Non esistono ricchi e poveri, non esistono bianchi e neri, non esistono uomini e donne, non esistono famosi e la persona qualsiasi. Siamo tutti un unica entità. Siamo divisi, ma mai come adesso sto sentendo la gente davvero unita. Tanti giochini sui social che ci aiutano a tenerci occupati, che ci aiutano a condividere e a non farci sentire da soli.
E ho capito quanto è importante far sapere alle persone che ami, che le ami davvero. Abbracciarle. Non vedo l’ora di tornare ad abbracciare le persone che amo. Quando sarà possibile, le stritolerò tra le braccia. E, boh, se mi stai leggendo, S. io ti amo. Sallo.
I due sentimenti più espressi in questi giorni, mancanza e amore. Grazie Erika, spero di leggerti tutti i giorni. ❤️
Miriam
Cercherò di esserci sempre ❤️ grazie ragazzi davvero
Ti capisco bene Erika. I miei genitori e i miei fratelli sono a Napoli e l’idea di non sapere quando rivedere tutti è la cosa più difficile in questo momento. Ma so che mi aspettano…
Andrea
Ti aspettano e ti amano. Per fortuna c’è la tecnologia che accorcia tante distanze. ❤️
Ciao! Io sono Giulia, una piccola blogger che abita nella provincia di Varese. Sono molti anni che faccio piccoli lavori e quindi le mie giornate sono spesso tra le mura di casa, luogo che per ora non posso condividere con il mio fidanzato visto che si tratta di casa dei miei genitori. Sono anni che sia io che lui tentiamo di avere un posto nostro e ora più che mai li desidereremmo. Quindi questo periodo lo sto vivendo lontana da lui e nonostante esistano i social network, le video chiamate e tanto altro mi manca il suo calore e un suo abbraccio. Vorrei rimanere a casa sapendo che lui è con me e che nonostante le restrizioni possiamo concederci anche solo uno sguardo o una carezza. Desidero solo questo. Perciò voglio dire alle persone di non lamentarsi per la reclusione forzata perché quando ci sono gli affetti vicini c’è tutto…
Immagino che la lontananza dalla persona che ami sia la cosa più difficile. Passerà, vedrai. Scrivi qui il link del tuo blog se ti va così da poterlo condividere ❤️❤️❤️ Miriam
Grazie per aver risposto 🙂 il mio blog è giuliadenuccio.blogspot.com 🙂
Grazie davvero per le belle parole sei veramente gentile <3
Ciao a tutti!
Ho sbirciato le altre storie e sono rimasta davvero sorpresa dalla voglia di condividere in generale. Ho sempre sostenuto che il blog fosse una sorta di diario virtuale dove scrivere i propri pensieri e le proprie esperienze proprio come questo spazio meraviglioso. Nella società odierna è difficile avere un dialogo e farlo (anche solo dietro una tastiera) in modo civile, pacato e accorato secondo me è una cosa meravigliosa che tutti noi dobbiamo riscoprire.
In questi giorni di separazione con il mio fidanzato io e lui stiamo cercando di dare spazio alla nostra creatività, lui disegna ed io invento storie che potrà disegnare. E’ un nostro hobby che spero possa diventare qualcosa di più un giorno anche se non siamo più due “pischelli” , permettetemi il termine. Ognuno di noi deve trovare la sua “chiave” per aprire quelle porticine che sono rimaste chiuse per troppo tempo e che alla fine ci donano serenità.
Stare separati ed essere obbligati a stare in casa può essere snervante ma può aiutarci a guardare intorno a noi, ad osservare cosa abbiamo costruito e cosa possediamo veramente.
Grazie Miriam e grazie Andrea, anche se non vi conosco davvero, penso che abbiate avuto un’idea gentile e generosa che comprende perfettamente l’idea di “comunità”.
Un abbraccio a tutti!
Giulia
Grazie Giulia! Si, siamo una piccola comunità che sta crescendo piano piano, la porta di casa è aperta e ci si abbraccia all’ingresso ❤️ sei la benvenuta
Miriam
Da poco ho salutato la mia collega dicendole “goditi questa quarantena” e lei “goditi la quarantena is the new buon weekend” per sdrammatizzare ovviamente. Siamo in Smart working e lavoriamo ancora di più che se stessimo in ufficio. E forse il lavoro ci sta salvando. E poi noi siamo fortunati, abbiamo la possibilità di lavorare da casa fino a due giorni a settimana da anni ormai, abbiamo tutte le tecnologie a disposizione, ma penso a tutto quelli che solo da qualche giorno possono godere di questo che è visto come un privilegio ma che dovrebbe essere un diritto, ove possibile ovviamente.
E poi mi piace anche come la scuola sta affrontando questa cosa: il fatto di assistere alle lezioni da remoto darà la possibilità a tanti bambini malati o che per svariati motivi non possono assistere alle lezioni di sentirsi meno soli. Voglio vedere le cose belle, le cose positive, perché quando vivi sola e lontano dai tuoi affetti non è facile, anche se ancora una volta la tecnologia mi aiuta e parlo con i miei genitori tramite le video chiamate…e poi stasera parteciperò alla festa di compleanno per i 40 di un mio amico in diretta Facebook.
Torneremo ad abbracciarci e sarà più bello di prima. ❤️🎈
Grazie Maria Rosaria, si, effettivamente ormai ci si augura buona quarantena ….. quanti abbracci dovrò dare, non vedo l’ora ❤️ Miriam
Buona sera Miriam,
Piacere,sono Paolo un amico di Ernesto ed Erika, io sono a Pavia da Lunedì di questa settimana fisso a casa ed esco solo ogni tanto per fare la spesa e comprare alcuni oggetti utili in farmacia per questa quarantena. Ti mando un bacione ed un abbraccio,spero di poterti conoscere di persona ed incontrarti a Milano più avanti quando sarà finito in Italia questo incubo senza fine.Mi organizzerò in casa almeno fino al 25 Marzo.
A presto,Paolo C.